Friday, March 14, 2025
Quotidiano Nazionale Indipendente


Notiziario UNCEM – Tutte le informazioni utili per i Comuni delle Comunità Montane Italiane –

di Gianfranco Simmaco per il Quotidiano l’Italiano ROMA – TOUR DE FRANCE VIA DA FIRENZE, POI BOLOGNA, PIACENZA, CESENATICO, TORINO,…


di Gianfranco Simmaco per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – TOUR DE FRANCE VIA DA FIRENZE, POI BOLOGNA, PIACENZA, CESENATICO, TORINO, SESTRIERE. ATTUA IL TRATTATO DEL QUIRINALE. UNCEM: CON GUIDA PER EMULAZIONE CICLISMO ABBIAMO ANTICIPATO LA GRANDE PARTENZA ITALIANA

“Quando due anni fa come Uncem abbiamo realizzato, con fondi della Cooperazione Interreg Alcotra, la guida per l’emulazione dei ciclisti sulle strade scelte dalle due maggiori corse a tappe del mondo, non avremmo immaginato che il Tour de France 2024 sarebbe partito dall’Italia, con Firenze, Bologna, Cesenatico, Piacenza, Torino. Si sale a Sestriere da Pinerolo, si attraversano le Alpi dal Monginevro, verso Valloire passando per il mitico Galibier. Un inno a Pantani, dunque, vista la tappa nella sua città, poi il colle più alto verso Valloire. E pure Oropa al Giro d’Italia che parte da Torino, Venaria. La nostra guida [scaricabile qui https://uncem.it/wp-content/uploads/2022/05/UNCEM-Grande-Ciclismo-Piemonte-28-tappe.pdf ], gli itinerari turistici per scoprire pedalando questi pezzi di strada fatti dai Campioni, fatti già da Coppi e Bartali, diventano vettori di crescita e sviluppo, inclusione, interazione tra Italia e Francia. Ci crediamo e crediamo nello sport, nei grandi eventi, quali fattori per unire il Paese e i Paesi europei. Il Tour 2024 di fatto attua il Trattato del Quirinale in modo perfetto”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, con Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte.

INCENDI BOSCHIVI IN ITALIA: INDAGINE UNCEM PER CAPIRE COME VANNO PREVENZIONE E GESTIONE DELL’EMERGENZA, RUOLO DEL SISTEMA DI PROTEZIONE CIVILE SUI TERRITORI
Uncem in accordo con l’Agenzia per la Coesione territoriale, analizza come stanno funzionando prevenzione degli incendi boschivi in Italia, organizzazione della difesa dei versanti da parte degli Enti locali, gestione dell’emergenza, piani e sistema di Protezione Civile. Ma anche coinvolgimento dei cittadini, partecipazione, ruolo del terzo settore organizzato nelle pratiche antincendio boschivo, impiego di mezzi e strumenti. Lo fa attraverso un questionario, on line, compilabile a questo link: https://forms.gle/U9BfcXKAc7Uar4vZAVi sono 40 milioni di euro previsti dal DL incendi del 2021 già stanziati a 72 aree interne. Ne devono essere ancora ripartiti 40, da parte del Ministero della Coesione, sempre previsti da quel decreto nato dopo i gravi incendi di quell’estate. Che ci auguriamo vengano celermente assegnati, vista anche l’attenzione per le aree interne e montane segnalata dalla Presidente Meloni nelle scorse ore. Uncem vuole capire su quali basi di dati, informazioni, necessità – collegando protezione civile, prevenzione incendi, gestione forestale – sono stati previsti e montati questi investimenti nei territori – circa mille Comuni complessivi, per 1,2 milioni di abitanti, 18% del territorio italiano – per abbassare il rischio e per aumentare la capacità di risposta operativa.”Grazie ai dati del questionario – precisano Luca Veltri, che per Uncem coordina il progetto con Emanuela Dutto, e il Presidente Marco Bussone – potremo così impostare attività formativa, informativa, coordinare le azioni, scambiare le buone pratiche, coinvolgere le Istituzioni. Il tema è complesso, delicato, importantissimo. La prevenzione degli incendi boschivi, nel quadro della pianificazione di protezione civile e della valorizzazione del patrimonio forestale, richiede seri approfondimenti culturali, giuridici, burocratici, amministrativi e operativi. Non basta comprare mezzi o costruire piste tagliafuoco. Serve una prevenzione che coinvolga cittadini e terzo settore, tutti formati, con un ruolo forte di regia di Enti locali montani, Comuni insieme”.

