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Codice della Crisi e sue applicazioni in Italia e all’estero. Illustri economisti europei hanno affrontato il tema ad Alba

Stagflazione, guerra e pandemia: il codice della crisi alla prova dei fatti

è il titolo del XXIX convegno dell’Associazione Albese Stui di Diritto Commerciale, che ha promosso il dibattito

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Economia Rubriche , at 2 Dicembre 2022 Tag: , , , ,

di Nicola Colao per il Quotidiano l’Italiano

ALBA. Il convegno Stagflazione, guerra e pandemia, il codice della crisi alla prova dei fatti ha riunito al teatro Busca un panel di 25 autorevoli relatori, italiani ed europei, che hanno fatto il punto sul codice della crisi e sui suoi primi mesi di applicazione, evidenziando i punti di forza e le criticità emerse, fino ad ampliare la prospettiva al panorama normativo internazionale. Il XXIX convegno promosso dall’Associazione Albese Studi di Diritto Commerciale, ha analizzato sotto il profilo legislativo, economico, fiscale, finanziario e giuslavoristico il codice della crisi, entrato in vigore il 15 luglio, in un momento di diffusa difficoltà dell’economia, dovuta a molteplici cause, dalla pandemia, alla guerra russo-ucraina, alla crisi energetica. Di particolare rilievo l’intervento di Salla Saastaimonen, direttore per la giustizia civile e commerciale della Commissione europea, che ha riferito che ancora 8 dei 27 Stati dell’UE non hanno fornito informazioni sullo stato di attuazione della Direttiva Insolvency e ha annunciato ad Alba le linee su cui si muoverà la prossima proposta di Direttiva, sempre in tema di armonizzazione della disciplina della crisi e dell’insolvenza. Tra i temi oggetto del prossimo provvedimento, vi sono la disciplina delle azioni revocatorie, del comitato dei creditori, dell’asset recovery. Luciano Panzani, presidente del comitato scientifico del Convegno, nella sua relazione introduttiva ha sottolineato:  «Il nuovo codice presenta luci ed ombre. Se è troppo presto per trarre conclusioni -tutti, a questo fine, hanno dato appuntamento al novembre 2023, ovvero al prossimo convegno, il XXX dalla fondazione dell’Associazione – va rilevato che, oggi, si conta un numero limitato di casi di composizione negoziata, il nuovo strumento cui è affidata la tempestiva rilevazione della crisi e l’individuazione di una soluzione attraverso le trattative con i creditori sotto la direzione dell’Esperto nominato dalla Camera di Commercio».Panzani ha aggiunto: «Ma se è fisiologico che un nuovo strumento fatichi ad affermarsi nella pratica, come in passato è già avvenuto per gli accordi di ristrutturazione, la composizione negoziata presenta difficoltà che possono essere risolte, come hanno chiarito durante il convegno Sandro Pettinato e Laura De Simone, rispettivamente vicesegretario generale di Unioncamere e presidente della sezione fallimenti del Tribunale di Bergamo». Tra le criticità emerse, il tempo eccessivo necessario per ottenere le certificazioni fiscali.Come ha ricordato Sandro Pettinato, infatti, sono state presentate 492 domande, ma circa 700 sono oggi ferme in attesa di documentazione; tanto che il Vicesegretario generale di Unioncamere ha invocato la semplificazione dell’iter procedurale che oggi prevede 12 documenti solo per avviare l’istanza.  
Luciano Panzani mentre pronuncia la relazione introduttiva
testatina
A pesare anche il timore, manifestato in diversi ambiti, che l’accesso al percorso di negoziazione possa determinare una revoca degli affidamenti, in conseguenza di una lettura troppo rigida delle linee guida dell’EBA da parte di talune banche. Oltre a Panzani, anche il prof. Gaetano Presti, ordinario di diritto commerciale all’Università Cattolica di Milano, si è espresso a favore di una lettura delle norme che eviti inutili allarmismi, soprattutto quando l’impresa accede alla composizione negoziata ai primi segnali di difficoltà e non richiede l’applicazione delle misure protettive. Intesa Sanpaolo, presente al Convegno di Alba con Anna Roscio, Responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese, e Elisabetta Pagnini, Group General Counsel Responsabile Direzione Legale e Contenzioso, ha posto in evidenza il notevole rafforzamento del sistema bancario italiano – giunto alle crisi più recenti con un rapporto tra credito deteriorato e crediti totali nel decennio 2011/2021 ridottosi del 73% e con un avarage CET1 ratio, per lo stesso periodo, incrementatosi del 9%, – e, al contempo, anche del sistema imprenditoriale che ha registrato un notevole incremento, nel medesimo decennio, sia dal punto di vista di posizionamento internazionale che finanziario con profittabilità delle imprese ai livelli massimi dal 1995.In particolare Anna Roscio, nell’esporre il quadro di sintesi degli indicatori di crescita, ha segnalato che la prospettiva economica italiana,  per il 2024,  è nel senso di una ri-accelerazione (a fronte di un rallentamento per il 2023) ed evidenziato come, nel tempo, siano state assicurate, da Intesa Sanpaolo, misure per sostenere il sistema Paese (risparmiatori, imprese, professionisti e banche) che hanno comportato (dall’inizio della crisi Covid-19) erogazioni complessive per oltre 250 mld€.Elisabetta Pagnini è intervenuta indicando che, nel suddetto contesto, sono stati