Friday, April 19, 2024
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On. Mario Tassone: “I Partiti non esistono se non sono un insieme di storie vissute, ma fenomeni per ritrovarsi per occasionali interessi: trionfo degli egoismi.”

Le identità politiche vengono sostituite nella gestione del potere.
Le identità sono sacrificate sull’altare della gestione.
È vanificato il disegno di Moro che auspicava il confronto e la ricerca di una sintesi fra esperienze diverse. Le storie dei Partiti sono state sostituite da quelle dei leader che sono presenti nei simboli. E i trascorsi del Paese ? Sostituiti dalla vita dei capi. Questa è la crisi :povertà morale politica.


di Mario Tassone * per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – Bisogna scandagliare, senza rimanere in superficie,per avere contezza delle cause delle nostre difficoltà .
Non sono quindi le dislocazioni delle forze,la loro consistenza cangiante e quindi approssimativa, la genesi delle incertezze di oggi e del buio del futuro.
Le elezioni politiche determinano assetti “stagionali” espressi da un elettorato mobile perché non ha punti fermi su cui attestarsi, ma emozioni del momento a cui aggrapparsi. Possono esserci tante elezioni ma se non si riempiono i vuoti di desolanti inerzie culturali tutto sarà vano.
Se la comunità non rivendica la propria forza propulsiva e lascia ancora ad attivi oligarchi, tiranni del nostro tempo, il decidere e l’agire, si perderà nel frastuono delle parole senza prospettive.
Il vero tema è riacquistare la identità.
La comunità di cittadini è tale se ha una identità.
Se i cittadini perdono forza espressiva smarriscono la loro essenza.
Senza identità non c’è comunità ma aggregazioni informi .
Senza il ricordo di esperienze vissute si sta in un tempo senza futuro.
I Partiti non esistono se non sono un insieme di storie vissute, ma fenomeni per ritrovarsi per occasionali interessi: trionfo degli egoismi.

Sono illuminanti le vicende del Partito Democratico.
Il PD è il raccoglitore di storie diverse e contrapposte,(dopo le esperienze della Margherita e Ulivo aggregazioni elettorali di una sinistra inquieta), del comunismo e della Democrazia Cristiana .
Il confronto anche costruttivo fra visioni diverse è possibile. È impossibile la convivenza.
Non si può in uno stesso organismo conciliare ad esempio De Gasperi e Togliatti, Moro e Berlinguer.
Le identità politiche vengono sostituite nella gestione del potere.
Le identità sono sacrificate sull’altare della gestione.
È vanificato il disegno di Moro che auspicava il confronto e la ricerca di una sintesi fra esperienze diverse. Le storie dei Partiti sono state sostituite da quelle dei leader che sono presenti nei simboli. E i trascorsi del Paese ? Sostituiti dalla vita dei capi. Questa è la crisi :povertà morale politica.
Il Paese smarrì la dimensione umana nel sequestro e uccisione di Moro.
La contrapposizione tra gli intransigenti e chi voleva trattare perché non c’era nessuna “ragion di Stato” da preservare, ma il prevalere dell’interesse di Berlinguer a mantenere gli equilibri del suo partito, scosso dalle sue frange estreme, che avevano scelto la lotta armata.
È la DC.?
Ridotta all’impotenza e disarmata.
Da qui che bisogna ripartire non per alimentare fratture ma per entrare nella normalità della politica.
Una normalità si afferma se ci sono identità a confronto e non realtà dominate da capi . Questo bisogna correggere. Sotto a chi ha passione. Sotto ai cristiani democratici in diverse latitudini, oggi attestati perché ritrovino la propria identità.
E così tutto il Paese!


Mario Tassone*

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