Monday, October 28, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Calcio – Serie B. Lo Spezia sfiora il colpo grosso al Barbera ma il Palermo non si arrende e impatta allo scadere del recupero

Contro i sorpredenti e fortissimi liguri i rosanero colgono un pareggio che equivale ad una vittoria


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

PALERMO – Che le squadre di Alvini giocassero un calcio aggressivo sia in casa che in trasferta, noi del mestiere lo sapevamo già e, quindi, lo sapeva già anche mister Corini. Quello che forse pochi immaginavano era che subito, sin dal fischio d’inizio, lo Spezia prendesse d’impeto il comando del gioco, con un baricentro molto avanzato e una difesa altissima, schierata quasi sulla linea di metà campo: un atteggiamento quasi intimidatorio, che ha costretto Lucioni & Co. ad arretrare di una decina di metri e …stare ad aspettare fin dove si sarebbe spinta la squadra dell’ex allenatore della Cremonese.

Per nulla intimoriti dalla stupenda coreografia dei quasi trentamila tifosi sugli spalti, anzi quasi “istigati” da tanto tifo-contro, i ragazzi di Alvini, spavaldi e temerari, hanno presidiato il centrocampo con il quadrilatero Esposito, Cassata, Amian e Zurkowski  e da lì lanciato come schegge impazzite i due esterni Elia (come tutti gli ex, anche lui, col dente avvelenato) a destra e Reca a sinistra, che con le loro accelerazioni hanno reso dura la vita all’intero reparto difensivo rosanero. Così che, già al 3’ minuto di gioco, il piccolo ma nerboruto ex Cittadella, Antonucci, liberatosi in dribbling stretto di un paio di avversari, ha tirato secco e forte, quasi a botta sicura e c’è voluta una paratona di Pigliacelli per deviare in angolo quel proiettile, destinato all’angolino alla sua destra.

Insomma, un inizio al calor bianco che spiegava, oltre ogni dubbio, quale sarebbe stata la trama della partita: uno Spezia, forte fisicamente e ancora più forte tatticamente, che dettava le regole del gioco per far sua la partita e portarsi via i tre punti. Solo che, di fronte, non aveva mica una squadretta qaulunque, ma il Palermo dalla difesa meno battuta della serie B, governata com’è da un leader della tempra di Fabio Lucioni. Che, da quel  superbo “nostromo” della barca rosanero qual è, ha subito capito l’antifona e, come suole, sbracciandosi e dando l’esempio, sia nella strenua difesa del fortino rosanero che nelle ripartenze, ha rimesso in careggiata una squadra che sembrava completamente smarrita. Il tutto, ovviamente, sotto la spinta travolgente dell’intero Stadio e, soprattutto, della meravigliosa Curva Nord 12,  i  suoi tamburi, i suoi canti, i suoi cori e gli inni della vittoria. E, infatti, come sospinti da un’onda marina che sale, sale e tutto travolge finalmente il Palermo si scuote e imposta un’azione di rimessa che, ad occhio, appare irresistibile. Ed è capitan Brunori a ricevere da sinistra  palla da Di Francesco  e scoccare col destro un tiro fortissimo, che solo un grande portiere come Dragowski poteva deviare in angolo.

Sembrava l’inizio di una nuova partita, quella che i trentamile sugli splati chiedevano (pretendevano) a gran voce e, invece, due minuti dopo, su erroraccio di un irriconoscibile Henderson, che con un avventato  retropassaggio, lanciava di fatto, libero come un uccello in cielo, Reca verso l’area di rigore rosanero. L’esterno spezzino aveva tutto il tempo di mirare l’angolino alla sinistra di Piagliacelli e batterlo con un imparabile tiro a giro. Spezia in vantaggio e il gelo che si spande a macchia d’olio da un angolo all’altro dello Stadio. Ma è solo un attimo, perché il tifo si riaccende , se possibile, più forte e impetuoso di prima e stavolta scuote il Palermo, che finalmente ribalta senso e trame di gioco: adesso ad attaccare in massa, anche correndo gli inevitabili rischi di ripartenza avversaria, è il Palermo, che sfiora, al 32’, dopo bell’azione manovrata,  il pareggio con Di Francesco:  il suo destro  è ben calibrato  ma in porta, nello Spezia, c’è un drago, anzi un… Dragowski.

L’atmosfera sugli spalti, all’intervallo, è calda, anzi rovente, come se la partita fosse ancora in corso, anche perché Corini manda subito a riscaldarsi Vasic e Mancuso.

Ad inizio ripresa, infatti, i due subentrano, rispettivamente, ad Henderson e a Insigne.

