“Raffa aveva un tumore”. La struggente testimonianza di Barbara Boncompagni chiude le polemiche sulla morte della Carrà
Finalmente svelate le ragioni del decesso della nota show-girl
di Brunetto Fantauzzi
Raffaella Carrà e il tumore, la figlia di Gianni Boncompagni “adottata”: “Fino agli ultimi giorni”, sconvolgente conferma dalla cerchia più intima
Morte inaspettata. Improvvisa. E noi emozionati, raccogliamo alcuni pensieri, in ordine sparso, per capire la Regina della televisione. Ed ha lasciato tutti senza parole: un piano unanime nel giorno dell’addio a Raffaella Carrà, che non aveva parlato con nessuno della sua malattia. Dagopsia riassume gli ultimi giorni di vita della diva della tv, morta a 78 anni alla Clinica Villa del Rosario di Roma. “Non voleva vedere nessuno – si legge sul portale diretto da Roberto D’Agostino -, tranne i familiari, gli assistenti e le persone a lei più care, come Sergio Japino. A seguirla nella terapia era stato il professor Paolo Marchetti, uno degli oncologi romani più apprezzati”.
E nelle ultime ore ha parlato anche il professor Giovanni Mangiaracina dell’Università La Sapienza. Ed ha detto che la “mamma di Raffaella Carrà è morta a 63 anni proprio per tumore al polmone”. Ci sarebbe, quindi, una componente genetica alla base della malattia. “Purtroppo il fumo ci ha portato via Raffaella con 10 anni d’anticipo. Se c’è una base genetica è ovvio che tutti i modelli di stili di vita influiscono su quella base genetica. Il polmone della donna è più piccolo rispetto a quello degli uomini. Quindi anche gli effetti negativi sono triplicati”, conclude il medico.
Barbara Boncompagni, figlia di Gianni per anni ha vissuto con Raffaella Carrà fidanzata di suo padre e che vediamo in una foto emblematica in tutta la sua romanità, racconta come si conobbero i due personaggi famosi: “Alle 5 del mattino a piazza di Spagna
Raffaella Carrà e il tumore, la figlia di Gianni Boncompagni “adottata”: “Fino agli ultimi giorni”, sconvolgente conferma dalla cerchia più intima
Barbara Boncompagni, figlia di Gianni per anni ha vissuto con Raffaella Carrà fidanzata di suo padre, racconta come si conobbero i due personaggi famosi:
“Alle 5 del mattino a piazza di Spagna. Papà le doveva fare un’intervista per uno spot delle Poste. E voleva la piazza deserta. Disse a Renzo Arbore: Domani intervisto una ragazza, carina, poi ti dico’. Raffaella dal canto suo mi raccontò che era incuriosita da questo tipo che si svegliava all’alba per uno spot
. Dopo qualche mese si misero insieme.
Una forza di donna, lui oltretutto aveva tanti anni in anni di più”.
Speciale è stato poi il rapporto tra la Carrà e le tre figlie di Boncompagni: “Io delle tre figlie di Gianni ero la più legata a le ( Barbara, ndr).
Ci univa una speciale condizione, l’abbandono. Io avevo subito quello di mia madre e lei quello di suo padre. Più che due sopravvissute eravamo due combattenti, ci siamo sentite uguali”, rivela in una intervista alla Stampa.
“Rasegnati”. Le disse un medico. E questo era il suo dramma. Raffaella Carrà e il tumore, la figlia di Boncompagni: “Fino agli ultimi giorni”. Sconvolgente dalla cerchia più intima
Come si conobbero papà e Raffa
Papà le doveva fare un’intervista per uno spot delle Poste. E voleva la piazza deserta.
Disse a Renzo Arbore: Domani intervisto una ragazza, carina, poi ti dico.
Raffaella dal canto suo mi raccontò che era incuriosita da questo tipo che si svegliava all’alba per uno spot.
Dopo qualche mese papà e Raffaella si misero insieme, nella lussuosa dimora di Via Nemea nei pressi di Via dei Laghi sportivi.
Una forza di donna, lui oltretutto aveva tanti anni anni di più”.
Speciale è stato poi il rapporto tra la Carrà e le tre figlie di Boncompagni:
“Io delle tre figlie di Gianni ero la più legata a lei. Ci univa una speciale condizione, l’abbandono. Io avevo subito quello di mia madre e lei quello di suo padre.
Povera Barbara: un dramma che si ripete.
Barbara rappresenta il figlio che la Carra non ha mai potuto avere:
“Raffaella, quando avevo 12 anni, decise di portarmi con lei in tournée. Io ero impazzita di gioia tanto che feci una tragedia al ritorno. Dormivamo insieme, viaggiavamo insieme, mi portava anche sul palco fra tantissimi ballerini. Ogni spettacolo per me ragazzina era una magia pura che si compiva. E, senza rendermene conto nell’immediato, imparavo a conoscerla in tutto il suo essere, privato e professionale. Educatissima con tutti.
Le piaceva Stare al mare e giocare, era una grande appassionata di Burraco. Aveva avuto una vita da single ed essere dominata dalle carte la divertiva. E poi adorava viaggiare, le cene con pochi amici e cibo buono. Era appagata e non si è mai lamentata della vita privata, del non avere avuto figli, prima non li aveva cercati, poi non erano venuti. Ne aveva adottati a distanza e voleva un gran bene ai nipoti. Ogni volta che andavo a cena da lei mi chiedeva: ‘vieni con i gioielli?’ indicando i miei figli. La malattia? “Non si sapeva e non si sa nulla. Aveva preso la scelta di non far soffrire, il massimo della riservatezza. È andata via in punta di piedi come i grandi, come Ennio Morricone. Oltretutto lei detestava le celebrazioni, non era per il passato. Credeva di non smuovere l’aria così facendo, invece il dolore collettivo per questa figura luminosa ha preso il sopravvento pure su di lei”, conclude.
Come si conobbero Gianni e Raffaella
Papà le doveva fare un’intervista per uno spot delle Poste. E voleva la piazza deserta.
Disse a Renzo Arbore: Domani intervisto una ragazza, carina, poi ti dico.
Raffaella dal canto suo mi raccontò che era incuriosita da questo tipo che si svegliava all’alba per uno spot.
Dopo qualche mese si misero insieme, nella lussuosa dimora di Via Nemea nei pressi di Via dei Laghi sportivi.
Una forza di donna, lui oltretutto aveva tanti anni anni di più”.
Speciale è stato poi il rapporto tra la Carrà e le tre figlie di Boncompagni:
“Io delle tre figlie di Gianni ero la più legata a lei. Ci univa una speciale condizione, l’abbandono.
Io avevo subito quello di mia madre.
Povera Barbara: un dramma che si ripete.
Brunetto Fantauzzi
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