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Per De Magistris e la sua “armata” in arrivo alla fine delle cene elettorali: l’Amaro Lucano

Sostanzialmente Lucano – sempre secondo la sentenza del Tribunale di Locri – avrebbe rubato ai ricchi (Europa e Repubblica d’Italia) per dare ai “poveri” privati col classico giochino che vede mantenere con qualche regalia e quattro soldini chi fugge dai problemi della loro terra natìa, e consentire ad altri di arricchirsi alle spalle di tutti noi.

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Editoriali In Evidenza Politica Italiana , at 30/09/2021 Tag: , , , , , ,

L’Editoriale di Riccardo Colao (direttore del Quotidiano l’Italiano)

ROMA – La notizia è arrivata in perfetto orario sul binario della Stazione del Tribunale di Locri, dopo alcune giornate di concitata gestione esaminatrice delle carte processuali.

Il Tribunale di Locri, come ascoltato nell’aula “sorda e grigia”, che qualcuno voleva trasformare in un bivacco per i manipoli dell’armata (Branca) De Magistris, ha legittimato la condanna per il signor Mimmo Lucano, già sindaco di Riace, alla “modica” pena di anni 13 e mesi 2 di reclusione. 

Minno Lucano è stato dunque ritenuto colpevole di reati molto gravi come associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso d’ufficio (tanto per completare il quadro di una vicenda che ha visto scendere in piazza tutta la parte politica di sinistra favorevole al concetto di immigrazione selvaggia a danno degli altri cittadini italiani, unici titolari di questa Repubblica che fa acqua da tutte le parti.

Mimmo Lucano, sarà obbligato anche in solido a restituire mezzo milione di euro per quel che concerne i finanziamenti richiesti e ottenuti e quindi ricevuti dall’Unione europea e dal Governo. Ma la sentenza è andata oltre colpendo persino la sua attuale compagna, signora Lemlem Tesfahun, che è stata sottoposta alla pena di  reclusione durevole 4 anni e mesi 10.

Non si trovavano sul set di “Scherzi a parte” i due imputati e, quando la richiesta del p.m. che si era rivelata meno pesante di quel che poi è stato deciso, era stata formulata, qualcuno aveva pure sorriso perché facendo i debiti calcoli Lucano e “signora” avrebbero potuto godere anche di un particolare trattamento di “fine rapporto”.

Il collegio, presieduto dal dottor Fulvio Accurso, ha impiegato in camera di consiglio settantacinque lunghe ore, decidendo di aumentare di sei anni la pena, rispetto alla richiesta della pubblica accusa che ne aveva proposto quasi 8 (7 e 11 mesi). 

L’ex magistrato ed ex sindaco De Magistris con il condannato

Colui che la sinistra (a cominciare dal PD a finire a LEU della signora Boldrini) aveva eletto quale paladino dell’accoglienza e dell’integrazione si trovava già agli arresti (dopo la conclusione dell’operazione «Xenia» ben condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla procura di Locri) e poi ai domiciliari. Quindi addirittura allontanato, in una specie di esilio forzato” al di fuori dei confini di Riace.

I magistrati nelle milleduecento pagine con cui ne chiedevano l’incarcerazione hanno definito il sindaco Lucano un amministratore «spregiudicato» per aver «favorito matrimoni di comodo» tra cittadini riacesi e donne straniere e per aver consentito a due cooperative, prive di requisiti, di assicurarsi il servizio della raccolta dei rifiuti urbani“.

Gli inquirenti hanno contrstato al signor Lucano pure un ammanco del valore di 5 milioni di euro che – sempre secondo chi indaga – sarebbero finiti nelle tasche di privati, anziché favorire e migliorare l’integrazione dei migranti.

Sostanzialmente Lucano – sempre secondo la sentenza del Tribunale di Locri – avrebbe “rubato” ai ricchi (Europa e Repubblica d’Italia) per dare ai “poveri” privati col classico giochino della “cresta casalinga”. Sostanzialmente avrebbe mantenuto con qualche regalia e quattro soldini chi fugge dalla loro terra per consentire ad altri di arricchirsi alle spalle di tutti noi. Un po’ come facevano i “Conquistadores” quando arrivati sulle coste del nuovo continente scambiavano perline e specchietti in cambio di pepite d’oro e finivano per arricchirsi alle spalle dei “peones” convinti di integrarsi con i nuovi arrivati.

Quella di Locri trattasi della sentenza di primo grado, intendiamoci, e il signor Lucano ha tutto il diritto di essere considerato innocente sino a quella che (quando arriverà) scriverà la parola fine: il verdetto della Cassazione passata in giudicato. I suoi legali – intanto – hanno annunciato che ricorreranno in appello contro questa manganellata poderosa che ha costretto l’ex sindaco addirittura al pianto una volta fuori dal palazzo di Giustizia..

A pochi giorni dal voto per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria, la candidatura di Mimmo Lucano nelle file dell’armata pro De Magistris suona come un campana a morto. Un pezzo da 90 è stato bruciato, in nome del Popolo Italiano, sull’altare della Giustizia e siccome le sentenze non si commentano, ma si accettano, l’ex Giudice De Magistris avrà di che spiegare a coloro che – dandogli fiducia – intendevano votarlo quale “Uomo nuovo“, che non sempre alla fine delle cene viene servito “il “dulcis in fundo“. Questa volta lui e tutti quelli che lo sostengono, dovranno accontentarsi, per digerire, di un ghiacciatissimo “Amaro Lucano“.

Riccardo Colao

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