Friday, March 29, 2024
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Pietra Barrasso: «La mia identità è nella luce»

Al Castel dell’Ovo di Napoli, l’esposizione dell’artista Pietra Barrasso, “Fasci di luce”, fino al 19 settembre, irradia e rapisce il pubblico tra tematiche sociali ed ambientaliste. Clelia Moscariello intervista l’artista per il Quotidiano l’Italiano


Al Castel dell’Ovo di Napoli, l’esposizione dell’artista Pietra Barrasso, “Fasci di luce”, fino al 19 settembre, irradia e rapisce il pubblico tra tematiche sociali ed ambientaliste.

 L’intervista.

Servizio Esclusivo a cura di Clelia Moscariello

Napoli – Giovedì 2 Settembre 2021, alle ore 17,00 presso la sala delle Terrazze del Castel dell’Ovo, si è tenuto il vernissage dell’esposizione personale dell’artista Pietra Barrasso, “Fasci di luce”, io c’ero quel giorno e con me tante altre persone.

Dopo oltre quarant’anni dalla sua ultima rassegna, l’artista, di origini campane, è tornata ad esporre all’interno del territorio campano, successivamente alla sua elaborazione di una nuova prospettiva dell’arte, dopo aver realizzato, in effetti, una tecnica spatolata acrilico su tela ed essere stata soprannominata dalla critica “Maestro di Luce”, grazie alle opere in questione, l’artista ha manifestamente inteso, in questa occasione, esprimere il suo desiderio di pace, speranza, rinascita.

L’esposizione “Fasci di luce” comprende circa 40 opere dedicate al tema “Luce, Mediterraneo e Sostenibilità”, che rappresentano una vera e propria denuncia «sullo stato di salute del nostro mare, della nostra terra, dell’ecosistema, della crisi climatica e delle ferite della natura in cui viviamo e di cui l’uomo sarebbe il maggiore responsabile.» come ci racconta Pietra nell’intervista che segue.

L’artista di fama internazionale Pietra Barrasso

Il giornalista Massimo Lucidi, inoltre, direttore della Rivista “THE MAP REPORT”, si è occupato dell’introduzione e della moderazione dell’evento. Sono intervenuti alla manifestazione artistica anche la giornalista del “Il Mattino” Stefania Marotti, con un’analisi critica sulla performance artistica di Pietra Barrasso. All’inaugurazione della esposizione è, inoltre, intervenuto l’artista partenopeo Rino Napoletano che ha interpretato Pulcinella in modo esemplare ravvivando la kermesse. Il “Gruppo Eventi” per la rassegna d’Arte ha creato, per l’occasione, il Catalogo intitolato “Fasci di luce”.

Tante le opere dell’artista, circa 40, che avvicendandosi, nella splendida cornice del castello sembrano piacevolmente inondare la location magnifica di una luce inusuale, pare di assistere davvero, infatti ad una danza armoniosa di colori, dove sullo sfondo, tuttavia, è possibile leggere problematiche sociali ed attuali, tra le quali, l’ambientalismo e lotta contro la violenza.

 Da “Oceano blu” a “Sorgente di luce”, da “Onde luminose”, ai “Faraglioni” da “Tramonto di luce” a “Tempesta nel Mediterraneo” , da “Riflessi di luce” ad “Emergenza incendi”, passando per “Intreccio di luci”, “Red”, “Luci e scintille”, “Scintille sul mare”, “Sinergie”, “Pioggia di luce”, “Rosso tramonto”, “Raggi dell’universo” e per “Riflessi nella notte”, “Riflessi al tramonto”, Riflessi di luce, “Scioglimenti dei ghiacciai”, si alternano, infatti, diversi colori, dai più sgargianti a quelli delle tinte pastello, e varie in esse sono le tematiche affrontate, eppure, tutte le opere e tutti i colori sembrano confluire, infine, in maniera del tutto naturale, nell’opera maestra che intitola l’intera mostra, “Fasci di luce”, che ricorda appunto il file rouge della intera kermesse, i colori sulle tele a grandi pennellate sembrano davvero giocare con il pubblico ed interagire assortendosi magicamente in quello che risulta, in conclusione, come un unico grande dipinto finale.

Un’opera di Pietra Barrasso

Fasci di luce” rappresenta un’onda di positività, un colpo d’occhio, un vortice di bellezza che ci attraversa ed al quale non possiamo sottrarci, la bellezza prepotente dei dipinti irradia per trascinarci vorticosamente nel mondo luminoso di Pietra, l’artista. La luce, infatti, sembra, farla da padrona qui e reclamare ininterrottamente il suo predominio e la sua voglia di vincere il buio e le ombre in ogni luogo della sala. Non si puo’, pertanto, restare indifferenti a “Fasci di luce”, probabilmente un po’ come non è possibile non notare una bella giornata di sole oppure evitare la luce che entra da una finestra.

