Catanzaro ricorda l’on. Mario Casalinuovo, il socialista, il giurista, il politico
Ministro dei Trasporti nel V° Fanfani (ma fu pure tante altre cose ancora, come primo Presidente del Consiglio Regionale, Deputato, Sottosegretario, Vicepresidente del Gruppo PSI alla Camera). Oggi nel capoluogo di regione si celebra un convegno per ricordare la figura di un grande catanzarese al servizio della giustizia sociale e del popolo
di G.S. dalla Redazione Catanzarese per il Quotidiano l’Italiano
CATANZARO – Presso la Casa delle Culture si svolgerà nel pomeriggio di oggi 19 aprile l’atteso convegno per ricordare la figura dell’on. Mario Casalinuovo, ministro e primo presidente del Consiglio Regionale della Calabria. Parteciperanno: il prof. avv. Nico D’Ascola, l’on. Bobo Craxi, gli avv.ti Vincenzo Scarpelli e Vicenzo Ioppoli, l’on. Leopoldo Chieffallo, l’on. Rosario Olivo. Modererà il collega Filippo Veltri.
Mario Casalinuovo era laureato in giurisprudenza, divenne avvocato penalista. Socialista autonomista, ebbe una gioventù segnata da una drammatica esperienza nei campi di concentramento nazisti dove fu spedito dopo aver rifiutato di aderire alla R.S.I. (lo zio Vito Casalinuovo – fratello del padre e console della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale – M.V.S.N. fedelissimo al Duce tentò invano di evitare il trasferimento, potendo lui scegliere di firmare l’adesione all’esercito della Repubblica Sociale.
Iscrittosi al Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (poi di-ventato PSI) subito dopo il ritorno dalla prigionia in terra tedesca (1945), aderì alla scissione di Palazzo Barberini (1947), militò dapprima nel PSDI e, nel 1959 confluì con il MUIS (movimento unitario di iniziativa socialista) nel Partito Socialista Italiano che aveva deliberato la sua politica autonomista nel Congresso di Venezia, dopo i fatti di Polonia e Ungheria.
Fu quindi Segretario della Federazione di Catanzaro del PSI, componente del Comitato regionale, del Comitato centrale e dell’Assemblea nazionale del Partito Socialista Italiano sino al suo scioglimento av-venuto nel 1994. Dal 1974 al 1979 fece parte della Commissione ministeriale per la riforma del codice di procedura penale presieduta dal prof. Gian Domenico Pisapia.
È stato – come abbiamo anticipato in apertura – il primo presidente del consiglio regionale della Calabria, assessore regionale, deputato e presidente di Commissione parlamentare, Sottosegretario di Stato e Ministro. Eletto deputato nelle file del PSI nelle elezioni politiche italiane del 1979 e del 1983 (VIII° e IX° legislatura), fu il primo deputato socialista catanzarese eletto dal Secondo Dopoguerra.
Ha ricoperto, in ambito nazionale, l’incarico di Sottosegretario al Ministero dei Lavori Pubblici nel I° e nel II° Governo Spadolini (28.06. 1981 – 13.11.1982) e di Ministro dei trasporti nel V° Governo Fanfani (01.12.1982 – 04.08.1983).
È stato vice presidente del gruppo parlamentare del PSI fino al 3.7.81 e, fino alla stessa data, ha fatto parte della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, partecipando ai più importanti dibattiti sia sui disegni di legge del Governo sia sulle proposte di legge d’iniziativa parlamentare.
È stato impegnato nell’associazionismo forense, ricoprendo, tra l’altro, la carica di vice presidente nazionale dell’Unione delle Camere Penali italiane e quella, per undici anni, di presidente della camera penale della provincia di Catanzaro, che fondò con altri colleghi nel 1988.
Giornalista pubblicista, direttore per molti anni di Calabria Giudiziaria fondata nel 1919 dal padre Giuseppe Casalinuovo (poeta e avvocato), è collaboratore di riviste giuridiche, di quotidiani e periodici politici. Ha fatto parte anche della Giunta esecutiva nazionale della FNSI.
Era fratello di Aldo Casalinuovo, avvocato penalista calabrese, eletto nella I e nella III legislatura alla Camera dei Deputati per il Blocco della Libertà e per il Partito Monarchico Popolare, per 15 anni presidente del Consiglio Nazionale Forense, e padre di Aldo Casalinuovo jr., avvocato penalista.
