Tuesday, March 19, 2024
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Perché stiamo dalla parte di Nordio

L’editoriale di Riccardo Colao. “Il Quotidiano l’Italiano, unitamente all’Associazione “Riforma e Giustizia – Per lo Stato di Diritto”  (presieduta dal dott. Enrico Seta, con la presidenza onoraria del dott. Otello Lupacchini ex magistrato e del giornalista-scrittore Ilario Ammendolia e della sen. Tiziana Maiolo) e ad altre associazioni (che vorranno aderire) scendiamo in campo e diamo inizio all’iniziativa pubblica nazionale per aprire una raccolta di firme, su tutto il territorio italiano e ovunque vivano italiani nel mondo, a sostegno del lavoro del Ministro della Giustizia Carlo Nordio”.

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Editoriali In Evidenza Politica Italiana , at 26/01/2023 Tag:

di Riccardo Colao – (direttore del Quotidiano l’Italiano)

ROMA – G come Giustizia. N come Nordio. Mai come prima d’Ora pianeta giudiziario italiano si è trovato così vicino ad una mutazione “genetica”. Mai come prima, in passato, nessun Governo era sceso a mu-so duro per modificare quello “status quo” che ha impedito ad esecutivi, democraticamente eletti dal popolo, di svolgere le proprie funzioni. Grazie alle tecniche del sospetto preventivo, della “presunta colpevolezza” e di accuse, poi rivelatesi prive di ogni fondamento, la Giustizia è stata amministrata in modalità poco garantista dei diritti costituzionali.

Il “caso Tortora“, che avrebbe dovuto rappresentare lo spartiaque tra “l’errore giudiziario“, il ricorso alla delazione dei “pentiti” e dei “sedicenti collaboratori“, (ex delinquenti incalliti che si trasformano in distributori di frottole quasi sempre smentite nei dibattiti in aula, a colpi di controinterrogatorio) intercettazioni trascritte a dir poco in modi equivocabili, hanno di fatto mi-nato la credibilità del lavoro degli investigatori, soggetti alla gestione dei p.m., che fiutano piste non più su ele-menti, o indizi concreti ma su ipotesi e convincimenti contro la logica. Il cittadino incensurato subisce pene anticipate – non previste dal Codice Penale – quale la “gogna mediatica” prioritaria alla sentenza, erogata da “giornalisti” quelli sì (pluricondannati e pregiudicati per diffamazione) compiacenti alle veline di “palazzo”.                    

Per alcuni magistrati, trasformati in “star”, dall’informazione a caccia di nuovi supereroi, lo scambio di “Info” esclusive atte ad ampliare il clamore dell’operazione, produce un duplice effetto: la proiezione di ombre diffamatorie sul malcapitato e fasci di luce teatrali puntati sull’inquisitore.    

Quest’ultimo posto sul piedistallo del monumento virtuale, su cui si erge a mo’ di vendicatore del popolo, è applaudito dalla platea dei mal informati dalla stampa asservita.      

Il ministro Nordio, ex magistrato e gran conoscitore di come si deve amministrare gli affari giudiziari e della loro stessa macchinosità, in senso costituzionale e garantista si è rimboccato le maniche e, forte del consenso, che riceve dalle componenti di maggioranza, è impegnato a sciogliere i tanti nodi che assillano il sistema per disegnare un nuovo volto alla Giustizia della Repubblica Italiana

Con il “caso Pittelli“, solo per citare l’esempio registrato nel capoluogo di Calabria, la giustizia si è spinta oltre ogni limite, perseguitando un avvocato penalista reo di aver svolto il lavoro, in considerazione dell’ipotesi che tale impegno, (qualsiasi professionista ricevuto l’incarico dal cliente svolge il mandato a sua difesa e non certo in modalità “contraria” o persino delatoria), potesse essere configurabile la “partecipazione esterna ad associazione mafiosa”.          

Reato i cui confini sono modulabili, e applicabili a seconda dell’interpretazione di chi gestisce l’indagine. In ciò il potere del p.m. è immenso: la “bonanima” del senatore Giulio Andreotti, a suo tempo, ne fece le spese, accusato addirittura di essersi “pungiuto” e “vasatu” con il Boss dei boss Totò Riina. Accuse supportate dal “sentito dire” dei soliti “pentiti di giornata” utilizzatori di “merce di scambio” per ottenere privilegi elargendo “chiacchiere e pinzillacchere” prese per oro colato da chi ha motivo di dar corpo alle mere ipotesi indagatorie.                 

Nordio, tra i tanti nodi che dovrà sciogliere, magari tagliandoli con la spada, c’é quello della separazione delle carriere. Come in ogni professione esistono gli specialisti. C’é il magistrato dotato del fiuto “poliziesco” e c’é quello incline alle funzioni di giudizio. In campo medico non si è mai visto un chirurgo, abilissimo ne-gli interventi a cuore-aperto transitare dalla sala operatoria all’ambula-torio per le emorroidi. A Palazzo di Giustizia, dove le funzioni tra magistratura inquirente e quella giudicante dovrebbero essere distinte, finiscono per mescolarsi, come nel gioco delle carte, e alla maniera teatrale i ruoli sono interscambiabili purché si conosca, a memoria, il copione da recitare.   

Non è più ammissibile che sia consentito per i cittadini, senza un minimo di straccio di prova, la collocazione nel tritacarne della giustizia popolare prima di ricorrere ai filtri preventivo. Non tutte le denunce hanno fondamento e la magistratura deve avere il buon senso e magari l’obbligo di archiviare quel ciarpame di cui si nutrono i lestofanti temerari. Gente che vive ai margini della società. Essi ricorrono alle querele e alle denunce, esposte ad arte, col preciso intento di intimorire i malcapitati, per – successivamente – sollecitare pagamenti al fine del ritiro… leve strumentali che hanno lo scopo di indurre il malcapitato di turno a trovare soluzione ai problemi previo esborso dello sterco del diavolo!

Ecco perché unitamente all’Associazione “Riforma e Giustizia – Per lo Stato di Diritto”  (presieduta dal dott. Enrico Seta, con la presidenza onoraria del dott. Otello Lupacchini ex magistrato del giornalista-scrittore Ilario Ammendolia e della sen. Tiziana Maiolo) e ad altre associazioni (che vorranno aderire) scendiamo in campo e diamo inizio all’iniziativa pubblica nazionale per aprire una raccolta di firme, su tutto il territorio italiano e ovunque vivano italiani nel mondo, a sostegno del lavoro e dell’impegno del Ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Riccardo Colao             

Il Ministro Nordio

Per partecipare all’adesione alla Campagna di Raccolta delle firme Pro Nordio basterà inviare una mail all’indirizzo quotidianolitaliano@titanieditori.com

testatina

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