Tropea. Consensi unanimi per l’VIII Edizione del Festival Teatro d’aMare – Intervista alle sorelle Francesca e Domenica Mamone
Una conversazione dietro le quinte
di Vittorio Pio (dalla Redazione Spettacoli & Musica) per il Quotidiano l’Italiano
TROPEA – É facile lasciare il cuore a Tropea, la perla del tirreno che vive un definitivo rilancio da quando è stata proclamata borgo dei borghi nel 2021. Oltre alla naturale deriva turistica rappresentata dalle sue acque cristalline, c’è una vivacità culturale cui occorre riconoscere un posto di preminenza assoluta al Festival Teatro d’aMare, giunta quest’anno alla sua ottava edizione con la direzione artistica di Francesco Carchidi e Maria Grazia Teramo. Una proposta ricercata e qualitativa, che ha avuto l’appoggio identitario anche di una fascia imprenditoriale che ha aggiunto al suo ruolo canonico, quello di appoggiare un impeto verso la bellezza e la conoscenza dei linguaggi artistici. Ne sono capofila le sorelle Francesca e Domenica Mamone, proprietarie dell’Hotel Tropis, il vostro indirizzo sicuro a quattro stelle nel borgo affacciato sul mare. “Noi siamo delle imprenditrici atipiche-ribadiscono all’unisono- che amano “mischiare” quella che è la canonica attività ricettiva, con il supporto un po’ a tutte le iniziative culturali del nostro territorio e la collaborazione attiva con alcune di queste, Festival Teatro d’aMare in primis, che meglio si sposano con le nostre sensibilità e il nostro modo di essere e vivere questo nostro territorio, mosse dal desiderio, non troppo nascosto, di vederlo crescere e migliorare.”
Come è nata questa collaborazione con il Festival Teatro d’aMare?
Li conosciamo praticamente dai loro esordi, ovvero da quando Maria Grazia ha fondato l’associazione LaboArt: sono dei ragazzi straordinari e generosi, specie verso gli altri, per noi è quasi un dovere esserci. Gli mancava una sede ed i luoghi dove poter operare. All’inizio gli abbiamo messo a disposizione la nostra palestra, poi la collaborazione è diventata concreta, perché ci siamo dati da fare cercando di assolvere a quello che le istituzioni troppe volte non fanno. Siamo stati d’esempio per altri che poi si sono uniti a ruota. Da quest’anno siamo anche noi “associazione” per dare continuità e vita propria alla Borsa di Studio “Antonio Mamone, Costruisco il mio Futuro”, dedicata alla memoria di nostro fratello e arrivata alla sua VI edizione, e a tutti gli altri progetti che eventualmente verranno, perché per noi associarsi ha il significato di condividere con altre persone, idee, progetti e passioni. La nostra Associazione si chiama La Sterlizia; era il fiore preferito di Antonio; conosciuto anche come “Uccello o Fiore del Paradiso”.
Il fiore-simbolo di chi vuole resistere ed evolversi partendo dalle sue radici profondamente ancorate al terreno…
E’ proprio così, e devo dire che ancora una volta Maria Grazia e Francesco ci hanno supportato concretamente nell’organizzazione di un qualcosa che conoscono bene, perché anche loro si distinguono in questo ambito, realizzando una borsa di studio dedicata alla sfortunata Manuela Pugliese, giovane attrice tropeana scomparsa nel 2010 per un tragico incidente stradale, in cui viene offerto un anno di teatro. Chance che noi abbiamo potenziato mettendo in palio due borse di studio, che possano soddisfare non solo le potenziali capacità interpretative, ma anche quelle in relazione alle loro possibilità economiche derivanti dalla famiglia di origine. LaboArt si spende moltissimo a favore della nostra comunità: i ragazzi dell’associazione accolgono proprio tutti, senza pensare al lucro, con una particolare attenzione nei confronti dei diversamente abili, che vengono spronati a fare anche delle semplici nuove amicizie, così come è importantissima la loro azione propedeutica che riguarda il teatro nelle scuole, che dovrebbe essere una materia di insegnamento se non obbligatoria, certamente essenziale per la corretta evoluzione della personalità degli adolescenti.
Come sta invece Tropea dopo la sbornia rappresentata dalla sua affermazione televisiva?
Ormai non rappresenta più il suo meraviglioso mare. Con la recente amministrazione guidata dal Sindaco Giovanni Macrì, l’attenzione si è spostata sul borgo, sulla storia ed altri accadimenti di spessore e fascino. Questo perché anche se il suo celebre affaccio ti toglie sempre il respiro, paradossalmente è dando le spalle al mare che si scopre il suo cuore antico, da sempre molto apprezzato dai turisti nordici. Anche se devo dire che c’è un grande fermento nel turismo di prossimità, noi stessi abbiamo registrato un netto avanzamento in termini di presenze. Il tutto grazie a questi riconoscimenti e a una capillare attività di marketing che la precedente amministrazione ha attuato con puntiglio. Comunque Tropea sta in una categoria a parte, la provincia di Vibo ha invece delle evidenti trascuratezze su cui sarebbe opportuno intervenire.
Come dovrebbe essere strutturato un intervento migliorativo?
Ovviamente bisognerebbe partire delle infrastrutture logistiche: la Calabria si estende parecchio e quindi è proprio fondamentale che le mete, non solo turistiche, possano essere raggiunte agevolmente. Negli ultimi anni anche la tipologia della nostra clientela è cambiata: prima avevamo soprattutto presenze dall’Europa del Nord, adesso invece sono aumentati i nostri connazionali e con una serie di iniziative locali, c’è stato un bel fervore anche durante i mesi non prettamente estivi. Il Sindaco uscente ha letteralmente rivoltato l’immagine della nostra cittadina ed i risultati si sono ampiamente visti: adesso il centro storico è vissuto, anche se per fare un ulteriore e definitivo salto di qualità mancano i grandi marchi di abbigliamento\oreficeria.
Come si è evoluto invece il vostro lavoro?
Noi cerchiamo di essere delle padrone di casa piuttosto che delle semplici proprietarie: più di una volta ho avuto dei ringraziamenti per l’atmosfera e la familiarità di questo nostro albergo. Abbiamo 114 camere, 55 unità di personale a regime, almeno 7 mesi di stagione ricettiva, ma in realtà non chiudiamo mai, perché è necessaria un’attenta manutenzione. La struttura è stata inaugurata nel 2010 e siamo aperti ad ogni collaborazione positiva e concreta da parte delle realtà territoriali come per esempio avviene con l’Istituto Alberghiero: se c’è feeling e concretezza, noi ci siamo sempre.
Chi è stato il vostro ospite più conosciuto o di prestigio?
Ce ne sono stati tanti e di ogni tipo ma noi in realtà tendiamo a trattare tutti allo stesso modo a prescindere della loro popolarità. Per noi tutti i clienti sono uguali, di certo non li abbiamo mai cercati neanche per fare un selfie. Non siamo invadenti, ci piace semmai ricevere dei complimenti.
Le foto sono di Peppe Pascale
Francesco Carchidi e Maria Grazia Teramo – teatro d’aMare
nelle immagini alcune fasi di teatro d’aMare
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