Saturday, April 20, 2024
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A Roma la Cerimonia di chiusura dell’anno giubilare nel 450° anniversario dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Annunciato il Gala Benefico per il 15 aprile, nella splendida cornice del Casino dell’Aurora Pallavicini, alla presenza di S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia.

Il Rev.mo Mons. De Nicolò, Gran Priore Magistrale degli Ordini Dinastici della Real Casa Savoia..
nella sua forbita e palpitante omelia, ha ripercorso il plurisecolare cammino di fede e di carità dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro esortando tutti i presenti a vivere l’appartenenza all’Ordine con lo stesso spirito dei predecessori, nella preghiera e nella carità.


di Ivan Trigona dalla Redazione Centrale del Quotidiano l’Italiano

ROMA – L’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (detto anche Ordine Mauriziano)  ordine cavalleresco della Real Casa Savoia nato dalla fusione dell’Ordine Cavalleresco e Religioso di san Maurizio e dell’Ordine per l’Assistenza ai Lebbrosi di san Lazzaro nel 1572, nel corso della giornata del 25 febbraio – a Roma – ha celebrato la chiusura dell’anno giubilare nel 450° anniversario dalla fondazione

Ne fornisce notizia – tramite un comunicato ufficialmente pubblicato sul sito degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia – la Delegazione Lazio che celebrando solennemente la chiusura del Giubileo nel 450° Anniversario della fondazione dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro ha accolto i nuovi mebri degli Ordini DInastici nella monumentale Sala del Pio Sodalizio dei Piceni.

Numerose le presenze dei Cavalieri e delle Dame degli Ordini Dinastici della Real Casa di Savoia, che insieme al Presidente della Giunta degli Ordini Dinastici S.A.S. il Cav. Gr. Cr. Principe Don Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps, al membro della Giunta Gr. Uff. Avv. Gualtiero Ventura ed al Delegato per il Lazio Comm. Avv. Alfonso Marini Dettina, hanno convissuto i particolari ed emozionanti momenti scanditi dalle parole di S.E. Rev.ma Mons. De Nicolò, Gran Priore Magistrale degli Ordini Dinastici della Real Casa Savoia..

Nella forbita e palpitante omelia, l’alto prelato, ha ripercorso il plurisecolare cammino di fede e di carità dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro esortando tutti i presenti a vivere l’appartenenza all’Ordine con lo stesso spirito dei predecessori, nella preghiera e nella carità. 

L’incontro si è concluso poi con una Conviviale durante la quale è stato presentato il Gala Benefico di sabato 15 aprile a Roma, nella splendida cornice del Casino dell’Aurora Pallavicini, alla presenza di S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto di Savoia.

S.E. Rev.ma Mons. De Nicolò, Gran Priore Magistrale degli Ordini Dinastici della Real Casa Savoia..
Il Delegato per il Lazio Comm. Avv. Alfonso Marini Dettina porge il saluto ai partecipanti
L’intervento del Delegato per il Lazio Comm. Avv. Alfonso Marini Dettina.
Nelle immagini alcuni momenti della Cerimonia

ALCUNI CENNI STORICI – L’ordine più antico, quello dei Cavalieri di San Lazzaro, fu fondato come ordine militare religioso al tempo del Regno Latino di Gerusalemme verso l’anno 1090. L’ordine era concepito per la cura dei lebbrosi, e molti suoi membri erano lebbrosi guariti divenuti cavalieri. Con la caduta di Acri nel 1291 i cavalieri di San Lazzaro lasciarono la Terra Santa e l’Egitto per trasferirsi prima in Francia, e poi, nel 1311, a Napoli. La Santa Sede lo soppresse incorporandolo nell’Ordine dei cavalieri di San Giovanni sin dal 1400, ma i cavalieri italiani, forti della protezione del re di Francia, rifiutarono di accettare la volontà papale.

