The Master of Smartphone

L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto – dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano

VITERBO – Quando il filosofo psicanalista Umberto Galimberti chiude le sue affollatissime conferenze,
ormai suole scherzare, serissimamente però, accostando due significati del termine
CELLULARE: quello più consueto di telefonino o smartphone, con quello di cellulare di
polizia penitenziaria, quella specie di furgone blindato usato per il trasporto di detenuti.
Accostamento macabro e pieno di significati neanche tanto nascosti sull’essere prigionieri
di un medium, uno strumento che dovrebbe essere esclusivamente al nostro servizio.
Tutto ciò alla fine di una tirata polemica senza sconti per nessuno, sugli effetti che il mezzo
induce ormai ovunque, specialmente nei ragazzi o addirittura nei bambini ed in ultima
istanza nell’intera società contemporanea.
Studi recenti hanno dimostrato i deleteri effetti indotti nelle ultime generazioni: aumenti dei
casi di ansia e depressione; solitudine ed isolamento pur stando in contatto telefonico
costante sui social; purtroppo aumento anche dei suicidi in particolare delle giovanissime.
Altro recente fenomeno riguarda i neonati di qualche decina di mesi, che stanno fermi e
buoni, quindi senza disturbare gli adulti, davanti allo schermo o manipolando il telefonino
sui tasti che lo illuminano, non appena ce la fanno.
Molti anzianotti ricorderanno il fumetto di Dick Tracy, il poliziotto implacabile che
combatteva i più strani e male assortiti criminali; ebbene al di la delle sue gesta ci stupiva
perché teneva al polso uno strano orologio che sostanzialmente aveva uno schermo ed un
sonoro per collegarsi con i suoi agenti; insomma un cellulare ante litteram.
Oggi non ci stupiamo più di niente, neanche delle trasformazioni antropologiche indotte dal
loro uso, come la testa reclinata in modo improprio, che sta modificando il profilo del
nostro corpo; oppure i crampi alle dite o al polso, in particolare della mano che lo regge.
Si può senza dubbio parlare di casi di dipendenza patologica, sia nelle connessioni social
con gli altri di cui si ha necessità di sapere e far sapere dove si è, cosa e come si sta
facendo, con una progressione verso età sempre più inferiori.

C’è anche una sorta di dipendenza da app, con i giochi che sottopongono ad una sfida
personale continua con sé stessi; che inducono ansia da prestazione oppure da confronto
nei rari casi in cui ci si incontra e ci si apparta a giocare.
Lo snodo essenziale è naturalmente la scuola; ad essa è assegnata dalla Costituzione,
ma soprattutto dalla volontà dei cittadini, il compito di aiutare a risolvere tutti i problemi di
educazione e di preparazione alla vita sociale e civica dei giovani.
Il fatto stesso di vietare nelle scuole dell’obbligo l’uso degli smartphone, di per sé è
già importante, perché farà riflettere scolari, studenti e famiglie, che
quell’accessorio ormai indivisibile al corpo umano, che ne condiziona tempi e
gestualità, può essere controllato, ridimensionato e diretto per le numerose
positività che contiene.

La canzone di Bob Dylan, MASTER OF WAR si potrà cantare come MASTER OF
SMARTPHONE, con meno preoccupazione.

Francesco Chiucchiurlotto *

*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.

Molti anzianotti ricorderanno il fumetto di Dick Tracy, il poliziotto implacabile che
combatteva i più strani e male assortiti criminali; ebbene al di la delle sue gesta ci stupiva
perché teneva al polso uno strano orologio che sostanzialmente aveva uno schermo ed un
sonoro per collegarsi con i suoi agenti; insomma un cellulare ante litteram