SECONDA PROROGA PER IL BANDO PICCOLI COMUNI, A 24 ORE DALLA CHIUSURA PREVISTA. COMUNI PERPLESSI. PROROGHE ALL’ITALIANA NON SONO MAI SOLUZIONE POSITIVA

Le proroghe, in particolare sui bandi e sugli avvisi per candidature a finanziamenti pubblici, non sono mai una buona soluzione. Ammettiamo come Uncem un po’ di buona e sana perplessità di fronte alla proroga arrivata, al 15 novembre – la seconda proroga – al bando piccoli Comuni varato da Casa Italia. È stata comunicata oggi, a 24 ore dalla scadenza prevista, dopo una prima proroga, il 25 ottobre appunto. Si va al 15 novembre 2023. È il bando della legge sui piccoli Comuni, la 158 del 2017, arrivato a sei anni dal varo di quella norma, all’unanimità delle Camere, nell’ottobre 2017. Uncem vi aveva lavorato moltissimo, in particolare con Ermete Realacci ed Enrico Borghi, primo e secondo firmatario di quella legge così rilevante per la Repubblica. Il bando, in attuazione del “Piano per la riqualificazione dei piccoli Comuni” – oltre 5800, secondo la legge 158, i potenziali candidati – non era quello che volevamo. Premia il “municipalismo” e incentiva poco, quasi niente, il lavoro insieme tra Enti. Per Uncem, la pianificazione della rigenerazione economica e sociale tra Comuni, insieme sui territori, grandi e piccoli Comuni, è decisivo. Vince chi lavora insieme. Il bando ha previsto pre-candidature (4900 quelle arrivate) e ora l’invio dei progetti. 132 i milioni disponibili, anche se erano 160 quelli accantonati a seguito della legge. Non sono molti, ne servono altri. Centinaia di Comuni hanno lavorato nelle ultime ore intensamente, con tecnici e consulenti accanto a Sindaci e Amministrazioni. Ora la proroga. Mai soluzione vera e positiva, alle sfide, tante dei territori.

UNCEM AL GOVERNO, A UN ANNO DALL’INSEDIAMENTO DEI MINISTRI CON LA PRESIDENTE MELONI: LAVORIAMO INSIEME PER ATTUARE IL PNRR E PER RIGENERARE GLI ENTI LOCALI SOSTENENDO IL LAVORO INSIEME TRA COMUNI

Uncem scrive ai Ministri, a un anno dall’insediamento del Governo Meloni. Non solo istanze e richieste, in vista dell’esame della legge di bilancio. Comuni pronti a lavorare per attuare il PNRR, ma serve un impegno politico per risolvere le crisi finanziarie dei Comuni, dettate dal grave ritardo nei pagamenti da parte dello Stato agli Enti locali. E senza definire modelli di collaborazione forti, tra Comuni piccoli e grandi, montani e non, il sistema istituzionale è fragile, in balia delle onde, delle sperequazioni fiscali, delle differenze territoriali, della crisi climatica e della desertificazione economica che toccano in modo forte le zone alpine e appenniniche, tutte le aree rurali del Paese, l’83% del territorio italiano.

“Abbiamo una grande necessità – scrive Uncem ai Ministri – che arriva da moltissimi Sindaci. Non solo sono alle prese con sistemi di caricamento dati e rendicontazione del PNRR – REGIS in primis – molto complicati. Diversi Enti soffrono per la mancanza di personale, ovvero per una mancanza di organizzazione istituzionale: arriviamo alle sfide di oggi dopo 20 anni di mancate riforme, con Comuni che affrontano da soli la spinta al municipalismo dal centro mai del tutto risolta. Troppe componenti del PNRR sono state incentrate su dannoso campanilismo, da risolvere con vere riforme, favorendo non la fusione degli Enti locali, quanto invece la collaborazione. Puntiamo su questo lavoro insieme, non con gli errori passati mossi da una certa ideologia. Non con le fusioni, non con le funzioni obbligatorie e mai di fatto tali. Puntiamo sul lavoro insieme, in particolare nelle zone montane e rurali del Paese, credendo che questa sinergia va a beneficio di tutti. Fare insieme piani regolatori, investimenti, piani forestali, di protezione civile, avere insieme uffici tecnici è un vantaggio per tutti. Sul modello francese ad esempio. Ma servono vere riforme. Che tolgano di mezzo municipalismi esasperati, anche delle grandi città. Costruiamo insieme un patto tra aree urbane e aree rurali e montane, l’83% del Paese”.