Nel 1571 Giannotto Castiglioni, Gran Maestro dell’ordine di San Lazzaro, aveva spontaneamente rinunciato alla carica a favore del duca Emanuele Filiberto di Savoia. Questi aveva aperto trattative col pontefice Gregorio XIII per ottenere la riunione dei cavalieri italiani dell’ordine di San Lazzaro, con quello già confermato di San Maurizio. Il papa, con bolla del 13 novembre 1572, nominò gran maestro lo stesso duca e i suoi successori in perpetuo. Il duca ne notificò l’organizzazione ai suoi sudditi il 22 gennaio 1573 tramite magistrali patenti.

Dal punto di vista sociale, l’Ordine non si rivolgeva solo ai nobili. Anche un non nobile, infatti, poteva esservi ammesso cavaliere. Nel caso i cavalieri avessero i quattro quarti di nobiltà entravano nella classe cosiddetta «di giustizia». Se, invece, non erano nobili – o non lo erano pienamente – entravano nella classe dei cavalieri «di grazia». A questi l’ingresso nell’Ordine conferiva la nobiltà personale, che dalla persona del cavaliere, cioè, non passava né ai suoi figli né ad altri membri della famiglia. Se la carica di cavalieri era rivestita per tre generazioni consecutive, però, nobiltà si radicava nella famiglia, la quale faceva così il suo pieno ingresso nel Secondo stato. Spesso quando si voleva attivare questo passaggio, la famiglia interessata erigeva una commenda, che passava in eredità di padre in figlio con l’annesso titolo cavalleresco: la nobiltà conseguita in questo caso si chiamava «nobiltà di commenda». In antico regime l’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro era, quindi, anche un mezzo di mobilità sociale.

Unendo l’Ordine di San Maurizio a quello di San Lazzaro il duca ambiva a prendere possesso delle numerose commende che l’antico ordine gerosolimitano possedeva in tutta Europa, dall’Inghilterra al Regno di Napoli, dalla Spagna allo Stato della Chiesa. In questa prima fase, l’ordine si chiamava Ordine dei santi Lazzaro e Maurizio e la croce verde lazarita prevaleva su quella bianca di San Maurizio. Alla morte di Emanuele Filiberto di Savoia il progetto di recupero delle commende lazzarite era lontano dall’aver avuto successo. Il suo successore Carlo Emanuele I di Savoia riprese le trattative, soprattutto col re di Spagna e col Papa. All’inizio del Seicento l’Ordine assunse il nome odierno e la croce bianca di San Maurizio prese il sopravvento su quella verde di San Lazzaro. Fra Cinque e Seicento l’Ordine raccoglieva nel sistema degli onori sabaudo cavalieri di tutta Italia e un discreto numero di cavalieri europei.

L’Ordine di San Maurizio, invece, venne fondato a Ripaglia nel 1434 da Amedeo VIII di Savoia, in seguito divenuto l’antipapa Felice V. Si trattava, però, più di una confraternita religiosa che di un vero e proprio ordine cavalleresco. Tanto che alla morte di Amedeo VIII di Savoia esso cessò di fatto di esistere.

Guglielmo Baldesano, storico di Carlo Emanuele I, cui il duca affidò la stesura della prima opera in cui si tratti dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro, così scrisse dell’Ordine creato da Amedeo VIII: «Errano…coloro, i quali pertinacemente affermano che allhora fussero istituiti i cavallieri di San Mauritio dal primo duca di Savoia Amedeo; et molto più propriamente havrebbero ragionato se havessero detto che esso principe gli haveva fatto mutare professione et di cavallieri diventare eremiti sotto il titolo però di San Mauritio. In oltra, posto che allhora fussero stati instituiti i mauritiani cavallieri, non sarebbono stati riconosciuti et accettati sì fatti cavallieri dall’altre militie religiose, né havrebbero goduto de’privilegi ch’esse godono, non essendoci concorsa l’auttorità apostolica».

Emanuele Filiberto di Savoia primo gran maestro degli ordini unificati di San Maurizio e San Lazzaro

testatina

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