acquisiti circa 12 mld€ di crediti fiscali ed erogati circa 5 mld€ di finanziamenti a sostegno della digitalizzazione e della transizione ecologica delle imprese.E’ stato, altresì, evidenziato che le misure straordinarie adottate per la gestione della crisi, in uno con l’aumento del rischio del contenzioso, rendono il quadro giuridico incerto e in rapida evoluzione e richiedono a tutti gli operatori di mercato, in primis alle banche, un notevole impegno nella gestione del rischio legale, in particolare tramite processi e prodotti innovativi, prestando grande attenzione all’analisi ed alla prevenzione del rischio di contenzioso da ultimo manifestatosi anche in ambito ESG.In definitiva, Intesa Sanpaolo individua nel rafforzamento della rete di protezione per le aziende  (con l’accelerazione, in particolare, dei loro processi di digitalizzazione e transizione green) e nell’approccio “per filiera” i principali fattori di sostegno all’economia reale, ponendo pertanto la banca al centro della ripresa, per raggiungere la quale sono richieste comunque garanzie pubbliche, strumenti di incentivazione fiscale e l’effetto leva del PNRR al fine di attuare il necessario accompagnamento delle imprese verso la graduale patrimonializzazione (con percorsi aggregativi) e la ricostruzione dei cash flow.  
Da sinistra: Giorgio Corno, Salla Saastaimonen e Bob Wessels
Docenti universitari come Ilaria Pagni, che ha presieduto la Commissione che ha scritto il testo del nuovo codice, e Massimo Fabiani, magistrati come Salvatore Leuzzi e Alida Paluchowski hanno analizzato il codice della crisi soprattutto con riferimento alla nuova disciplina del concordato in continuità, che il codice ha adeguato ai precetti della Direttiva Insolvency, la cui applicazione, soprattutto il voto per classi cui partecipano anche i creditori privilegiati e la deroga al principio della priorità assoluta nella formazione del piano di ristrutturazione, creerà all’inizio difficoltà ai pratici.Oreste Cagnasso e Lorenzo Stanghellini hanno trattato i temi della nuova disciplina della corporate governance nel caso di crisi d’impresa, una normativa tecnicamente complessa, sulla quale hanno offerto utili approfondimenti, mentre Antonio Caiafa ha affrontato il tema dal punto di vista giuslavoristico. Elbano De Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, ha rimarcato: «Il convegno di Alba, per la qualità dei relatori e per l’ampio spettro dei temi trattati, è stata una importante occasione per fare il punto su una materia determinante per la tenuta del sistema imprenditoriale italiano, evidenziando l’imponenza dell’intervento effettuato con il Codice della crisi nella revisione e ammodernamento della disciplina della crisi di impresa e dell’insolvenza nell’ambito delle quali i professionisti e, in particolare, gli aziendalisti, assumono centralità nello svolgimento di varie e delicate funzioni fin dalla fase di emersione della crisi, come declinata nella composizione negoziata. La composizione negoziata, pur restandone l’accesso riservato alla libera determinazione dell’organo di amministrazione, si fonda sul ruolo proattivo dell’organo di controllo, tenuto a segnalare tempestivamente, al fine di evitare future eventuali responsabilità, le condizioni di squilibrio». «Su questi aspetti si annidano le maggiori perplessità», continua De Nuccio, «posto che la normativa non chiarisce che il sindaco che si è attivato per tempo va esente da responsabilità, ma unicamente che una segnalazione tempestiva e la vigilanza esercitata sull’andamento delle trattative saranno valutate ai fini delle responsabilità tipizzate nel codice civile, lasciando dunque al giudice la valutazione del caso concreto. Sotto questo profilo, l’aspetto è di non poco peso se si pone mente che attualmente il CCII legittima l’organo di controllo a proporre domanda di apertura della liquidazione giudiziale. Occorrerebbe meglio chiarire, allora, in cosa consista tale tempestività di segnalazione, così da poter appurare quando la segnalazione possa essere considerata tardiva ed evitare che i sindaci effettuino, peraltro erroneamente al solo scopo di limitare le proprie responsabilità, segnalazioni premature che, pur nella segretezza delle trattative, potrebbero destabilizzare i rapporti con i creditori forti e gettare inutili o falsi allarmismi determinando, in tal modo, un effettivo pericolo di crisi per l’impresa».   Nel suo intervento il presidente dei dottori Commercialisti si è soffermato anche sul tema delle responsabilità penali dei professionisti, lanciando un appello: «È urgente una incisiva riforma del reato di bancarotta, con la possibile ridefinizione della bancarotta fraudolenta prefallimentare, escludendo la rilevanza di comportamenti risalenti nel tempo o comunque tenuti in un momento in cui ancora non si siano manifestati i segni rivelatori del dissesto. Occorre una perimetrazione dell’ambito del rimprovero penale, nella prospettiva di favorire le soluzioni volte ad assicurare la continuità aziendale.  È necessario, infine, che il legislatore della riforma fiscale, nell’ottica di garantire effettiva coerenza d’insieme, tenga in considerazione le scelte effettuate nel CCII per favorire soluzioni effettive delle crisi dell’impresa».  
Testatina rossa

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