Caso Reggio Emilia – Bernini: giovedì 2 febbraio incontro con Giuseppe Amato, procuratore capo DDA di Bologna, richiesta apertura filone indagini doverosa
“A fronte dell’esito del Maxi Processo Aemilia che ha visto oltre 200 condanne esemplari di esponenti ed affiliati al Clan del Grande Aracri, ma che non ha portato alcuna condanna ad amministratori e politici locali – dichiara Giovanni Paolo Bernini – si impone la riapertura del filone delle indagini circa le collusioni tra politica e clan ndranghetista, ecco perché Giovedì 2 Febbraio incontrerò Giuseppe Amato procuratore capo della DDA di Bologna per chiedere di riaprire il filone di indagini. A meno che non si voglia far credere che la ndrangheta abbia fatto su questi territori tutto da sola.”
dalla Redazione Centrale del Quotidiano l’Italiano
ROMA – Come riporta il più autorevole quotidiano nazionale economico (Sole24ore), il “caso Reggio Emilia” che passa da 15 informazioni interdittive del 2020 alle 106 del 2022, certifica che nella provincia della città del Tricolore esiste da decenni un radicamento della mafia calabrese che non ha confronti con il resto della Nazione.
“A fronte dell’esito del Maxi Processo Aemilia che ha visto oltre 200 condanne esemplari di esponenti ed affiliati al Clan del Grande Aracri, ma che non ha portato alcuna condanna ad amministratori e politici locali – dichiara Giovanni Paolo Bernini – si impone la riapertura del filone delle indagini circa le collusioni tra politica e clan ndranghetista, ecco perché Giovedì 2 Febbraio incontrerò Giuseppe Amato procuratore capo della DDA di Bologna per chiedere di riaprire il filone di indagini. A meno che non si voglia far credere che la ndrangheta abbia fatto su questi territori tutto da sola.”

Continua Bernini: “Tale richiesta di riapertura del filone responsabilità amministrative e politiche del radicamento criminale calabrese, diventa ancora più necessaria e doverosa in considerazione delle motivazioni della sentenza con cui l’ assemblea plenaria del CSM ha decretato l’allontanamento sine die dell’ex Procuratore capo di Reggio Emilia ed ex capo del pool di magistrati della DDA di Bologna che guidò le indagini e la pubblica accusa nel Processo Aemilia, Marco Mescolini.
Inoltre, l’intervista, mai smentita, rilasciata al quotidiano “Il Riformista” dal magistrato Roberto Pennisi che abbandonò la collaborazione con la DDA di Bologna per “contrasti proprio con Mescolini sulle persone da colpire”– conclude Bernini – apre scenari inquietanti che vanno smentiti o al contrario verificati urgentemente“.


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