Thursday, August 8, 2024
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Calcio – Serie B. Al Barbera due eurogol per un pareggio tra un grande Palermo e un formidabile Frosinone

Spettacolo nello spettacolo, i due allenatori, Corini e Grosso, protagonisti del ritorno in  serie A del Palermo nel 2004: l’uno, l’illuminato regista di quel formidabile Palermo, l’altro l’irrefrenabile esterno cursore di sinistra. I due, prima della partita, si sono corsi incontro per un abbraccio che sapeva di stima e affetto reciproci.


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

PALERMO – Spettacolo ieri pomeriggio al “Barbera”, roba da leccarsi I baffi e dire forte e chiaro che certe squadre di Serie B non hanno nulla da invidiare a quelle, anche di grido, della massima serie: ieri sera, poi, ho visto in tv Inter-Udinese e, malgrado i quattro gol, non ho fatto che sbadigliare. Certo, una cosa è vedere la partita della squadra del cuore, che ti emoziona, sia che giochi bene sia che giochi male. Un’altra, è assistere ad un incontro, sbalestrato per via della disparità delle forze in campo, che praticano un calcio masticato, che sembra un film già visto, le cui trame ti scorrono davanti agli occhi senza che tu abbia un solo palpito d’emozione.

Insomma, la partita di ieri, che alla vigilia avevo ribattezzato come la “Madre di Tutte le Partite” per via dei ricordi nefasti che si portava dietro da quasi cinque anni (dai playoff del giougno 2018, scippati al Palermo da Lega, arbitro, e panchinari che buttano i palloni in campo), ha offerto ai quasi trentamila che hanno gremito lo stadio in ogni ordine di posti, un calcio bellissimo, con due squadre che, si sfidavano a viso aperto, che lottavano su ogni pallone e, soprattutto, praticavano un gioco veloce, fantasioso, tecnicamente d’altissimo livello.

Free From Desire, con la voce di Gala, ha accolto Ii giocatori rosanero che ad uno ad uno sbucavano dal tunnel degli spogliatoi per la rituale fase di riscaldamento prepartita. E l’atmosfera da grande evento c’era già tutta: la Curva Nord aveva preparato una coreografia da standing ovation (vedi foto) e , quando Gala si è fermata, ha intonato: “LE BANDIERE ROSANERO/BATTE IL CUORE DELLA NORD” .

Si temeva chissà quale rappresaglia nei confronti dei 200 scarsi tiofosi giallobblù del Frosinone, sistemati nella “gabbia”  loro riservata e , invece, tranne qualche coro più ironico che rabbioso, non si è visto né sentito altro. Come se i tifosi rosanero avessero già dimenticato i torti subiti quasi cinque anni fa, come se quei maledetti play off facessero parte ormai di un  passato morto e sepolto.

Il Palermo di quegli anni non c’è più: quello attuale conta su una società forte, su un progetto importante; insomma, per il Palermo è davvero cominciata un’era nuova, tutta proiettata verso un futuro più roseo che mai.

Così, ne è venuta fuori, come già detto, una partita spettacolare , con due squadre che cercavano la vittoria, e lo facevano a viso aperto.

Spettacolo nello spettacolo, i due allenatori, Corini e Grosso, protagonisti del ritorno in  serie A del Palermo nel 2004: l’uno, l’illuminato regista di quel formidabile Palermo, l’altro l’irrefrenabile esterno cursore di sinistra.

I due, prima della partita, si sono corsi incontro per un abbraccio che sapeva di stima e affetto reciproci.

Stima e affetto che sia l’uno che l’altro hanno doviziosamente spiegato in conferenza post partita.

Grosso: “Tornare a Palermo e rivivere certe emozioni è un tutt’uno: Palermo mi è rimasta nel cuore, così come la sua magnifica tifoseria. E oggi, riuscire a fronteggiarlo, non è stato per niente facile!”.

Corini: “Con Fabio abbiamo vissuto una pagina indimenticabile della nostra carriera e sono contento per lui, che guida una squadra fortissima, nella quale riconosco la sua impronta!”.