La revisione del TUEL, alla quale il Governo sta lavorando, secondo Uncem “non può essere fatta senza pensare e definire come i Comuni lavorano insieme. Nella legge delega c’è troppo poco rispetto a questa urgenza. Definiamo insieme il modello istituzionale di Stato, come sono organizzati gli Enti locali. Non basta dire se le Province hanno o meno un’elezione di primo o secondo livello. Questo è solo un pezzo del complessivo ragionamento da fare. I Comuni piccoli hanno bisogno di lavorare insieme. Nessuna fascia o campanile da togliere. Ma azione congiunta, pianificazione”. 

“Molti Comuni, piccoli e grandi – prosegue il Presidente Uncem, Marco Bussone – stanno entrando in sofferenza finanziaria per via di tempi lunghi nel pagamento, da parte dello Stato, a seguito delle rendicontazioni dei lavori eseguiti sul PNRR. Che siano piccole, medie, grandi opere, di tutte le Missioni e Componenti, occorre evitare che i ritardi nei pagamenti statali agli Enti locali, inficino sullo stato di avanzamento del PNRR, ma anche sulle casse dei Comuni stessi. Accelerare i tempi statali è missione del MEF e della Ragioneria dello Stato che lavorano sul PNRR con la Presidenza del Consiglio. La sofferenza a seguito di 100 o 200 giorni di attesa degli accrediti delle risorse economiche ai Comuni va evitata anche per far sì che nella riuscita del PNRR vi sia una crescita di fiducia politica e istituzionale degli Enti locali nello Stato centrale”.

GRAZIE AI PRESIDENTI MATTARELLA E MELONI PER IMPEGNO SU AREE MONTANE E INTERNE. ORA EVITARE TAGLI AI COMUNI E INVESTIRE SU STRATEGIE AREE INTERNE E MONTANE, NO SOLO CON IL PNRR

“Voglio ringraziare a nome di tutta Uncem i Presidenti Mattarella e Meloni per le parole pocanzi pronunciate a Genova su aree montane e interne. Entrambi, Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio, hanno detto che occorre investire per ridurre i divari. Sarà dunque importantissimo, nell’evitare i tagli ai Comuni previsti in legge di bilancio 2024 per 200 milioni, investire sulla Strategia nazionale per le Aree interne, che ha fondi stanziati l’ultima volta nel 2020 e poi troppo poco previsto, con misure settoriali nel PNRR. Sulla SNAI vi sono 73 aree interne per oltre mille Comuni che devono superare gli scogli burocratici messi da Regioni e Ministeri. Altre 43 aree devono poter veder accelerati piani di investimenti e spesa. Sul fondo Montagna nazionale che arriva alle Regioni, quest’anno 200 milioni di euro, non ci dovranno essere futuri tagli. Se Roma, i Ministeri avranno necessità di risorse per attuare misure previste dalla nascente legge montagna, questi fondi siano aggiuntivi ai 200 milioni di euro annui. Seguendo l’esempio francese, che investe 8 miliardi in 4 anni sulle zone rurali, l’Italia investa 2 miliardi l’anno per i prossimi dieci anni sulla Strategia per le aree montane e interne, unica strategia, congiunta, condivisa tra Dipartimenti e Ministeri. Stasera guardo con grande favore e profonda gratitudine ai Presidenti Mattarella e Meloni, molto chiari nei loro interventi a vantaggio dei Comuni, degli Enti locali tutti, delle comunità locali”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

VERSO LA NUOVA LEGGE NAZIONALE MONTAGNA. UNCEM: SERVE IMPEGNO FINANZIARIO FORTE UNITO AL RAFFORZAMENTO ISTITUZIONALE CON COMUNI GRANDI E PICCOLI CHE LAVORINO INSIEME

