QUATTRO Sì ED UN NO – L’opinione di Francesco Chiucchiurlotto
Cara Elly Schlein, temo che “ Per Montecitorio non valga una messa di requiem sul Jobs Act”, e che 4 Si ed un NO (scheda verde chiaro) possa essere la soluzione più opportuna.
L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto – dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano

VITERBO – QUATTRO SI ED UN NO (Scheda verde chiaro)
I referendum dell’8 e 9 giugno 2025, vedono simbolicamente e metaforicamente contrapposte due cabine: quella elettorale e quella balneare, con tanti possibili riferimenti storici come quello in cui Craxi li avversò e mal gliene incolse.
Il quesito referendario sul lavoro più emblematico è quello che vuole cancellare il cosiddetto Jobs Act, cioè la norma che ha sostituito il reintegro per giusta causa (applicato però di solito al 2% dei casi) con l’indennizzo monetario nelle imprese con più di 15 dipendenti; l’idea di Matteo Renzi allora, era di rendere più chiaro, facile e rapido l’esito di un contenzioso tra lavoratore e impresa, evitando cause infinite e sentenze a macchia di leopardo.
Il reintegro restava e resta oggi solo per i licenziamenti discriminatori o nulli; così tra chi vuole abrogare questa norma e chi vuole mantenerla ci si contrappone in una ridda di cifre e percentuali: i licenziamenti si sono ridotti del 40 per cento? i tempi medi per una decisione giudiziaria sono passati da oltre 24 mesi a meno di 14, e l’incertezza sulle sentenze si è drasticamente ridotta? l’occupazione stabile è aumentata? Ha senso tornare alla situazione di 10 anni fa?
Di certo c’è che contrariamente a quanto sostenevano CGIL e UIL, il Jobs Act non ha prodotto la temuta valanga di licenziamenti per la caduta del tabu dell’art.18 dello Statuto Lavoratori.
Per l’Istat, dal 2015 l’Italia ha registrato un aumento significativo dei contratti a tempo indeterminato di 571.000 unità; le aziende hanno impiegato le tutele crescenti del Jobs Act con tranquillità.
Probabilmente, almeno mi sono fatto questa opinione, sarebbe stato più facile correggerne alcuni aspetti, che ricacciare indietro di 10 anni le questioni, e ricominciare a discutere per esempio sui contratti a termine ed in generale sulla precarietà per i giovani.
Il Jobs Act, e già il termine inglese indispone, è stato approvato da un governo di centrosinistra, con l’ambizioso obiettivo di modernizzare il mercato del lavoro come fece Obama negli USA, in quella specie di euforia riformistica indotta dal successo elettorale renziano, che fece guasti con la pala nell’ordinamento degli EE LL, con la disintermediazione di Province, Comunità Montane, istanze sociali e culturali, per trovare il proprio limite finale con la mancata (per fortuna!) riforma costituzionale.
La damnatio memoriae sul quel governo e poi su Matteo Renzi, cui non va negato l’exploit elettorale d’oltre il 40%, non serve per far politica, ma polemica: ed un partito serio che punta alla guida del Paese non può cambiare idea così drasticamente ammettendo un errore esiziale sul lavoro, che poi tanto errore non è.
Cedere e concedere ad ipotetici futuri alleati la soddisfazione di sbugiardare tanti membri del proprio partito, che allora in buona fede ed oggi con alcune ragioni, credettero in quella soluzione, dimostra debolezza e subordinazione a partiti e forze non sempre positivi e leali.
Cara Elly Schlein, temo che “ Per Montecitorio non valga una messa di requiem sul Jobs Act”, e che 4 Si ed un NO (scheda verde chiaro) possa essere la soluzione più opportuna.
Francesco Chiucchiurlotto *
*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.



Non mancate di leggere o rivedere le Opinioni di Francesco Chiucchiurlotto presenti sulle pagine del Quotidiano l’Italiano – Sotto: il Referendum avrà validità solo nel caso di superamento del quorum (foto AdnKronos)

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