Tuesday, April 30, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Berlusconi, Pertini e i soliti cretini

L’on. Rotondi esprime una semplice opinione e riceve ignobili minacce da ignoti che invocano il ritorno alle Brigate Rosse. Se in Italia esiste il pericolo di rivivere la censura autoritaria, l’intolleranza e lo scontro cruento tra fazioni politiche questo è caldeggiato solo dall’odio post comunista


L’EDITORIALE di Riccardo Colao (direttore del Quotidiano l’Italiano)

ROMA – “Ho doverosamente informato il ministero dell’Interno delle plurime minacce ricevute a causa della opinione da me espressa sulla somiglianza di Berlusconi con Pertini (peraltro su un punto che non è un complimento né a Berlusconi, né a Pertini, ossia il loro desiderio di piacere).La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’invocazione di un ritorno delle Brigate rosse. Da questo momento presumo che si aprirà un fascicolo di indagine su questa vicenda, ed è un bene che sia così. Penso che si sia passato il segno. Domani ne riparleremo con maggiori dettagli”.

Con le parole di questo breve comunicato diffuso nella serata del 7 gennaio dall’on. Gianfranco Rotondi abbiamo appreso, ancora una volta, come in Italia, il vento dell’odio politico fischi sempre da sinistra elevando bufere!

Un breve riepilogo per fare il punto sulla questione si rende necessario per facilitare la comprensione dei nostri lettori.

Affrontando l’argomento della corsa per il Quirinale (che avrà luogo da qui a poche settimane per trovare il successore di Mattarella), il deputato di Forza Italia Gianfranco Rotondi, già ministro nel governo Berlusconi nel 2008, in un’intervista rilasciata al Giornale, ha ipotizzato che l’eventuale elezione di Silvio Berlusconi al Quirinale avrebbe consegnato agli italiani “un nuovo Pertini”. In che senso si sarebbe chiesto chiunque prima di aggredire Rotondi aizzando gli animi avverso la presunta candidatura al Colle del Cavaliere? Non lo hanno fatto i “Don Chisciotte” di area “red” che lancia in resta sono partiti contro i “mulini a vento” dell’informazione nazionale.

Sandro Pertini, socialista ed ex partigiano combattente, personalità di rispetto e ammirazione, com’è dimostrato nel suo settennato ebbe un comportamento che piacque molto agli italiani anche per via del modo personale di interpretare il ruolo istituzionale, teso alla ricerca del puro gradimento d’immagine. Gianfranco Rotondi, cogliendo la caratteristica “pertiniana” aveva semplicemente sostenuto che anche Berlusconi mantiene nel suo “dna” di personaggio pubblico la tendenza a voler catturare, più possibile, il gradimento da parte degli elettori (siano essi di centrodestra che di parte avversa). Per alcuni (tra questi i giornalisti del settimanale “L’Espresso” (ormai in grande callo di vendite, di lettori e di foliazione) le affermazioni dell’on. Rotondi sarebbero state “decisamente azzardate” tanto da garantirgli il primo posto nello “Stupidario”, la rubrica in cui l’organo di informazione vicino ai “red”, riporta le dichiarazioni più strampalate notabili nel corso dei sette giorni antecedenti alla diffusione in edicola.

Come avviene spesso dalle parti dei “buontemponi,” figli di una sedicente “superiorità culturale virtuale” che a “sinistra” pare essere la regola, è palese come in quelle stanze si lavori per attribuire cose mai pensate o dette a chi è responsabile unicamente di quel che ha scritto o dichiarato. In poche parole si stravolge un pensiero e lo si utilizza come un boomerang perché si ritorca contro chi ha avuto l’ardire di pronunziarlo.

