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Stazione di Bergamo, tra luci ed ombre, luogo per la microcriminalità ma anche per il volontariato

          di Romano Scaramuzzino (dalla redazione bergamasca) Come in tutte le stazioni delle grandi città, quella di Bergamo è anche ritrovo…

By L'Italiano , in Cronaca Italiana , at 27/06/2021 Tag: , , ,

          di Romano Scaramuzzino (dalla redazione bergamasca)

Come in tutte le stazioni delle grandi città, quella di Bergamo è anche ritrovo pericoloso di malviventi.

La cronaca riporta spesso, infatti, notizie di micro criminalità in quella zona, che, pur essendo tali, certamente non inducono coloro che, per svariati motivi devono usufruire dei servizi della stazione stessa, a frequentarla in modo sereno.

Qualche giorno fa, infatti, sì è venuto a conoscenza di una lite, molto probabilmente tra due gruppi rivali composti da pakistani e nord africani, durante la quale un uomo di 30 anni è stato colpito al torace, verosimilmente da una bottiglia rotta.

Erano le ore 21 circa e il tutto è avvenuto presso il piazzale della stazione ferroviaria. Ci è consentito il termine di fascia oraria pericolosa, quella.

Chiaramente, la criminalità agisce, infatti,  soprattutto dalle ore serali in poi.

Dalla spaccio si sostanze stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione.

E se l’episodio criminale che abbiamo appena citato, ha portato ad una querelle tra partiti, precisamente tra quello  della Lega e gli esponenti del PD (ricordiamo che il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, è esponente del partito democratico, nda), a noi, tutto ciò, poco importa.

Non è una questione politica, per chi scrive, o meglio non lo è in modo particolare, ma è una faccenda che riguarda il buon senso.

Il problema è vario, come sono lo sono le loro origini ovvero un’immigrazione anomala, un disagio sociale, una disponibilità delle forze dell’ordine limitata, insomma il discorso ci porterebbe lontano.

Come ad esempio, ad una giustizia più celere, a un ampliamento delle strutture carcerarie ma anche ad un inserimento di chi, in quella (e non solo, ripetiamo, quella stazione) trova rifugio.

Mi riferisco ai senza tetto, che nessuna colpa hanno se non di essere vittime di loro stessi, di un vissuto certamente difficile che non credo possa essere né giudicato né scartato.

E proprio verso di loro, le varie associazioni di volontariato bergamasche si adoperano, portando sostegno materiale e morale.

Come hanno fatto i volontari dell’associazione “La Finestra del Sole”, poco tempo fa, distribuendo cibo, vestiario, amore e speranza ai senza fissi dimora, tramite il progetto denominato Gazebo 2.0, proprio presso il Piazzale degli Alpini, vicino la stazione di Bergamo.

Sono realista ma anche un’inguaribile ottimista.

Il problema, ripeto è complesso, riguardando l’ordine pubblico e il disagio sociale, ma con un lavoro in sinergia tra politica, forze delle ordine e aiuto, sostegno sociale, ce la si puo’ fare.

La rabbia, l’amarezza è constatare che seppur lavoro gravoso e non facile è questo, quello che ostacola non dico la soluzione ma parte di essa, è la divisione, soprattutto quella politica.

Perché, spesso, invece di ricercare il bene comune, il bene di una collettività, si è trincerati dietro posizioni stabili non mutevoli in virtù della ragione.

Occorrerebbe un passo indietro da parte di molti, per farne qualcuno in avanti.

Ma forse, al di là di essere realista ed ottimista, sono un idealista che non si arrende a una realtà che è quella che è e che forse non cambierà mai.

Intanto, noi, loro, ci proviamo.

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