Wednesday, May 15, 2024
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A Catanzaro celebrato nella chiesa di San Nicola il ricordo dello statista Acide De Gasperi. Presente l’on. Mario Tassone segr. nazionale nCDU

L’ex vice ministro e attuale segretario nCDU, deputato della Democrazia Cristiana e uomo politico calabrese ha evidenziato l’attualità storica del grande presidente del consiglio della ricostruzione stigmatizzando l’attuale impoverimento della realtà politica che appare incapace di esprimere personalità di uguale valore e capacità umana.


di Riccardo Colao – (direttore del Quotidiano l’Italiano) – dalla Redazione Catanzarese

CATANZAROCelebrare il 69′ anniversario della scomparsa di Alcide Degasperi non è solo espressione di ricordo di una persona cui l’Italia e l’Europa devono molto, ma il punto di ripartenza e di resistenza per riflettere su come si possa svolgere il ruolo di responsabilità per il bene comune a partire da un vissuto religioso forte che fa del pensiero sociale cristiano, nella sua integralità, il proprio riferimento vitale.

De Gasperi credeva fermamente nell’aldilà. Maria Romana, la figlia prediletta, lo ricordava come un cristiano sereno, sicuro di sé e fiducioso nella provvidenza”. Bisognava credere nella presenza di Dio nelle cose umane. Una convinzione con cui si mosse anche in politica. Il motivo per cui è stato omaggiato dopo la sua morte da tutti gli italiani.Perchè è riuscito a trasmettere coraggio, mai tristezza. Questo è stato molto importante nei primi dieci anni dopo la guerra. E’ stato un grande interprete della voglia di rifarsi diffusa in Italia uscita dal conflitto mondiale. Se ne andò consapevole,  pregando. “Gesù, Gesù” furono le sue ultime parole prima di chiudere gli occhi per sempre“.

Alcide De Gasperi nel corso del suo viaggio negli Stati Uniti dove fu accolto con spirito d’amicizia costruttiva che consentì all’Italia di rimascere

Sempre preciso e inappuntabile nella sua oratoria, l’on. Mario Tassone, segretario nazionale del Nuovo Cdu, , al termine della messa in suffragio tenuta a Catanzaro presso la chiesetta dedicata a San Nicola, ha avuto modo di ricordare la figura dello statista: «Un messaggio di grande attualità rispetto agli eventi pregressi e a quelli che stiamo vivendo. Il ricordo dev’essere intenso, forte, con meno parole possibili».

L’on. Mario Tassone colto durante la sua commemorazione a Catanzaro nella chisa di San Nicola al termine della funzione celebrativa

«Le vicende di oggi ha approfondito l’on. Tassonesempre di più illustrano la figura di De Gasperi, aiutano a recuperare la sua storia e quella della Democrazia Cristiana, di quella fase fondamentale nella Prima Repubblica, perché della Seconda non abbiamo visto segnali se non qualche sfascio istituzionale e nella società. Quindi, poche parole: un appuntamento per un semplice ricordo e un ricordo semplice, ripulito dalla retorica. Il ricordo basta per indicare una prospettiva e per far capire quali sono le contraddizioni che oggi stridono nella società, i passi indietro che il nostro paese ha fatto sul piano della cultura, dei principi, degli ideali. Siamo in campagna elettorale, poche parole anche qui, ma ricordo che l’effige di De Gasperi non comparì mai in nessuna lista. Oggi abbiamo invece la democrazia dei capi e del leader, la cui effige compare nelle liste, sempre più personalizzate perché non ci sono i partiti e le formazioni politiche sono quasi vissute come proprietà privata. È più importante il leader perché – ha precisato con la convizione di voler “resistere” l’on. Tassonei partiti non esprimono più nulla, non ricercano più dibattiti e sfuggono dalle democrazie interne e dai confronti. De Gasperi non aveva bisogno di mostrarsi nelle liste, come tanti altri amici della Dc ritengo che questo dato va sottolineato: io sono per il cancellierato alla tedesca come abbiamo più volte proposto in parlamento, sono per il ritorno al numero originario dei parlamentari, e per il ripristino della garanzia costituzionale dell’immunità parlamentare, per dare dignità a un Parlamento che è stato ucciso dal movimento eversivo del M5S con l’appoggio del PD, che dovranno rispondere alla storia, al popolo italiano illuso e tradito e alla propria coscienza politica».

Il quotidiano dell’epoca che annuncia la scomparsa del grande statista

L’on. Mario Tassone ha poi colto l’occasione per esprimere il suo parere in merito alla situazione politica nazionale attuale: “Al tempo di tangentopoli ha dichiarato il segretario nCDUsi è compiuto un vero e proprio golpe nei riguardi della classe politica centrista a vantaggio delle sinistre che sono riuscite così ad arrivare al potere grazie alla via giudiziaria. Si è così favorito il ricambio dei valori politici senza che nessuno a livello popolare abbia potuto scegliere i propri effettivi rappresentanti col metodo delle preferenze. Un parlamento di nominati è il risultato dell’attuale componente al governo o all’opposizione, magari in aternanza, spesso incapace di poter gestire il presente poiché ignorante del passato“.

