Monday, April 29, 2024
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Premio Calogero. Si è svolta a Reggio la 35° Edizione sotto la presidenza dell’on. Natino Aloi –

Nel corso della serata si è inoltre tenuto e sviluppato il convegno sul tema “La cultura tra umanesimo e scienza”. Ha coordinato e moderato gli interventi l’on. Natino Aloi, già sottosegretario alla Pubblica Istruzione nel Primo Governo Berlusconi e hanno preso la parola con qualificati interventi il prof. Salvatore Dieni, il dott. Demetrio Marino, il prof. Antonino Gatto ed il prof. Angelo Vazzana.


di Gianfranco SImmaco per il Quotidiano l’Italiano

REGGIO CALABRIA – Si è svolta a Reggio Calabria, secondo l’ormai annuale tradizione, la celebrazione del Premio “G. Calogero”. La  XXXV Edizione, ha avuto luogo martedì 19 dicembre, alle ore 17, nella sala della biblioteca “Trisolini” della Provincia (Pal. Alvaro) della Città dello Stretto. Hanno ricevuto il premio – come di consueto – artisti, scrittori, operatori economici, accademici e studiosi di diverse discipline che con la loro attività onorano la Calabria.

Pubblico delle grandi occasioni ha preso parte,il 19 dicembre u.s. presso la sala adella Provincia di Reggio,alla cerimonia relati va alla consegna del ‘Premio G.Calogero 2023. ‘Unconvegno sul tema ‘La Cultura tra umanesimo e scienza’ha introdotto la manifestazione ha moderato i lavori l’on.Natino Aloi,Presidente del PREMIO. Sono intervenuti il prof. S.Dieni,il prof. Angelo Vazzana, il prof.Giovanni Praticò, ed il dott.Maurizio Perrone. SI è proceduto poi all’assegnazione del PREMIO’a figure di artisti,letterati, imprenditori e operatori nel campo della medicina e di altre scienze i quali onorano,con la loro qualificata attività,la nostra

A conclusione l’on. Natino Aloi,nel congratularsi con i premiati,ha ringraziato i numerosi presenti e ha dato appuntamento al prossimo anno per il nuovo ‘Premio,.

Nel corso della serata si è inoltre tenuto e sviluppato il convegno sul tema “La cultura tra umanesimo e scienza”. Ha coordinato e moderato gli interventi l’on. Natino Aloi, già sottosegretario alla Pubblica Istruzione nel Primo Governo Berlusconi e hanno preso la parola con qualificati interventi: il sig. Maurizio Perrone, il prof. Salvatore Dieni, il dott. Demetrio Marino, il prof. Antonino Gatto ed il prof. Angelo Vazzana. Proprio di quest’ultimo eminente studioso abbiamo avuto la possibilità di recuperare la sua applauditissima relazione: “

“Oggi il Neo-Umanesimo e l’Etica si incontrano con la Scienza e il Progresso tecnologico che si può denominare Umanesimo Digitale (UD).

Cos’è l’Umanesimo digitale:

Umanesimo Digitale è ripercorrere la storia dell’Umanità, creando un vero e proprio ponte tra la riflessione filosofica, la letteratura, le scienze naturali e le tecnologie informatiche, per definire quello che deve essere il futuro del mondo hi-tech. L’umanesimo digitale è una riscoperta dell’umanità e di un’etica, contro l’ideologia della Silicon Valley che pone al contrario la sola tecnologia al centro, lasciando indietro l’essere umano.

L’Essere umano e tecnologia non devono più essere due campi nettamente distinti. Perché il progresso tecnologico deve tenere conto delle persone, dal momento che scopo della tecnologia è proprio quello di migliorare la vita di ogni individuo. Del resto il digitale è sempre più integrato nelle nostre esistenze, occupando gran parte della nostra vita. Online e offline non sono più così separati come un tempo. Per questo c’è bisogno di ridefinire un’etica volta a permettere una sana e proficua convivenza tra esseri umani e mondo tecnologico e scientifico.