Il figlio, avvocato penalista, Aldo lo ha così ricordato: “È stato un padre molto attaccato alla famiglia, con sentimenti forti ma certamente anche piuttosto riservato nell’esprimerli. Frutto del carattere, di una formazione rigorosa, ma anche delle vicende di vita vissuta: trascorse quasi due anni da prigioniero in un campo di lavoro nazista, appena ventenne, e questo forse lo forgiò ad una essenzialità, oltreché nello stile di vita, anche nelle manifestazioni esteriori, pur con una grande umanità e una autentica attenzione verso gli altri. Un padre certamente affettuoso e generoso, ma aggiungerei senza smancerie... Non ho un ricordo preciso della sua elezione perché troppo piccolo (avevo soltanto 8 anni). Rammento bene però gli anni a seguire, che furono caratterizzati dalle sue continue trasferte a Reggio. Vi si recava il lunedì e rimaneva lì praticamente per l’intera settimana, soggiornando all’hotel Excelsior, sul principio del lungomare (lo dico perché anche quel luogo – evidentemente punto di riferimento per riunioni politiche ed istituzionali di quella stagione così particolare ed anzi unica – rimase un punto fermo dei suoi ricordi). Si trattava di avviare l’istituzione regionale, con pochissime risorse materiali ed umane, e dunque il suo impegno quotidiano era davvero totalizzante. Ricordo anche molto bene le preoccupazioni di mia madre a causa della situazione di grande tensione in città (i cosiddetti moti di Reggio Calabria) e di pericolo per l’incolumità personale di coloro che, non reggini, erano impegnati nell’istituzione regionale.
Nell’immagine soprastante l’on. Casalinuovo riceve l’incarico di Ministro dal pres. Pertini per il Governo Fanfani V°
Dopo una mancata elezione, per una manciata di voti, nel 1968, fu poi eletto alla Camera dei Deputati nel 1979 e nel 1983. Fu un periodo di attività politica intensissima: a Roma dal martedì al venerdì mattina (cercavamo di non mancare – io lì universitario – almeno una cena insieme il mercoledì sera), completamente assorbito dagli impegni istituzionali e di governo; e poi il fine settimana in Calabria per “curare” il collegio elettorale, come allora usava. Si trattava dell’intera regione e dunque – senza social, internet o altre “scorciatoie” comunicative – c’era da girare per città e per paesi, nelle sezioni o in convegni ed in altre occasioni pubbliche, macinando centinaia e centinaia di km ogni giorno e stringendo molte mani. Oltre al lavoro da svolgere in segreteria per ricevere compagni di partito ed elettori. Un mondo ed un modo di intendere e praticare l’attività politica molto diversi da quelli cui siamo abituati oggi.
Papà fu sempre un demartiniano, un seguace cioè di Francesco De Martino, ordinario di Diritto Romano a Napoli e per lungo tempo segretario del partito, con il quale ebbe un costante e fraterno rapporto. La corrente si chiamava “Riscossa” e in Calabria era generalmente minoritaria, riscontrandosi una prevalente presenza di “manciniani”, aderenti cioè alla proposta politica di Giacomo Mancini. Con Mancini vi fu sempre un rapporto di stima reciproca, pur nella differenza di posizioni all’interno del partito. Di Craxi papà ricordava gli esordi alquanto dimessi da semplice funzionario di partito in quel di Milano e da giovane “delfino” di Pietro Nenni, riconoscendogli naturalmente le straordinarie capacità politiche che si evidenziarono subito dopo la sua elezione alla segreteria del partito (che doveva essere transitoria!) nel comitato centrale del Midas nel 1976. E Craxi lo volle, poi, quale rappresentante calabrese nel V governo Fanfani, nel 1982, in qualità di ministro dei trasporti (dopo le esperienze da sottosegretario ai LL.PP. nei precedenti governi Spadolini). Anche con Giuliano Vassalli ebbe un rapporto di lunga e strettissima amicizia. Ho recentemente incontrato Claudio Martelli e mi ha fatto molto piacere che mi abbia ricordato, con una certa commozione, la stima e l’affetto che papà gli portava e che lui ricambiava con grande rispetto data anche la differenza di età.“.
Nelle immagini sottostanti il manifesto del Convegno e alcune foto dell’on. Mario Casalinuovo
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