Un dipinto di Pietra Barrasso

L’arte concettuale di Pietra puo’ piacere oppure no, ma nel frattempo dirompe, esulta, sussulta, sconvolge e ci spinge a ridiscutere ed a ridefinire i nostri schemi, mentre noi, nel frattempo, ci preoccupiamo di definirla, perché la sua luce interiore e quella esteriore hanno un potere travolgente.

Pietra, artista Internazionale, nasce nel 1963 a Venticano (Avellino), diventa poi grafica Pubblicitaria e fotografia, segue l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, nello specifico, sezione Pittura, comincia a dipingere sin da subito ottenendo immediatamente una grande risonanza da parte del pubblico e plausi da parte della critica, oltre che da parte di importanti personalità. Pietra, discente del Maestro Antonio Corpora, conosce e frequenta Aligi Sassu, Ernesto Treccani, Orfeo Tamburi, Robert Carroll, Papa Giovanni Paolo II, Mario Verdone, Willy Pasini. L’artista stringe collaborazioni con la Tipografia Colombo della Camera dei Deputati attraversi progetti grafici dal “Velario di Montecitorio” al “Codice Braille”, ed infatti crea con la Leep Records la copertina del Cd “Pronto Mosca – Pronto Washington”, ma collabora anche con la Gangemi Editore per la creazione della Collana “Colore e Pietra”. cura la grafica e l’impagi-nazione con la Rivista “Idea” e prosegue la sua attività, nel frattempo, presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, oggi Macro, al Museo della Galleria Borghese, al Museo Braschi ed al Museo di Roma in Trastevere, si ricorda anche una sua collaborazione con AMRF Italia ONLUS – Casa d’Aste Babuino di Roma, l’artista descritta dalla critica come poliedrica e soprannominata “Maestro della Luce” costituisce una grande firma all’interno del contesto artistico odierno. Pietra prende parte alla 54 esima Biennale Internazionale di Venezia con Vittorio Sgarbi ed è scelta dalla Prof. Giulia SILLATO per entrare nel Metaformismo  aderendo alle mostre collettive itineranti “L’Arte Contemporanea nelle antiche dimore”, l’artista partecipa anche ai progetti “Rotta Nord Est” ed “Imagine 2014” concepiti dal Prof. Giammarco Puntelli insieme con i maestri storicizzati, tra i quali si ricordano Andy Warhol, Scatizzi, Sassu, Schifano e contemporanei  come Kostabi, Lodola, Borghi, Kanewsky ed altri a Milano, Biella, Assisi e Firenze, Rovigo e al Museo d’Arte Moderna di Muggia (Trieste); la Barrasso, oltretutto, viene scelta da Giulia Sillato anche per il programma “L’Arte e il Tempo” come official event di “EXPO IN CITTA’” in EXPO 2015 a Milano con a capo la stessa Giulia Sillato ed il Prof. Giammarco Puntelli dal 10 al 30 Giugno 2015. Pietra è stata, inoltre, selezionata come artista contemporanea dalla Fondazione Aligi Sassu per una personale a Besena in Brianza dal 12 settembre al 25 ottobre 2015. La Presidenza della Regione Campania le ha assegnato il compito di realizzare opere pittoriche per omaggiare ogni Presidenza di ciascuna Regione Italiana per il meeting nazionale a Palazzo Reale di Napoli, in effetti, molte sue opere si trovano alla Camera dei Deputati, nelle Ambasciate, nelle Regioni, nelle Provincie, nelle Sale Consiliari di Comuni della Regione Campania e della Regione Puglia oltre che vari Enti Pubblici.

Una tela di Pietra Barrasso

Fra le numerose esposizioni personali dell’artista più memorabili a livello nazionale ed internazionale, si menzionano senz’altro quelle di Berlino, Boston, Cambridge, New York, Tokyo, Cina, San Pietroburgo, Pechino, Canada, Montecarlo, Nizza, Mosca, Stoccarda, Lugano, Reinach, Worchester, Springfield, Barcellona, Vienna, Avellino, Spo-leto, Roma, Scilla, Modena, Capri, Milano, Venezia, Lucca, Fermo, Perugia, Potenza, Arezzo, Carrara, Firenze. L’artista, oltre a ciò, è stata fregiata dell’onorificenza, per l’Arte di “Personalità Europea 2012” in Campidoglio a Roma ed ha ottenuto il “Premio Internazionale d’Arte con Medaglia di Bronzo” della Camera dei Deputati nel 2012, è stata scelta per il “Premio Adrenalina” – Macro di Testaccio La Pelanda – Roma in collaborazione con Roma Capitale, ed è ha vinto il “Palm Art Award 2012 – Leipzig – Germany”. A scrivere di lei e della sua arte sono stati: Giovanni Faccenda, Mara Ferloni, Giammarco Puntelli, Giuseppe Selvaggi, Giulia Sillato, Luigi Tallarico, Rino Cardone, Angela Delle Donne.

