Tuesday, March 19, 2024
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Vittima di bullismo e cyberbullismo, si toglie la vita Lindsay, ragazza francese di tredici anni per un Male che non va analizzato ma prevenuto e condannato

Un Male che è sempre esistito, amplificato oggi dai social che solo in questi casi sono da condannare perché amplificano un Male già presente nella nostra società da tempo. Un Male inarrestabile se non intervengono elementi come l’educazione familiare, il controllo e l’autorità scolastica, la sorveglianza dei social media, il senso di punizione verso chi, questo Male l’esercita, e la solidarietà immediata verso chi lo subisce.


di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano

Lindsay, giovane tredicenne francese, si è tolta la vita la sera del 12 maggio scorso a casa sua, dopo aver subito, per circa otto mesi, molestie scolastiche, insulti, bullismo quotidiano e anche cyberbullismo. Frequentava la scuola media Bracke-Desrousseaux di Vendin-le-Viel, comune francese situato nel dipartimento del Pas-de-Calais, nella regione dell’Alta Francia, la ragazza.

Lindsay e la sua famiglia, nel periodo durante il quale la fanciulla riceveva queste vessazioni, avevano allertato chi di dovere, inclusa la polizia, ma senza ricevere nessun riscontro, nessun aiuto da parte loro.

 Betty, la mamma dell’adolescente che è venuta a mancare in questo modo così tragico, ha dichiarato, durante una conferenza stampa, che se le varie istituzioni avessero fatto il loro dovere, Lindsay sarebbe ancora viva.

 Quattro sono le denunce presentate per questa morte, una verso la direzione del collegio che Lindsay frequentava, un’altra nei confronti dell’accademia di Lille, un’altra ancora verso la polizia incaricata delle indagini per mancata assistenza a chiunque fosse in pericolo e non per ultima, un’altra denuncia è stata presentata nei confronti del social media Facebook che non avrebbe moderato i contenuti pubblicati che erano chiaramente di istigazione all’odio verso la ragazza. Anche la piattaforma Instagram è stata interessata da queste denunce di cyberbullismo.

Quattro minorenni sono stati incriminati per “molestie scolastiche che hanno portato al suicidio” mentre un’altra persona è stata accusata di “minacce di morte”.

L’avvocato della famiglia di Lindsay, Pierre Debuisson, ha letto una lettera scritta dalla ragazza mesi prima del suo suicidio, questo il suo testo: “Se state leggendo questa lettera, allora probabilmente me ne sono andata. Non potevo sopportare gli insulti mattina e sera, le prese in giro, le minacce nonostante tutto quello che è successo, vorranno sempre farmi del male”.

Già, il Male. Male che non sempre è influenzato da quello descritto nella Bibbia o veste gli abiti dello psicopatico. Esiste un Male, come quello che ha subito la povera Lindsay che è Male di per sé.

Un Male che è sempre esistito, amplificato oggi dai social che solo in questi casi sono da condannare perché amplificano un Male già presente nella nostra società da tempo. Un Male inarrestabile se non intervengono elementi come l’educazione familiare, il controllo e l’autorità scolastica, la sorveglianza dei social media, il senso di punizione verso chi, questo Male l’esercita, e la solidarietà immediata verso chi lo subisce.

Tutte queste persone e istituzioni, che dichiarano la loro debolezza e incapacità, quasi auto denunciandosi, quando questo Male ancora continua nei confronti delle sue vittime, in questo caso Lindsay.

Infatti, ancora dopo la sua tragica morte, si perpetuano nei vari canali online e anche sui vari gruppi di WhatsApp, frasi indicibili, che volutamente qui non riportiamo, nei confronti di Lindsay.

Un Male che non va troppo analizzato ma semplicemente prevenuto e condannato socialmente e giudizialmente in modo severo.

Romano Scaramuzzino

Di fronte il patrigno di Lindsay (in polo bianca) e la madre della vittima (in giacca nera) insieme ad altri familiari della ragazza,
                                      durante una conferenza stampa tenutasi a Vendin-le-Veil. © France Televisions

La signora Betty, la mamma di Lindsay durante una conferenza stampa 
Immagine volutamente e parzialmente oscurata della giovane Lindsay, vittima di bullismo e cyberbullismo

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