Festa della Mamma e non del Genitore 1
La satira di Santin
La satira di Santin


La satira di Santin
La satira di Santin
60 ettari vitati, coltivati in regime biologico, al centro di una natura rigogliosa di terreni fertili in terra calcarea bianca, tra agrumeti e uliveti, nonché terra d’elezione per vitigni autoctoni come il Nero d’Avola: un contesto bucolico della Valle di Noto, in Sicilia Orientale, dove Feudo Maccari ha accolto una delle prime tappe di Sicilia En Primeur, portando in scena le proprie eccellenze vinicole. Ieri, 27 aprile, la cena di degustazione arricchita dalle specialità di Pino Cuttaia, chef bistellato de La Madia, che ha abbinato ai vini della famiglia Moretti Cuseri alcuni dei suoi più celebri piatti stellati, tra cui “Memoria visiva”, “Quadro di Alici” o “Scala dei Turchi
“Ribadiremo con forza la nostra opposizione a questo ddl – condivisa anche da buona parte del mondo femminista, omosessuale e liberale – contro un progetto liberticida che vorrebbe chiudere la bocca a chiunque la pensi diversamente e perfino indottrinare i nostri figli secondo l’ideologia gender”
Come da copione chi ha vinto l’appalto delle divise dell’ATAC, lo ha immediatamente esternalizzato facendole confezionare in Cina, Tunisia e Bangladesh ma all’azienda capitolina il prezzo di rivendita è salito a cifre da negozio del centro storico
“Sapete che operatori fiduciari come molti altri lavoratori tante volte percepiscono stipendi che non arrivano a 5 euro ogni ora ? E’ una cosa normale nel 2022 ? Siamo sicuri che chi vuole togliere il Rdc non vuole che questo non esista per sfruttare la sofferenza dei cittadini ? Si vogliono eliminare i due spicci dati alla povera gente , ma quando parlate cari politici di eliminare i vostri benefici , di abolire i vostri stipendi compresi vitalizi,”
di Ivan Trigona per il Quotidiano l’Italiano ROMA – Con la “Risoluzione del 5 maggio 2022 sull’impatto della guerra contro l’Ucraina…
La “Margherita”, l’Ulivo”, la rete di Leoluca Orlando, sono processi che hanno ribaltato gli antichi equilibri fra le forze politiche preminenti del tempo ,attenuandone le diverse visioni in nome del cambiamento per fare dell’Italia una democrazia compiuta, attraverso l’alternanza dei governi essendo venuto meno il pericolo del comunismo con la caduta del Muro di Berlino.
La vicenda di Giovanni Paolo Bernini ha in sé qualcosa di terribile e di terrificante per un Paese che si definisce costituzionalmente “democratico e repubblicano”. Come inquadrare diversamente una storia dove un magistrato, che ha tutti gli elementi per perseguire i personaggi realmente collusi con la ‘ndrangheta calabrese emigrata (pure lei) al Nord, decide invece di “distrarsi” e indagare quelli dell’altra parte dello schieramento politico e amministrativo? Gente vera, autentica, che crede nel diritto e nella Legge, che non c’entra nulla con la mafia. Gente tuttavia che rappresenta l’occasione ghiotta per distrarre la massa dei votanti e drogare i risultati elettorali.
Sono i progetti di modifiche sostanziali della forma di governo: premierato eletto direttamente dai cittadini, senza il bilanciamento di un Parlamento oggi esangue.
Si parla di un “premier” che sia il sindaco d’Italia eletto direttamente, così come il presidente della regione, mentre si dovrebbe prevedere la sfiducia costruttiva e la elezione di un nuovo sindaco o presidente in caso di dimissioni, per assicurare continuità e dialettica democratica con una rivalutazione del ruolo delle assemblee.
E poi la riforma del regionalismo che farebbe dell’Italia una repubblica federale: tanti statarelli.
Quattro anni addietro sul numero di “novembre-dicembre 2019” della rivista “i Catanzaresi”, , in occasione della triste ricorrenza del tragico avvenimento del disastro ferroviario avvenuto il 23 dicembre del 1961 (deragliamento di una carrozza del treno delle Calabro-Lucane dal ponte della Fiumarella con più di 60 vittime), era stato pubblicato un servizio di “taglio giornalistico “(come confermato e riconosciuto nella sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, dott.ssa Cialoni, del Tribunale di Viterbo), nel quale si ripercorrevano le tappe del triste evento. – Nulla a che vedere col fascicolo commemorativo del Petronio del tutto sconosciuto al direttore del periodico “i Catanzaresi” come alla redazione al vicedirettore Francesco Catania (anche lui inutilmente querelato ma estraneo “per Legge” alla vicenda poiché “non responsabile” del bimestrale) e al vastissimo pubblico che esula dai confini provinciali. Alla luce della decisione del GIP del Tribunale di Viterbo il Petronio (e chi lo ha assistito) non ha alcuna ragione di ritenere l’argomento “tragedia della Fiumarella del 23.12.1961” quale personale esclusiva riserva di analisti pubblicistica o di ricerca storica. La Storia e la rievocazione dei fatti (di qualsiasi fatto materialmente verificatosi) non è materia che possa sottostare al “copyright”; appartiene a chiunque voglia studiarla e renderla pubblica! Inoltre se in un contesto librario vengono pubblicati o ripresi “periodi letterari” a firma di altri autori nessuno può vietare ad altri di riprenderli e pubblicarli nelle stesse modalità. Il diritto d’autore tutela ciò che è frutto dell’ingegno dell’autore e non quello che l’autore stesso “a firma d’altri” inserisce nella sua pubblicazione.
Su questo tema si gioca non soltanto la tenuta di una coalizione ma l’identità della Nazione .
Con il regionalismo differenziato ritorna,in una forma apparentemente più presentabile, il disegno originario della Lega del Nord di Bossi,quello di Roma ladrona,dell’autonomia del Nord : convoglio che deve procedere spedìtamente perciò sganciato dal Sud.
Il regionalismo così come configurato dal disegno di legge è di fatto una federazione.
L’Unità dell’Italia si sperde in una Repubblica fatta da più stati e da più “patrie”.
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