Rivolgiamoci a questo punto direttamente all’artista e soddisfiamo le nostre curiosità, anche a vantaggio dei nostri lettori!

Salve Pietra,

  1. Che effetto le ha fatto essere tornata dopo oltre 40 anni ad esporre le sue opere in Campania e quale è stata secondo Lei l’accoglienza che il pubblico le ha riservato?

«Ritornare nella mia regione, la Campania dopo 40 anni circa è stata una grandissima emozione non solo per la speciale accoglienza del pubblico, ma esporre in uno dei luoghi più belli in assoluto del Mediterraneo insieme all’esposizione del Grande Massimo Troisi è stato per me un grandissimo motivo di orgoglio».

  • Ci descriva l’esposizione “Fasci di luce” con tre aggettivi…

«Brillante, raggiante, splendente!»

  • Le sue 40 opere che toccano varie tematiche si soffermano soprattutto sul tema della sostenibilità, quale è lo spiraglio che intravede Lei per fuoriuscire da questa problematica?

«Attraverso le tematiche su luce, Mediterraneo, sostenibilitàrealizzo un vero e proprio racconto pittorico (una testimonianza del mio tempo) ma nel contempo si denuncia vera e propria dello stato attuale del nostro Mare, della nostra terra, dell’ecosistema, della crisi climatica, le ferite della natura in cui viviamo e di cui l’uomo è il maggiore responsabile dello stato attuale.

Lasciare una testimonianza del nostro mondo ferito alle future generazioni è lo spiraglio che intravedo affinché tutto il mondo ne prenda coscienza per il futuro e per i ragazzi di domani e si cambi rotta verso la salvaguardia della bellezza del nostro mare, la ricchezza della natura e della nostra Madre Terra.

E la piaga del nostro pianeta diventi un lontano ricordo che serva da insegnamento per ricordare».

  • Lei è stata definita dalla critica “Maestro di Luce”, si rivede in questa definizione?

«Si mi rivedo pienamente in questa espressione: luce. La mia identità è nella luce.

La luce è immateriale come l’aria. Io cerco di afferrarla, di bloccarla nelle mie opere. Il giallo come colore, calore, sorgente è presente in tutte le opere.

La luce attraversa le mie opere in perpendicolare, quasi le abbraccia, in simbiosi tra il divino e il terreno. Unifica quello che è universale. L’ombra è in agguato, ma la luce predomina, nella mia vita come nelle opere.

Sono alla ricerca continua del rappresentare la luce in tutte le sue sfaccettature, in una continuità tra la vita e la morte».

  • Cosa rappresenta nella sua prospettiva la luce e cosa dovrebbe rappresentare questo elemento per ciascuno di noi secondo Lei?

«Credo nella “Luce”, la luce non ha barriere. La luce trasmette luce, è apertura alla vita, comunione tra i popoli e culture, verso un mondo nuovo, universale».

  • Perché lei è tanto affascinata dalla luce?

«Catturare quella luce che è l’anima del mondo e fonte della nostra energia, è stata sempre una tematica che ho privilegiato. Essa mi porta alla conoscenza dell’universo: la luce è abitata e ad essa corrispondono suoni e vibrazioni.

La luce deve invitarci a migliorarci, ad essere noi stessi, persone autentiche, la luce è la verità della vita.»

  • Quale è il premio che l’ha soddisfatta maggiormente e quale è quello che vorrebbe ricevere e che non ha ancora ricevuto?

«Fino ad oggi mi ha dato grande soddisfazione il premio ricevuto in Campidoglio per l’Arte di “Personalità Europea 2012”.

Il premio che desidererei ricevere è quello di “Ambasciatore dell’Arte nel Mondo” per portare i miei fasci di luce dove ancora regna il buio».

  • Un suo desiderio che potrebbe realizzarsi con l’esposizione “Fasci di luce”….

«Che i miei “Fasci di luce” cancellino fame, tristezza e violenza nel Mondo».

  • Quali i suoi prossimi progetti?

«Un  progetto molto importante  nato nel 2017 ma sempre in continua evoluzione che sto portando avanti è la The Red Bench of Art”, progetto selezionato  dal  presidente e direttore del dipartimento Italia presso “International ACTION ART” che è diventato simbolo del Club UNESCO di Genova, realizzato per la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” che è rappresentato dauna farfalla dipinta di azzurro, simbolo di lealtà e idealismo che risalta su uno sfondo di colore rosso fuoco che è proprio della passione e dell’amore, ma anche del dolore, dell’aggressività e del sangue delle tante donne vittime di violenza, mentre il fascio di luce che la attraversa  rappresenta il segno della “speranza per un domani migliore”»

Clelia Moscariello

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