“L’esame del ddl Montagna in Consiglio dei Ministri è certamente un positivo segnale. Uncem lo accoglie positivamente e ringrazia il Ministro Calderoli, con i suoi collaboratori, per il lavoro fatto, condiviso anche in più riunioni con Uncem, e che si farà. Inizierà l’esame in Parlamento, al quale siamo chiamati anche noi, come Associazione, a fare proposte per migliorare il testo. Abbiamo un sondaggio pubblico aperto [ https://forms.gle/DiZgoFwmd1RLUz4KA ], on line, sul quale tutti possono inviare proposte, idee, necessità per fare una migliore legge dopo la positiva legge 97/94, vigente oggi ma rimasta inattuata. Si uniscono nel nuovo ddl azioni sui servizi pubblici, a partire dalle scuole, e misure per lo sviluppo economico, con sgravi interessanti. Non tagliare istituti scolastiici comprensivi, come invece previsto da altre norme vigenti, è il primo passo. Così sulla sanità, perché sono troppi i medici di base che mancano. La montagna non è margine sterile. È luogo di innovazione. Occorre però uno scatto politico. Il ddl è un buon strumento. Ci sono 200 milioni di euro che stanno andando ai territori e alle regioni, da due anni, con un fondo montagna che solo 10 anni fa venne azzerato. E c’è anche chi ha chiuso le Comunità montane, facendo un grave errore. Ora, per fare bene le cose previste nel ddl, anche per misure fiscali e incentivi alle imprese, servono 2 miliardi di euro l’anno per dieci anni. Per una Strategia per la Montagna, in attuazione dell‘articolo 44 della Costituzione, concreta e duratura. A vantaggio delle imprese, per un riequilibrio, contro le sperequazioni territoriali. Per le comunità che vivono in quei territori, che non sono isole, bensì in dialogo con le aree urbane. E anche questo è un dato politico, insieme con l’organizzazione istituzionale, ovvero come i Comuni lavorano insieme, questione decisiva sul quale il Parlamento dovrà lavorare efficacemente, con visione e lungimiranza, con una idea di Paese. Per il 65% del territorio lavoriamo insieme dico al Parlamento, con Uncem, con i Sindaci”.
Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem

INTERESSANTI I DATI SUL BILANCIO UNICREDIT. UNCEM: “GRANDI UTILI MA FILIALI TAGLIATE. QUALCOSA NON VA”

“Sono molto interessanti i dati che emergono dai conti trimestrali di Unicredit. Ottimi numeri, grandi utili in tre trimestri dell’anno. Eppure registriamo anche un continuo taglio delle filiali. Come quella di Venasca, sulla quale siamo in attesa delle risposte del colosso bancario dopo la mobilitazione del Sindaco, dei cittadini, dell’intera Valle Varaita. Domandare che la filiale non chiuda è lecito, rispondere non è solo cortesia. È di più. Con cortesia e lungimiranza. Applaudiamo agli utili, ai ricavi, ai margini, segnalati oggi dagli organi di stampa. C’è entusiasmo tra gli azionisti, per questi ottimi numeri comunicati. Lo stesso entusiasmo che auspichiamo le banche metteranno nell’annunciare che ‘si erano sbagliate’. E che chiudere le filiali sui territori, nelle zone montane, nei piccoli Comuni, è stato un errore. Qualcuno prima o poi, con un sorriso ci dirà che avevamo ragione, con gli amici dei Sindacati, a dire che la strada intrapresa non è quella giusta. Entusiasmo che i vertici di piazza Gae Aulenti, insieme con tutti gli Istituti di Credito con ABI, potranno mettere nel dirci, ai Sindaci e alle comunità, che alla svolta dell’on line e delle banche digitali preferiscono e preferiranno le filiali locali aperte, tra le vie e sulle piazze, operative, inclusive nell’offrire opportunità di ottimo investimento e tutela a risparmiatori, famiglie, imprese, terzo settore. Complimentandoci per i primi nove mesi del 2023, Uncem resta in fiduciosa attesa di un risveglio delle attenzioni per come è fatta l’Italia e per quello che serve al Paese e ai paesi”.

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani. 

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