Passato meritatamente in vantaggio al 37’ con un colpo di genio di Valerio Verre – gol da oltre la metà campo, con un tiro d’istinto che scavalcava Turati, sorpreso molto lontano dalla linea di porta – il Palermo stava confermando i progressi delle ultime partite e la sua nomea di “ammazzagrandi”, visto che al Barbera avevano deposto le armi, nell’ordine, il Genoa, il Parma, il Cagliari, il Bari e la Reggina.

Il tutto, lottando su ogni pallone, su ogni centimetro di campo, su ogni takle, come fosse l’ultimo della vita. E la stessa tempra mostrava la squadra di Grosso, prima e dopo il gol di Verre, capace com’era di variare i temi d’attacco, ispirati quasi sempre dai dribbling di Caso e dalle sgroppate dei due esterni, Sampirisi ed Insigne.

E anche se il Palermo era privo di due titolarissimi come Segre e Matjeu, entrambi squalificati, non se ne avvertiva affatto la mancanza, perché i cosiddetti sostituti, Greaves e Gomes, se la sbrigavano alla grande, risultando alla fine tra i migliori in campo. Senza contare l’innesto per la prima volta dall’inizio di Tutino, al posto di Di Mariano. Ed era stato, infatti, Tutino a interrompere l’avvio di un contrattacco gialloblù di Mazzitelli, così che la palla schizzava tra I piedi di Verre e…

… Con quel che segue ..

Andare al riposo in vantaggio sulla prima della classe esaltava ancor di più il tifo dagli spalti, così che sembrava impossibile non portare a casa i tre punti. Solo che, di fronte, avevamo una squadra che sta dominando il campionato e che vinceva da sei partite di seguito. Insomma, uno squadrone. E non solo per i sue undici, che dico undici, sedici titolari, ma anche per la forte tempra dimostrata, mostrata sin dal primo minuto di gioco.

I primi a tornare in campo, dopo l’intervallo, sono stati loro, i ragazzi di Grosso, come se smaniassero di ricominciare per riprendersi il prima possibile risultato e partita. E, con I tre cambi effettuati prima del quarto d’ora (Garritano, Baez e Mulattieri al posto, rispettivamente, di Mazziteli, Insigne e Moro) il Frosinone si insediava ancor di più nella metà campo rosanero. Che resisteva e contrattaccava, senza cedere di un millimetro… Finché, al 75’, su un fallo di Verre su Caso, il segaligno Ghersini di Genova, decretava la punizione dal limite. Baez al tiro, barriera che respinge e palla che spiove sul destro “ammaetrato” di Boloca, appostato appena fuori area. Diagonale imparabile e Pigliacelli che può solo guardare quel pallone beffardo infilarsi nell’angolino lontano.

E così finisce un “partitone”, uno di quelli che restano nelle trame della memoria per sempre, anche per quel pizzico di sfortuna che da bellissimo lo rende struggente. 

Benvenuto Caminiti

Lo striscione a ricordo di Vito Chimenti

IL TABELLINO DI PALERMO – FROSINONE

PALERMO (3-5-2): Pigliacelli; Graves, Nedelcearu (60′ Buttaro), Marconi; Valente (79′ Soleri), Verre, Gomes, Saric (58′ Broh), Sala; Brunori, Tutino (58′ Di Mariano). A disp.: Massolo, Grotta, Lancini, Masciangelo, Aurelio, Orihuela, Damiani, Vido. All. Corini.

FROSINONE (4-3-3): Turati; Sampirisi, Szyminski, Ravanelli, Frabotta; Rohden (84′ Borrelli), Mazzitelli (62′ Garritano), Boloca; Insigne (62′ Baez), Moro (62′ Mulattieri), Caso (79′ Kone). A disp.: Loria, Kalaj, Monterisi, Cotali, Oyono, Oliveri, Gelli. All. Grosso.

ARBITRO: Ghersini di Genova (Rossi-Garzelli).

MACATORI: 38′ Verre, 75′ Boloca

NOTE:  Ammoniti: Mazzitelli, Caso (F)

testatina

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