La cultura umanistica deve essere al centro della tecnologia e della scienza;

la tecnologia senza cultura umanistica non è nulla. E come questa sia davvero la nuova sfida da accettare per un cambiamento profondo e radicale che è assolutamente necessario.
Una vera e propria guerra ideologica fra tecno-scienza e umanesimo. Le conoscenze umanistiche sono fondamentali, anche se è l’informatica a dominare. Anche quando si parla di ricerca del lavoro e opportunità che il mercato offre. L’importanza del latino e del greco classico sono utili nella conoscenza dei significati e di quanto nei paesi anglosassoni una formazione non tecnologia e scientifica, ma umanistica, sia un punto a favore quando si è in cerca di occupazione.

C’è chi sostiene che senza una cultura umanistica l’essere umano non è in grado di affrontare le sfide poste della modernità. Perché le materie spesso considerate di secondo piano stimolano chi le studia a ragionare, andare oltre gli schemi, trovare soluzioni migliori, anche a partire da dati e problemi che sono assolutamente oggettivi. In un futuro non troppo lontano, competenze digitali e apporto umano dovranno convivere per creare professionisti capaci di essere dei veri e propri ibridi, in grado di combinare insieme menti scientifiche e menti umanistiche. Non potrà più operare e prepararsi ad affrontare il mondo del lavoro a compartimenti stagni.  Ma dovrà abbracciare più rami del sapere.
Il nostro domani sarà pieno zeppo di tecnologia e digital. Almeno il 70% delle nuove professioni non potrà esimersi dall’utilizzare le nuove scoperte. Ma non per questo dovremo abbandonare la formazione umanistica. Anzi, dovremo implementarla in un piano di studi continuo che possa formare i professionisti che riusciranno a unire umanesimo e tecno-scienze, nell’ottica di quella nuova etica necessaria per il cambiamento che è in atto nel mondo.

Il mercato cerca già oggi figure professionali ibride, che il mondo della scuola, soprattutto in Italia, non è in grado ancora di formare (e l’Istruzione pubblica ne approfitta con le sue “lauree brevi”). Si cercano lavoratori che siano in grado di avere una visione di insieme, abbracciando il cambiamento e trovando nelle materie di sostegno e in quelle umanistiche le risposte ai crescenti problemi dell’umanità. In un’ottica di condivisione di intenti tra due mondi che sembrano così distanti, ma che per forza devono trovare un punto d’accordo.

La Apple e le altre piattaforme imformatiche (Google e Microsoft,…) vogliono  tornare nell’olimpo delle rivoluzioni tecnologiche, con strumenti in grado di coinvolgere l’utente finale in maniera totale.

Anche in riferimento al Metaverso «La realtà virtuale isola l’individuo, con la realtà aumentata, invece, si può interagire con le nuove tecnologie adattate al mondo reale. E in futuro ci chiederemo come abbiamo fatto a vivere senza, proprio come è successo con internet».

Ci si prepara dunque a provare questo visore per la realtà aumentata, così da rendere questi visori un oggetto tecnologico di uso quotidiano, proprio come il telefonino.

Per venire incontro alle esigenze di sordi e ipoudenti, gli XRai Glass potrebbero essere uno strumento efficace. Si tratta di occhiali per la realtà aumentata che dovrebbero mostrare sulle lenti di chi li indossa le parole dette dalle persone vicine.

L’intelligenza artificiale ha una coscienza e un’etica?

Questa è la domanda che ognuno di noi, esperto o meno esperto in materia, si è posto con tutte le notizie riguardanti l’IA (Intelligenza Artificiale) uscite negli ultimi tempi, soprattutto in seguito all’arrivo delle prime chat accessibili praticamente a tutti. Si può usarla e in cosa consiste? Queste domande se le sono posti anche degli illustri ricercatori, che hanno cercato di dare la migliore risposta, con una checklist per valutare l’IA.