Così il fatto che sia Sandro Pertini che Silvio Berlusconi, secondo Rotondi (e secondo pure noi) abbiano in comune il desiderio di “piacere” sotto il profilo politico e umano, si trasforma nell’accusa di aver irriverentemente accostato la figura dell’ex partigiano fatto presidente, a quella del probabile candidato al Quirinale. Mirare al essere graditi agli elettori, ai cittadini, agli spettatori, a terzi… può essere qualcosa di cui vergognarsi? Può essere, invece, un legittimo desiderio di chiunque abbia ambizioni di ricoprire ruoli di primo piano?. Che cosa può esserci di lesivo nei riguardi di Pertini se qualcuno asserisce che Berlusconi abbia, come lui, la tendenza a piacere?

Un paragone inaccettabile per i tromboni che hanno intonato la “caciara” e la fanfara, condita dalle consuete visioni dell’ipotesi del Berlusconi presidenziale che turba i sonni dei “piddini e associati”. Come nelle migliori tradizioni staliniste, la stampa rossa ha trasformato la bugia allo stato puro nel “tam tam” della velenosa campagna di aggressione “parasovietica” nei riguardi del deputato Rotondi, colpevole solo di aver espresso un libero pensiero, una sua legittima deduzione. Basterà tale affinità a garantire l’elezione di Berlusconi a Presidente della Repubblica? Perché ciò avvenga occorrerà qualcosa di più. Occorrono i voti.

L’on. Gianfranco Rotondi all’uscita di Montecitorio

Il presidente della repubblica rappresenta la massima carica istituzionale italiana. La procedura è particolarmente complessa. In base all’articolo 83 della Costituzione viene eletto dal parlamento in seduta comune a cui si aggiungono 3 delegati per ogni regione (scelti dai rispettivi consigli regionali), fatta eccezione per la Valle d’Aosta che ne esprime uno solo.

Fintanto che non sarà eletto il nuovo parlamento con numeri ridotti a seguito della riforma costituzionale approvata nel settembre 2020, l’assemblea elettiva sarà composta da 1009 membri: 630 deputati, 321 senatori (inclusi i senatori a vita) e 58 delegati regionali.

Lo stesso articolo della costituzione stabilisce poi che il voto sia segreto e che il nuovo presidente si assicuri una maggioranza qualificata dei due terzi dell’assemblea. Se tale maggioranza non viene raggiunta, si procede ad una nuova votazione. Dopo i primi tre scrutini se ancora non si riesce ad eleggere un candidato, diventa sufficiente la maggioranza assoluta (la metà più uno dei votanti).

I sonni della sinistra e degli antiberlusconiani sono agitati poiché fatti i debiti conti dalla quarta “chiama” in poi Berlusconi potrebbe ricevere i voti necessari per diventare (piaccia o meno) il successore di Mattarella. E questo spaventa non poco i post comunisti e i finti democratici del partito che ormai non rappresenta più gli operai, i lavoratori, le famiglie ma una pletora di progressisti che puntano al loro progredire a danno di quello altrui.

Ogni occasione è buona per travisare e per demolire gli avversari politici denigrandoli non sul piano del confronto ma su quello delle strumentalizzazioni più bieche e disonorevoli per chi la cavalca nn avendo altri argomenti a sostegno.

Per queste ragioni esprimiamo dalle colonne del quotidiano l’Italiano solidarietà e affetto all’on. Gianfranco Rotondi, al presidente Silvio Berlusconi e alla memoria del presidente Sandro Pertini, che a suo modo e col suo stile, fece innamorare tutti gli italiani anche quelli che magari non avrebbero condiviso le idee socialiste.

Gli antidemocratici , nel terzo millennio non albergano nei meandri della destra sociale o nell’area di centro che guarda a destra. Il pericolo che minaccia la libertà di pensiero e di espressione fischia assieme al vento della sinistra illiberale e di chi la vive alimentando odio e sostenendo intolleranza verso chiunque osi pensare e affermare pensieri sgraditi… ancor di più se nell’immaginario collettivo qualcuno trovi affinità tra un certo Sandro e un certo Silvio. In fondo così è …se vi pare!

Riccardo Colao

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