Pro Vita e Famiglia: Eutanasia. Friuli di Fedriga non diventi mortifero come il Veneto di Zaia – Ottima la stanza ascolto in Piemonte per aiutare le mamme – Morte di Stato, politica intervenga
di Gianfranco Simmaco per il Quotidiano l’Italiano VENEZIA – «Il Friuli Venezia Giulia rischia di cadere nel baratro della morte di Stato come tragica…
di Gianfranco Simmaco per il Quotidiano l’Italiano
VENEZIA – «Il Friuli Venezia Giulia rischia di cadere nel baratro della morte di Stato come tragica e diretta conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale sul caso Cappato che di fatto scavalcò il Parlamento e sta ora portando l’Italia a grandi passi verso l’eutanasia. Un piano inclinato sempre più pericoloso, che sta colpendo sempre di più le amministrazioni di centro-destra dopo quanto successo in Veneto lo scorso giugno. Auspichiamo che il presidente Massimiliano Fedriga non segua l’esempio di Luca Zaia in Veneto, che abbraccia l’agenda di morte della sinistra e dei radicali, e non dia alcuno spazio al suicidio assistito, anzi mantenga l’impegno di intensificare le cure palliative, gli Hospice, i sostegni per i fragili, i loro familiari e i caregiver. Una politica veramente degna di uno Stato civile deve combattere le sofferenze, non uccidere il sofferente». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia in merito all’ok che la Asl ha dato alla richiesta di suicidio assistito fatta da “Anna”, affetta da sclerosi multipla.. |
Aborto. Pro Vita Famiglia: Ottima la stanza ascolto in Piemonte per aiutare le mamme |
TORINO – «Ogni anno in Italia migliaia di donne sono indotte e, di fatto, costrette ad abortire da mancanza di aiuti o alternative valide. Per questo la stanza di ascolto e aiut istituita al Sant’Anna di Torino è un successo storico da festeggiare: un’ottima notizia per tutte le donne, che invece di subire la violenza di essere abbandonate alla grande solitudine dell’aborto, vedranno finalmente rispettato il loro diritto a non abortire e ad essere aiutate quando in difficoltà con alternative all’aborto valide. Agghiaccianti e inquietanti, invece, le polemiche della vicepresidente del Senato e senatrice PD Anna Rossomando, della vicepresidente del PD e senatrice Chiara Gribaudo e della consigliere regionale del M5S Sarah Disabauto: qual è il problema se ad una mamma si offrono alternative all’aborto? Quale se una donna inizialmente intenzionata ad abortire cambia idea e accoglie la vita del figlio? Quale se una donna che non può crescere il proprio figlio decide comunque di custodirlo fino alla nascita per poi affidarlo in adozione? Che male vi fa se nasce un bambino, perché possa portare il suo contributo unico, irrinunciabile, irripetibile di amore alla vita di sua madre, dei suoi cari, e a quella di tutta la nostra società? Rifiutiamo questa visione misogina e agghiacciante per cui il fantomatico “diritto all’aborto” diventa quasi dovere, per cui le donne possono essere aiutate solo ad abortire, ma in cui non si possono offrire alternative per custodire la vita dei figli e in cui la famigerata autodeterminazione indica i nostri figli come problemi da eliminare. Guardiamo invece con speranza a chi si spende per risolvere tutte le ingiustizie che ci rendono complicato essere mamme, a chi costruisce una società che festeggia quando da una gravidanza inaspettata sorge e splende la vita anziché la morte, quando cioè si moltiplica l’amore, seppur nelle difficoltà. Ringrazio quindi, come donna e madre, l’assessore regionale Maurizio Marrone, l’Aou Città della Salute e della Scienza di Torino e la Federazione regionale del Movimento per la vita (FederviPa)/Centro di aiuto alla vita per questo prezioso progetto e auspichiamo che la stanza di ascolto e aiuto per le donne si istituisca in ogni ospedale del nostro Paese, perché a tutte le donne sia restituito il diritto di essere accolte e di accogliere i figli, già vivi, che hanno in grembo: difendiamo la libertà di non voler lasciare indietro nessuno, di costruire una società che si prenda cura di tutti, senza scartare nessuno, nell’accoglienza incondizionata di tutti, anche delle mamme e dei figli meno fortunati», così Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus. |
Eutanasia. Pro Vita Famiglia: Oggi somministrata morte di Stato, politica intervenga |
ROMA – «Quando un’Azienda Sanitaria consegna il farmaco e quanto necessario per far cessare la vita di una persona sta somministrando la morte di Stato. E’ quello che è successo a “Gloria” (nome di fantasia), che ha chiesto e ricevuto l’aiuto alla morte volontaria. Uno Stato davvero civile non è quello che fornisce la morte e quanto accaduto in Veneto è la tragica conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale sul caso Cappato che di fatto scavalcò il Parlamento e sta ora portando l’Italia a grandi passi verso il baratro dell’eutanasia. E’ urgente che ci siano da parte di politica, governo e istituzioni risposte forti in favore della Vita e non di morte. Serve maggiore accompagnamento dei malati e degli anziani nella fase finale della loro vita, servono incentivi per gli Hospice e le famiglie di chi soffre e serve sviluppare molto di più le cure palliative, che come sancisce la legge 38/2010 sono un diritto inviolabile di ogni cittadino, ma troppo spesso negato». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus. |


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