Il secondo tempo comicia a spron battuto per il Palermo e la partita sembra finalmente quella che tutti ci aspettavamo sin dall’inizio: il Palermo attacca con trame veloci e ficcanti, che costringono la difesa spezzina ad un superlavoro , fino al calcio di rigore reclamato da tutto lo stadio per evidente fallo su Brunori che si era liberato in dribbling lungo la fettuccia del fallo di fondo, davanti a Dragowski… Solo che Bertola non l’avesse fermato in extremis, con un pestone sul piede d’appoggio. Fallo evidente, che, dall’alto degli spalti vediamo tutti, tranne il franco-romano direttore di gara, che fa platetali cenni con le mani per dire che non c’è nulla e che il gioco può procedere oltre. Si leva, alto come un uragano, l’urlo di rabbia dei trentamila,  così forte e assordante da arrivare alle orecchie dei “guardiani” del Var. Che bloccano l’arbitro e lo inducono a verificare sul  monitor se ha visto bene lui con i suoi occhi da venti metri di distanza (dove si trovava al momento del fallo di Bertola su Brunori) o hanno visto meglio loro con l’occhio elettronico. Ebbene,  l’arbitro romano si piazza davanti al monitor e pur scrutando le immagini per almeno quattro lunghissimi minuti, si gira e fa cenno che non c’è rigore. L’urlo di rabbia dello Stadio tutt’intero scuote le  sue vecchie mura ma non i giocatori sosanero che continuano ad attaccare con veemenza, senza perdere la lucidità necessaria. Anzi, quella che è apparso a tutti un marchiano errore arbitrale, invece di deprimere i  rosa, li rende più rabbiosi . L’area di rigore spezzina diventa un vulcano in eruzione, piovono lapilli da ogni parte , mancuso ci prova con una girata dal dischetto del rigore ma c’è Dragowski a metterci ancora una volta una pezza in calcio d’angolo.E mentre infuria l’assedio rosanero, ecco il contropiede dello Spezia, avviato e reso letale dall’ex Elia, che, lanciato da Zurkoski, dribbla due volte Ceccaroni, si getta sulla linea di fondo e crossa basso, giusto sul piede dell’arrembante Esposito. Che appoggia in rete. E’ il 25’, è  il doppio vantaggio spezzino e tutto sembra portare, ormai, ad una sconfitta, per altro ineccepibile,  la seconda in casa, del Palermo.

Anche se mancano solo venti minuti, il Palermo si getta all’assalto con una rabbia che non gli avevamo mai vista in due anni di gestione Corini. Si gioca, ormai, solo nella metà campo spezzina, che, forte dei due gol di vantaggio, ma forse anche per stanchezza, si chiude a riccio. Il Palermo accorcia tre minuti dopo ilo 0-2 di Esposito con una fuga delle sue di Lund, che traviolge avversari come birilli e giunto sul fondo mette al centro una palla a filo d’erba. Sono intanti, tra rosanero e spezzini, su quella palla, ma ad arrivarci per primno con una scivolata di esterno destro è Mancuso che accorcia e riaccende le speranze rosa, mentre lo Stadio sembra esplodere  nell’urlo immane della folla.

Attacca il Palermo e lo Spezia non c’è più; si difende trafelato; si vede che questo non è il gioco suo; così il Palermo si insedia nell’area di rigore spezzina, senza più uscirne e sull’ennesimo lancione di Lucioni, si avventa come un ariete Soleri: la palla è alta, anzi altissima ma non per un gigante come lui, che l’aggancia di testa e sta per entrare  in area. Qui lo travolge Bertola, e subito si ode i fischio di Furneaux e si vede brillare, come il sole a mezzogiorno, il suo dito verso il dischetto. Rogore! … Solo che, anche stavolta, lo ferma il Var e gli suggerisce di andare a vedere. Lui va , guarda il monitor e… torna indietro, facendo segno di no con entramble braccia. Il fallo e venticentimetri prima della linea che dlimita l’area di rigore, Insomma, è punizione e non rigore, e intanto i sette minuti di recupero sono passati da altrettanti sette muinuti . L’atmmosfera è incandescente, lo Stadio è una bolgia Bertola, viene esplsuo per doppia ammonizione. L’ultima speranza è quel calcio dai sedici metri, contanto di barrierona davanti a Stulac. Che piazza un destro neraviglioso che scavalca la barriera e s’infila giusto nel sette. E’ il pareggio ad oltre dieci minuti dalla fine dei regolamentari 90’.

Ci vorrebbe un poeta, la sua penna fatata, per darvi almeno un’idea di quel che succede sugli spalti e in campo. Gente impazzita che urla iange e ride sui gradoni della curva, giocatori che si abbbracciano tutt’insieme in una piramide umana di autentico delirio. Poi, la corsa sotto la Curva Nord, le braccia dei ventidue rosanero levate in alto, mani che lanciano baci e lacrime di felicità.

Che dire oltre, se non che il nostro vecchio cuore rosanero, al momento della “palombella” di Stulac si è messo a fare i capricci come volesse schizzar via dal petto.

Ma questo è l’eterno fascino del calcio, quel fenomeno insondabile per cui un vecchio ritorna bambino e rivede le stelle in cielo, anche se è bigio e scuro come quello di ieri sera.   

Benvenuto Caminiti

Stulac dopo il pareggio esulta assieme a tutta la tifoseria rosanero

IL TABELLINO DI PALERMO – SPEZIA 2 – 2  

PALERMO (4-3-3): (4-3-3): Pigliacelli; Mateju, Lucioni, Ceccaroni, Lund (74′ Aurelio); Henderson (46′ Vasic), Gomes, Segre (74′ Stulac); Insigne (46′ Mancuso), Brunori (74′ Soleri), Di Francesco. A disp.: Desplanches, Kanuric, Nedelcearu, Graves, Marconi, Valente. All. Corini.

SPEZIA (3-4-1-2): Dragowski; Amian, Bertola, Nikolaou; Elia (78′ Moutinho), S. Esposito, Zurkowski (78′ Kouda), Reca (91′ Pietra); Cassata (64′ Bandinelli); Moro (64′ P. Esposito), Antonucci. A disp.: Zoet, Serpe, Gelashvili, Corradini, Cipot, Krollis, Candelari, Verde. All. Alvini.

ARBITRO: Fourneau di Roma 1 (Capaldo-Cipriani).

MARCATORI: 31′ Reca, 70′ P. Esposito, 73′ Mancuso, 104′ Stulac

NOTE: Ammoniti: Brunori, Lucioni, Ceccaroni (P), Cassata, Bertola, Dragowski, Zurkowski, Nikolaou (S). Espulsi: al 101′ Bertola (S) per doppia ammonizione.

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