Due numeri: 3 e 56 – L’opinione di Francesco Chiucchiurlotto
Vogliamo dare un voto? Un bel 4, che col il 3 ed il 56, potrebbero essere un fantastico terno al lotto sulla ruota di Roma
Vogliamo dare un voto? Un bel 4, che col il 3 ed il 56, potrebbero essere un fantastico terno al lotto sulla ruota di Roma
Le opposizioni con qualche distinguo hanno avuto delle resistenze ma non una alzata di scudi in difesa delle libertà conquistate con tanti sacrifici e della centralità del Parlamento, presidio della sovranità popolare.
La centralità del Parlamento oggi è difesa dai promotori del referendum per il ripristino del sistema proporzionale, tra i quali il Sen Palumbo.
Galli della Loggia attribuisce alla presidente del Consiglio di essere portatrice di un disegno nazional liberale sia “pure di orientamento conservatore . “Come si fa a parlare di disegno nazionale liberale attribuito a chi intende stracciare la Costituzione abbattendo la Repubblica parlamentare?
Come si fa a ritenere un disegno nazionalistico liberale la divisione del Paese con l’Autonomia differenziata, che vanifica conquiste solidaristiche raggiunte negli anni?
“Si dice che il centro non è più attuale ma è il sistema dell’alternanza tra poli contrapposti che offre stabilità, forza agli esecutivi.
Queste furono le scelte della metà degli anni 90: anni delle stragi e de disegni eversivi, quando con la legge elettorale del 1994 si iniziò a sfigurare la Costituzione.
Queste scelte non hanno assicurato ne’ stabilità, né governabilità, ma solo precarietà e l’assalto alle Istituzioni di tanti “parvenu””.
A coordinare i lavori della giornata sarà l’On. Dalila Nesci. L’evento avrà luogo oggi pomeriggio preso la SALA DELLE CULTURE DELLA PROVINCIA DI CATANZARO intitolata al magistrato Vincenzo Calderazzo,
Il segretario nazionale nCDU non nutre dubbi: “Siamo difronte un disegno di sovvertimento delle istituzioni democratiche, un blocco eversivo che si sostanzia nel disegno di legge del governo (questo inusuale) che impropriamente parla di “riforma”.
Mi sarei atteso domande più puntuali nel corso della Conferenza Stampa e una presa di coscienza del variegato mondo della cultura, dei commentatori politici che si limitano a segnalare le “debolezze” normative della proposta del governo”.
Si dice che con il disegno di legge Meloni si pone mano alla forma di governo mentre i primi articoli che riguardano i diritti dei cittadini non si toccano . Formalmente è così.
Ma se viene meno l’equilibrio tra i poteri, se la centralità del Parlamento scompare,se vengono meno gli strumenti di controllo e dì garanzia, di fatto i primi articoli si svuotano. L’impianto della Costituzione è un unicum funzionale e non un insieme di fette.
Gli “episodi” sono la spie di un malessere istituzionale.
La crisi della politica ha liberato spazi che la magistratura ha abusivamente occupato: prerogative del legislativo e dell’esecutivo trovano sovente filtri nella giurisdizione.
Realtà di magistrati inquirenti e giudicanti interagiscono con veti sulle scelte normative.
Ma la situazione del Ministero della Giustizia, controllato dai magistrati dove i ministri sono ospiti “pro tempore”, è solo richiamata: non fa scandalo e non si modifica.
Dopo tanti anni di sospensione della democrazia, iniziata con la riforma elettorale del 1994, si sta andando verso il superamento della Costituzione del 1948.
Le grandi motivazioni ideali e morali,che sono le fondamenta della nostra repubblica sono “eliminate”nel disegno della maggioranza di governo.
I sacrifici di un popolo e di tanti militanti che hanno costruito un Paese nella democrazia e nella libertà sono considerati “passato”.
Il “nuovo” a cui si tende è una nuova forma di Stato e di governo.
Rimangono tanti altri nodi: quello della giustizia; del salario minimo;della emigrazione. Nello sfondo la grande questione sulla identità della nostra repubblica : un capo di governo eletto, cioè una versione presidenzialistica e poi l’autonomia differenziata, che farebbe dell’Italia uno Stato federale.
E ancora la riforma elettorale che non e’ indipendente dell’assetto istituzionale ma è funzionale.
Gli articoli della Costituzione da modificare: trattandosi di un capovolgimento sostanziale della Carta fondamentale della Repubblica,non si puo’ seguire la procedura dell’ art 138, ma un vero pronunciamento del corpo elettorale attraverso referendum o la elezione di una Assemblea Costituente.