Wednesday, April 24, 2024
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Un Valentino per Franco Zeffirelli: il Regista dell’Amore

di Adele Fulciniti (dal Capoluogo della Calabria – Catanzaro) “Chi salva una vita, salva il mondo intero”, così recita il…

By L'Italiano , in Arte Cronaca Italiana Rubriche Spettacolo , at 11 Aprile 2021 Tag: , ,

di Adele Fulciniti (dal Capoluogo della Calabria – Catanzaro)

“Chi salva una vita, salva il mondo intero”, così recita il Talmud, perfino una vita in germoglio che già scalpita per venire alla luce, e mentre tutto e tutti congiurano contro di essa, una madre eroica, a dispetto dell’opinione pubblica e dello scandalo, mette a tacere un uditorio scalmanato, urlando: – Andate via tutti! Non ucciderò questa creatura che chissà cosa diventerà! Quanta gioia mi darà! – Quella donna coraggiosa, sfidando la sorte avversa, la famiglia, il disonore, la perdita dei privilegi e della sua stessa professione, scompare così dalla sua Firenze gretta e provinciale come l’epoca vuole e si rifugia in campagna, dove porta a termine, indisturbata, la gravidanza, partorendo il frutto di quel proibito amore. E quella vita, da lei caparbiamente risparmiata a prezzo del sacrificio di sé, regalerà all’umanità quel 12 febbraio 1923 un sole irradiante bellezza che contribuirà a sua volta, attraverso essa, a salvare il mondo dal fondo buio in cui è precipitato, trascinato da un vortice lugubre e necrofilo che soffoca l’amore e mortifica l’arte, imprigionandoli con pesanti catene. Quel fulgido astro allieterà le platee dei teatri di prosa e d’opera e le sale cinematografiche dell’intero globo, e sarà conosciuto da tutti col nome di Franco Zeffirelli. Ma ad Adelaide Garosi verrà negata la gioia di veder realizzati i gloriosi auspici che aveva pronosticato per suo figlio. Un crudele destino la strappa al bimbo di sei anni da lei tanto amato: provata dalle dure conseguenze dell’ardua scelta, si ammala fino a morirne e il piccolo Franco rimane solo a combattere con le intemperie della vita e gli strali di adulti e coetanei che si scagliano ferocemente contro di lui, aizzati dal pregiudizio sadico che tormenta i suoi sogni: Nescio Nomen!!! – Il padre, infatti, donnaiolo impenitente, lo riconoscerà solo quando sarà già famoso e pur essendo orgoglioso di quell’unico maschietto nato fuori dal matrimonio, per paura della moglie, lo segue, tenendosi però a debita distanza; lo porta a spasso la domenica ed è molto affettuoso; così, pensando al futuro di suo successore da mercante di stoffe che importa dall’Inghilterra, lo affida alla sua segretaria inglese Mary O’Neill che già all’età di 4 anni lo avvia allo studio della lingua e apre i suoi occhi avidi e attoniti al mondo shakespeariano, offrendogli la prima esperienza recitativa in lingua originale che lo mette in contatto per la prima volta con l’insondabile mistero dell’amore, attraverso l’immortale scena del balcone realizzata con le figurine in cartone di Romeo e Giulietta sul palcoscenico in miniatura del teatrino dei burattini di casa, illuminato da una lampada da studio la cui impeccabile immagine ne evoca nitidamente il ricordo. L’impettita signorina O’Neill forse non era consapevole, pur nella sua straordinaria arte maieutica, che in quel momento epocale si stava definendo non solo il destino di un regista, pittore e scenografo planetare, ma soprattutto di un uomo che non avrebbe mai rinunciato al principio imprescindibile dell’amore nel cui segno era stato concepito, confermato, nei tormentati anni della sua infanzia, dalla Zia Lide, grande esempio di dedizione e abnegazione, che si è assunta, assieme alla governante Vige, la responsabilità di allevarlo e curarlo con tutte le attenzioni e le premure richieste, e da Giorgio La Pira, sua alta guida spirituale che ha instillato in lui quei principi di onestà e di non violenza, cui non deroga neppure durante la sua esperienza giovanile di partigiano, condotta senza mai armare la mano contro il nemico. Egli preferisce piuttosto esercitare la sua vocazione al prossimo, nella delicatissima operazione di consegna agli Ebrei dei passaporti per l’espatrio. Tale esperienza lo aiuta a temprare il suo carattere coraggioso e indomito, conferendogli quella capacità di affrontare anche nel lavoro, le situazioni intricate e pericolose, con grande porta d’animo. Sincero, leale, generoso coi colleghi, con gli amici e con tutti coloro che incontra sul suo cammino, è pronto ad accogliere nella sua meravigliosa villa dalle cui pareti trasuda tutta la sua arte, numerosi ospiti di ogni provenienza ed estrazione sociale. Il suo spirito francescano lo porta a innamorarsi di tutte le creature. La sua dimora è un trionfo di fiori, piante e animali domestici da cui si sente amorevolmente circondato come è espresso nelle sue pellicole “Fratello Sole e Sorella Luna” e “Gesù di Nazareth”, diventati dei film culto, fari luminosi per i cristiani di tutto il mondo. I suoi occhi limpidi e innocenti come quelli di un bambino, rispecchiano nel loro color di cielo la purezza della sua anima che lo spinge a donare a piene mani ai poveri e ai bisognosi senza proferire parola sul suo operato, oltre il visibile, a perdonare le offese di colleghi arroganti e meschini senza mai piegarsi al loro volere e senza mai strisciare ai loro piedi ma, ora come in vita, si libra verso le più alte sfere consapevole, nella sua ruvida saggezza, che a tutti dobbiamo qualcosa e aggiunge: – …anche alle carogne! – Buon San Valentino, quindi, al cultore dell’amore che ci sorride ammiccando da lassù.

Franco Zeffirelli in uno dei suoi ultimi saluti

Adele Fulciniti

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