19 ricercatori, tra neuroscienziati, filosofi e informatici, hanno messo a punta una vera e propria lista per poter valutare se l’intelligenza artificiale ha oppure no una coscienza. I risultati di questo studio hanno lasciato tutti interdetti. Non perché non ci si aspettasse un responso deludente e invita a rivedere tutti i parametri con cui l’IA agisce. Anche perché ormai fa parte delle nostre vite. Nessuno degli algoritmi attualmente presenti ha superato l’esame proposto da questi ricercatori.

Questi hanno stilato una lista di criteri condivisi per poter valutare il fatto che un’intelligenza artificiale potesse o meno operare secondo coscienza. una piattaforma che ospita le ricerche che la comunità scientifica pensa di approvare. Gli scienziati hanno però voluto lanciare un primo studio per poter riflettere sul rapporto tra esseri umani e macchine, anche perché l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è in continuo aumento.

Gli autori hanno dato vita a questo progetto perché «sembrava che ci fosse una vera carenza di discussioni dettagliate, empiricamente fondate e ponderate sulla coscienza dell’intelligenza artificiale».

Ricerche di questo tipo devono aumentare, proprio per capire come usare, senza conseguenze negative, una tecnologia che ha molte potenzialità. Ma che cela anche molte insidie e nodi che non sono ancora stati risolti. I ricercatori, per estrapolare una checklist potenzialmente valida, hanno preso le sei teorie attuali che definiscono il concetto di coscienza, adattandole al tema dell’intelligenza artificiale. Questi criteri sono stati applicati ai sistemi di IA esistenti, tra cui ChatGpt (ChatGPT è un chatbot-comunicazioni con robot, con intelligenza artificiale della società OpenAI, co-fondata da Elon Musk). Il responso non è dei migliori. Al momento l’Intelligenza Artificiale non ha una coscienza ed ancora più difficile da argomentare oggi, e potrà mai averla?

Potrebbe essere che tutte le entità coscienti siano almeno un poco intelligenti, se l’intelligenza è definita in maniera sufficientemente ampia». Ma «Creare computer sempre più intelligenti non equivale a renderli senzienti» dove si usano i sensi o la percezione della realtà oggettiva.

[I principali filoni di pensiero sono stati collocati in quattro gruppi: teorie di alto ordine (high order theories, HOTs), teorie dello spazio di lavoro globale (global workspace theories, GWTs), teoria dell’informazione integrata (integrated information theory, IIT) e, infine, teorie di rientro e processi predittivi.].

Qualche esperto di IA (chatbot, ChatGPT) ha detto che alcune delle reti neurali di intelligenza artificiale più all’avanguardia potrebbero essere “leggermente consapevoli”.

E’ difficile che una macchina possa essere “cosciente”, quindi consapevole e operante in modo eticamente, corretto, Si sottolinea che «tutto ciò richiede molto di più che lavorare con le macchine, anche quelle intelligenti, gli esperti in intelligenza artificiale devono prestare attenzione, ed esaminare criticamente, le caratteristiche del contesto sociale al cui interno intendono progettare le macchine, cercando di migliorarlo». Sta a chi progetta metterci coscienza ed etica, per far valere i valori di riferimento anche per le macchine che progettano.

Perché, se da un lato è fondamentale avere tecnologie sempre più all’avanguardia, dall’altro lato devono essere anche sempre più sicure. E parlare di coscienza (intesa sia come capacità di notare, comprendere e valutare fatti che si verificano o potrebbero verificarsi, sia come valutazione morale del proprio operato) diventa sempre più cruciale. Il dibattito è ufficialmente aperto.

ChatGPT è stato bloccato in Italia dopo che il Garante per la privacy ha contestato a Open AI l’uso senza consenso dei dati personali per l’addestramento dell’algoritmo. Non avrebbe fornito una informativa sul trattamento dei dati degli utenti e degli interessati e, sempre secondo il Garante, mancherebbe “una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”.

La Comunità Europea ha iniziato a darsi delle regole sull’uso dell’IA, e una tutela dei diritti fondamentali a sostegno dell’Innovazione tecnologica comunicativa.

Regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale IA, cercando un delicato equilibrio tra tutela dei diritti fondamentali e sostegno all’innovazione. Questo l’obiettivo dell’AI Act, la prima legge al mondo sull’Intelligenza Artificiale che l’UE si è apprestata a promulgare. Linee guida sono:

L’Approccio basato sul rischio: proposto dalla Commissione Europea già nell’aprile del 2021, è un regolamento che adotta un approccio basato sul rischio, dettando una serie di obblighi a fornitori e sviluppatori di sistemi di IA in base ai diversi livelli di rischio identificati:

  • rischio Inaccettabile
  • Elevato
  • Limitato
  • rischio Minimo o nullo.

Le Pratiche vietate: vietate pratiche di IA che comportano un rischio per la sicurezza e i diritti fondamentali. I divieti includono le tecniche manipolative, il riconoscimento delle emozioni, i sistemi di polizia predittiva, nonché la classificazione delle persone in base al comportamento alle caratteristiche personali. Ed ancora, il punto più controverso per i sistemi di identificazione biometrica in tempo reale e a distanza come il riconoscimento facciale.

I Modelli di fondazione Sono i modelli di linguaggio di grandi dimensioni che generano contenuti o producono un’output sulla base dell’enorme set di dati su cui vengono addestrati. L’esempio più conosciuto è GPT-4 alla base di ChatGPT. Per i modelli più potenti è prevista una serie di obblighi, tra cui quello di valutare e monitorare i rischi sistemici, mentre tutti i modelli dovranno rispettare i requisiti di trasparenza. Dovranno poi essere identificate le immagini e i testi generati dall’IA (watermarking/marcatori di contraffazione come la carta moneta).

La Governance   E’ previsto la creazione di un Ufficio all’interno della Commissione Europea che dovrà garantire il rispetto delle disposizioni sui modelli di fondazione. In parallelo, le autorità nazionali competenti, riunite in un comitato europeo per l’IA, dovranno supervisionare l’attuazione della legge.

Il Sostegno all’Innovazione   Esenzioni per le attività di ricerca e le componenti dell’IA fornite con licenze open-source. Promozione di Spazi di sperimentazione normativa creati dalle autorità pubbliche per testare l’IA prima che venga implementata.

Alla fine di questo lavoro di definizione delle regole, l’Europa entra nella storia portando a casa un armamentario di norme, il primo al mondo, che regola lo sviluppo e l’uso dei sistemi di Intelligenza artificiale. L’Ue detta regole incentrate sull’uomo, è la prima volta sui sistemi di intelligenza artificiale.

E lo fa dopo un negoziato fiume, che dà l’idea della complessità della sfida raccolta dall’UE nel disegnare un quadro giuridico per IA, tessendo un delicato equilibrio tra tutela dei diritti fondamentali e sostegno all’innovazione.

Un terreno inesplorato quello in cui si é mossa Bruxelles, ma che necessita di essere definito davanti alle opportunità e ai rischi derivanti dallo sviluppo dell’IA, esploso con la diffusione di chatbot come ChatGPT.

«Un momento storico» ha esultato Ursula von der Leyen, celebrando uno dei cavalli di battaglia del suo mandato alla Commissione europea che ha avanzato la proposta già nel 2021. Siamo agli inizi di questa intesa politica che ora dovrà incassare l’approvazione finale degli Stati membri, oltre che dal Parlamento europeo. La normativa darà “un contributo sostanziale allo sviluppo di regole e principi globali per un’IA incentrata sull’uomo”, ha rivendicato la numero uno dell’esecutivo comunitario.

Concludendo che la CULTURA attuale è una scelta innovativa e integrativa tra Umanesimo e Scienza.

Premio Calogero – 35esima Edizione – Il tavolo della Presidenza con i il prof. Salvatore Dieni, primo da sinistra, il prof. Angelo Vazzana, l’on. Natino Aloi, il dott. Demetrio Marino, il dr. Maurizio Perrone, il prof. Antonino Gatto

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