Friday, April 19, 2024
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Casa del Mantegna a Mantova la mostra “Stanze americane”, promossa dalla Provincia di Mantova in collaborazione con l’Associazione Flangini, la Fondazione Rossi e con lo straordinario apporto del Comune di Mantova

Si avvia così un dialogo con la realtà culturale della città, in particolare con artisti contemporanei
legati all’esperienza artistica della poesia visiva (Gruppo 70 e Gruppo 63), presenti nella collezione
municipale. L’idea di viaggio e di nomadismo sottesa alla mostra Stanze americane trova felice
condivisione curatoriale con il patrimonio artistico contemporaneo, genius loci della città: Bartolini,
Bentivoglio, Harloff, Miccini, Olivieri, Ori, Pignotti, Sarenco, con la presenza autorevole dell’artista
mantovano Sermidi, che ha saputo esprimere in maniera magistrale i termini della pittura aniconica.
“Una mostra ariosa, di grandi dipinti, ma che conservano il rigore di atmosfere sospese, di silenzi, di
lunghe pause di riflessione”. Si tratta della riproposizione di un percorso culturale che coinvolge in
un confronto dialogico in cui gli attori, Bressan, Marrocco e Savelli, non convergono in un
movimento artistico comune, non fanno gruppo, ma al contrario proseguono le proprie strategie
personali


di Gianfranco Simmaco per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – Sabato 25 marzo, alle ore 17.30, s’inaugura presso Casa del Mantegna a Mantova la mostra Stanze americane, promossa dalla Provincia di Mantova in collaborazione con l’Associazione Flangini, la
Fondazione Rossi e con lo straordinario apporto del Comune di Mantova,
che ha gentilmente
concesso il prestito di 15 opere della Collezione Civica.
La mostra, per la curatela di Flaminio Gualdoni, propone complessivamente 60 lavori e, quale
arricchimento dell’itinerario espositivo, alcuni video. Le opere realizzate da Italo Bressan, Franco
Marrocco e Alessandro Savelli, in parte al rientro dalle loro esperienze a New York e a Los Angeles
in parte inedite, dialogheranno con le opere provenienti dalle Collezioni Civiche di Arte
Contemporanea.
È in un certo senso l’occasione per dar conto di un‘esperienza internazionale che, protrattasi per
alcuni anni, giunge ora a un punto di sintesi e di ricapitolazione. “S’intitola Stanze americane,
perché la costa ovest degli Stati uniti e il culturalmente vicino Messico ne soni stati gli scenari primi.
Ma dipana un filo di esperienze, geografiche e mentali, le vere nourritures della vicenda — come le
definisce il curatore – che per la circostanza si arricchiscono di un ulteriore svolgimento con i
prestiti provenienti dalla Collezione Civica d’Arte Contemporanea.” (Flaminio Gualdoni)
Si avvia così un dialogo con la realtà culturale della città, in particolare con artisti contemporanei
legati all’esperienza artistica della poesia visiva (Gruppo 70 e Gruppo 63), presenti nella collezione
municipale. L’idea di viaggio e di nomadismo sottesa alla mostra Stanze americane trova felice
condivisione curatoriale con il patrimonio artistico contemporaneo, genius loci della città: Bartolini,
Bentivoglio, Harloff, Miccini, Olivieri, Ori, Pignotti, Sarenco, con la presenza autorevole dell’artista
mantovano Sermidi, che ha saputo esprimere in maniera magistrale i termini della pittura aniconica.
“Una mostra ariosa, di grandi dipinti, ma che conservano il rigore di atmosfere sospese, di silenzi, di
lunghe pause di riflessione”. Si tratta della riproposizione di un percorso culturale che coinvolge in
un confronto dialogico in cui gli attori, Bressan, Marrocco e Savelli, non convergono in un
movimento artistico comune, non fanno gruppo, ma al contrario proseguono le proprie strategie
personali: «in ogni tappa di questo percorso si incontrano e incrociano il proprio fare, avendo
conferma della propria e dell’altrui necessità. Bressan, Marrocco e Savelli sono accomunati dalla
nascita in seno alla generazione che non è passata, come usa dire, dal figurare all’astrarre, ma che
ha considerato l’astrazione come una condizione naturale del fare sin dagli inizi… a partire dalla
centralità attribuita alla luce: che è insieme valore fisico e metafisico che consente a ognuno, di
essere naturalmente ‘astratto con qualche ricordo’, come voleva Klee, creando situazioni visive che
sono al tempo stesso massimamente astratte e massimamente figurali. Ciò consente agli artisti di
aprire un territorio teoricamente illimitato da cui nasca una nuova idea di paesaggio: paesaggio che
è sia fisico sia totalmente d’anima” (dall’intervista al curatore Flaminio Gualdoni).
Per gli studenti delle scuole superiori della città e della provincia di Mantova l’esperienza non si
conclude con la visita in mostra: viene loro infatti offerta la straordinaria possibilità di incontrare gli
artisti in ambito scolastico. Il tema degli incontri verterà, in particolare, sul confronto – esito di una
diretta esperienza – tra cultura americana e cultura europea “L’America è contrasto visivo e grandi
dimensioni, i nostri luoghi sono meditativi e contenuti. I luoghi ci abitano, ed è attraverso
l’architettura e il paesaggio che prendiamo coscienza della nostra identità” (Italo Bressan)

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