L’on. Mario Tassone durante la messa in suffragio per la memoria di Alcide De Gasperi nel 69° anniversario della sua scomparsa

LA BIOGRAFIA DELLO STATITA ON. ALCUDE DE GASPERI

Uno dei grandi protagonisti dell’Italia repubblicana

Uomo politico di ispirazione cattolico-liberale, Alcide De Gasperi fu il principale protagonista del primo decennio della Repubblica. Presidente del Consiglio dal 1945 al 1953, egli incarnò ‒ a partire dal 1947 ‒ la linea politica del centrismo, fondata sulla collaborazione tra democristiani e laici. I suoi governi guidarono la ricostruzione postbellica e ancorarono l’Italia al mondo occidentale e all’Europa

DALL’IMPERO AUSTRIACO ALLA REPUBBLICA ITALIANA

De Gasperi nacque nel 1881 a Pieve Tesino, in provincia di Trento, quando il Trentino apparteneva ancora all’Impero austriaco. Dopo aver studiato a Vienna, egli divenne nel 1906 direttore del giornale Il Trentino, attraverso il quale difese l’identità italiana della sua regione. Nel 1911 fu eletto deputato al Parlamento di Vienna, dove si batté per una sempre più completa autonomia del Trentino. Nel 1918, alla fine della Prima guerra mondiale, proclamò ‒ insieme ad altri deputati italiani del Parlamento viennese ‒ la volontà delle popolazioni trentine di essere annesse all’Italia. Divenuto cittadino italiano, De Gasperi aderì al Partito popolare ‒ un partito di ispirazione cristiana, fondato nel 1919 da don Luigi Sturzo ‒, nelle liste del quale fu eletto deputato nel 1921. Ostile al fascismo, nel 1924 sostituì Sturzo alla guida del partito e fu uno dei protagonisti dell’Aventino (antifascismo). Nel 1927 fu condannato a 4 anni per attività antifascista e rimase in carcere per 16 mesi. Per sfuggire alla dittatura, chiese e ottenne un modesto posto di bibliotecario in Vaticano. Durante la Resistenza riorganizzò clandestinamente il Partito popolare, mutandogli il nome in Democrazia cristiana. Dopo la liberazione di Roma (1943), fu ministro degli Esteri nel secondo governo Bonomi e nel governo Parri. Nel 1945 divenne presidente del Consiglio, carica che mantenne sino al 1953. Convinto europeista, nel 1954 fu nominato presidente della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), primo nucleo della costruzione europea. Morì nel 1954 a Sella di Valsugana, un piccolo paese del Trentino dove era solito trascorrere le vacanze.

LA STRATEGIA POLITICA DEL CENTRISMO

Sino al 1947 i governi presieduti da De Gasperi comprendevano tutti i partiti che avevano preso parte alla Resistenza, inclusi socialisti e comunisti. In quel delicatissimo biennio si tenne il referendum che vide il passaggio dalla monarchia alla repubblica, fu eletta l’Assemblea che avrebbe redatto la nuova costituzione e fu varata l’amnistia ‒ voluta in modo particolare da Palmiro Togliatti, ministro della Giustizia e segretario del Partito comunista ‒, per pacificare il paese dopo il dramma della guerra civile. Ma dal 1947 in avanti, anche in seguito al delinearsi della divisione internazionale tra blocco occidentale e blocco comunista, la linea politica di De Gasperi divenne incompatibile con quella dei socialisti e dei comunisti, ancora legati all’Unione Sovietica. Si consumò così, nel 1947, la rottura con i partiti di sinistra, che furono esclusi dal governo.

Nel 1948 si tennero, in un clima incandescente, le elezioni politiche, che videro il confronto tra i partiti favorevoli alla collocazione dell’Italia nel blocco occidentale e i partiti socialisti e comunisti, che erano contrari e si erano uniti nel Fronte popolare. La Democrazia cristiana conquistò una schiacciante vittoria, con il 48% dei consensi. Ma De Gasperi non volle governare da solo; anzi, egli fece della collaborazione con i partiti laici (repubblicani e liberali) una scelta di fondo, cui diede il nome di centrismo, perché escludeva tanto la sinistra quanto l’estrema destra. Sotto la sua guida i governi centristi, pur tra le inevitabili ombre, giocarono un ruolo decisivo nella ricostruzione materiale e morale del paese. Essi legarono l’Italia al mondo delle democrazie occidentali, stabilendo un saldo rapporto con gli Stati Uniti; ottennero i finanziamenti del Piano Marshall, con i quali fu avviata la ricostruzione del paese; rimisero in moto l’economia di mercato e consolidarono la democrazia; risolsero la questione di Trieste, con la spartizione tra l’Italia e la Iugoslavia del cosiddetto Territorio libero di Trieste, e soprattutto fecero dell’Italia uno dei protagonisti del progetto dell’unificazione europea.

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