Tra realtà, mito e leggenda la Torre di Giuda sita a Scalea, provincia di Cosenza
Di quella Torre oggi rimane un rudere e un racconto tra realtà e leggenda
di Romano Scaramuzzino (per il Quotidiano l’Italiano)

La Calabria, che balza agli onori della cronaca spesso per vicende poco edificabili, è, nella realtà, una regione tutta da scoprire nella sua bellezza.
Con lo splendore della sua natura, la sua storia ed anche le sue leggende, tanto che la nota rivista National Geographic l’ha definita un altro mondo, il più delizioso segreto d’Italia.
Ed oggi vogliamo raccontarvi una storia calabrese, tra realtà, mito e leggenda, quella relativa alla Torre di Giuda che si trova a Scalea, in provincia di Cosenza.
In un antico articolo, del 1893, e pubblicato dalla rivista il Circolo Calabrese in Napoli, se ne occupò già, della Torre di Giuda, tale G.M. Garritani.
Quest’ultimo scrisse Chi, venendo giù in Calabria su un piroscafo qualsiasi, passa dinanzi a Scalea, osserva sulla collina a settentrione del paese un muro a metà diroccato, che sembra come un’ala di pipistrello piantata su quella cresta a testimoniare, direi quasi, una storia lugubre. E, se si fa a domandare ai paesani che cosa è quella, gli rispondono: è la Torre di Giuda.
La leggenda racconta che Amurat Rais, celebre corsaro saraceno, all’inizio del 1600, sbarcò a Scalea. Come racconta Garritani (Scalea, nda) era murata, in vista di un prossimo sbarco di saraceni, chiuse tutte le porte e mise a guardia della propria sicurezza una mano di cittadini. Questa, perché costruita sulla vetta della collina brutta, era la più sicura, ed inoltre aveva una comunicazione sotterranea con il castello, donde potevano dare tutte le opportune notizie ai terrazzani nelle manovre dei nemici che tentavano il blocco.

Sempre, secondo la mitologia del racconto, Rais inviò a terra alcuni dei suoi uomini al fine di corrompere il guardiano, che non avvisò il castello della presenza dei corsari, i quali attaccarono, impreparata, la città di Scalea. Una giovane e bella donna, complice dei corsari, aveva, infatti, fatto bere, al guardiano, un siero distraendolo dal suo servizio.
Gli abitanti di quest’ultima cittadina, però, dopo il saccheggio subito, riuscirono a respingere i Saraceni.
Finita la battaglia, impiccarono ad un albero il guardiano traditore.
Da quel momento in poi, sempre secondo la leggenda, la Torre di guardia della Scalicella fu chiamata Torre di Giuda.
Nella realtà, gli storici dichiarano che tale nome fu dato perché la Torre, era vicina al ghetto degli Ebrei.

Di quella Torre oggi rimane un rudere e un racconto tra realtà e leggenda.
Ma rimane, anche, Scalea, che, come vediamo da una foto, tratta dal profilo Facebook del signor Gilberto Desposito, gode di una natura e di un mare meraviglioso.
Vi abbiamo raccontato una vicenda antica calabrese, una delle tante, a memoria di un passato storico che rimane sempre attuale.
La Calabria, una regione che l’oscurità dei suoi difetti non può oscurare il sole che splende su di lei e sui suoi abitanti.
Fonti: – https://www.orsomarsoblues.it/2018/10/leggende-la-torre-di-giuda-a-scalea/
Romano Scaramuzzino
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