I FRUTTI DELLA MEMORIA
il mio viaggio nella città di Pennabilli a casa della moglie del poeta, scrittore e sceneggiatore Tonino Guerra.
Racconto di Gloriya Sadykova per il Quotidiano l’Italiano

Entrando in questa piccola, pulita e accogliente cittadina, situata su una collina, il tempo è mutato improvvisamente. Il cielo si era coperto di enormi nuvole di piombo, che aleggiavano densamente appoggiandosi sulle mie spalle… La pioggia era fine e pungente e soprattutto…il vento… Il mio vento preferito, quello forte, incontrollabile che frusciava e ululava tra le fronde degli alberi, creava un rumore di fondo come se mi fossi trovata davanti ad un’enorme cascata…
Non ho resistito e ho chiuso l’ombrello che saltellava – sospinto dalle folate – fra le mie mani tentando di volar via… Ho voluto affrontare appieno e godere questa sensazione di libertà che può donare solo il vento, grazie alle sue raffiche potenti e dei teneri ma decisi tremori, che scorrevano sul mio collo scoperto… per poi accarezzarmi con i suoi baci ….gelidi ma che lasciano bruciare la pelle e le labbra….
Un sentiero ricoperto di erbe e arbusti conduceva al cancello della casa, che era il frutto della fantasia di uno dei più grandi poeti d’Italia, un tempo dimorante proprio qui….e nel tripudio di vento, nuvole, pioggia e verde circostante, questo sentiero mi appariva magico, creando le aspettative di un prossimo incontro molto emozionante…
L’ombra del baldacchino di edera rampicante con un colpo di vento ha denudato una targa scoprendo la scritta “Case e studi delle persone illustri dell’Emilia-Romagna”.
Varcato il cancello la vista si aprì sul terrazzo con affaccio vertiginoso e mozzafiato… non solo per la sua bellezza ma soprattutto per l’altezza da cui mi trovavo ad osservare. Tutto questo tumulto e splendore della natura ora si estendeva ai miei piedi…
Il vento cominciò ad ingarbugliarsi nei miei capelli selvaggi che iniziarono la loro folle danza.. la pioggia improvvisamente si intensificò …. corsi verso casa… rallentando solo per dare un’occhiata alle vetrate decorate con le tende in tessuto, dipinte a mano su disegni del geniale Tonino!
Entrando mi son frenata per qualche secondo, stupita davanti ai dettagli sorprendenti di una casa che ….nel vero senso della parola avvolgeva, circondava e assorbiva chiunque fosse entrato qui… Anche il soffitto faceva parte di questo gioco silenzioso con i suoi mazzi pendenti di melograni essicati e nastri colorati che scorrevano giù … Un profumo di nostalgia e di solidità accompagnava questo luogo…Mobili e porte in legno massiccio di forme particolari mi sussurravano echi lontani di questa casa insueta …
Non sono stata accolta dalla padrona di casa, bensì dai gatti…. erano seduti ovunque, alcuni sul divano altri sugli alti schienali di due poltrone dell’ingresso. Loro mi guardavano disinteressati mentre mi precipitavo dentro, fuggendo dalla tempesta che si era scatenata fuori.
Innanzitutto la mia attenzione è stata captata dalla presenza di un tavolo grande e massiccio nel soggiorno… era apparecchiato cerimoniosamente, al posto d’onore spiccava un bellissimo servizio da pranzo “bianco e blu”…nel eterna attesa del padrone di casa… la cui anima continuava ad abitare tra le mura domestiche …mentre le ceneri giacevano tra il verde del giardino e l’azzurro del cielo… Accanto ai piatti erano sparsi i minuscoli oggetti decorativi appartenuti a lui… e poi sul tavolo torreggiava un robusto calice in vetro soffiato con il vino rosso… che nella penombra della casa poteva sembrare il sangue…
All’improvviso giunse una voce da un’altra stanza e i miei pensieri s’acquetarono: “Benvenuta!”.
Mi sono tirata indietro, staccando la mia mano dall’anta dell’ingombrante armadio in legno che stavo accarezzando mentre mi percepivo inghiottita dalle emozioni.
La padrona di casa entrò fluttuando nella stanza; una donna con i riflessi di sole, per sempre intrappolati nei suoi capelli e con tutte le sfumature del oceano e di passione che esplodevano nei suoi grandi occhi blu.
Lora si è rivelata una donna elegante con il sorriso di una bambina dolce e saggia.
–Siediti sulla poltrona, questo è il posto di Tonino… – mi ha detto Lora e ho avvertito che anche la casa mi aveva accolto.
Prima che avessi il tempo di atterrare sul cuscino della poltrona, uno dei gatti di questa numerosa tribù felina di bianchi e rossi, mi superò saltando sullo schienale della poltrona e si rannicchiò facendomi le fusa vicina all’orecchio.
A poco poco la nostra conversazione si è trasformata in un meraviglioso pranzo molto piacevole, seguito da tea ed accompagnato dalla squisita marmellata di fichi…
Al palato la frutta della marmellata era morbida, assaporandola anche a volte un po’ croccante, sapeva di un qualcosa che non potevo dare una definizione..ma che comunque si avvertiva nell’aria non appena il profumo si era sparso….
-Sai che questa marmellata è particolare? – Disse Lora… “Sono i frutti della memoria, così gli chiamava Tonino…Dopo una breve pausa, Lora continuò e ogni sua parola rimbalzò nel mio cuore…La finestra della nostra camera da letto era spalancata affacciandosi sul maestoso albero di fico e per tanti anni questo tronco, le foglie e le radici respiravano insieme a Tonino….Perché come sai gli alberi respirano al contrario, aspirano la nostra anidride carbonica e respirano l’ossigeno….e dal momento che si crea questo legame nel condividere il fiato….ci scorriamo nella linfa vitale del albero….e poi …quando accade che l’assenza dei nostri cari ci raggiunge nonostante vogliamo fuggire….noi ci mangiamo i frutti della memoria….
Museo – Nel mondo di Tonino Guerra http://museotoninoguerra.com/
Un ringraziamento speciale a Sergio Guidi Associazione Patriarchi della Natura https://www.patriarchinatura.it/
Per percorrere insieme il sentiero, cliccare su questo link
https://www.instagram.com/reel/C5TPWePtFEX/?igsh=bG96bnFmajlsc3Nz



Antonio Guerra, detto Tonino, è stato un poeta, scrittore e sceneggiatore italiano. Nacque a Santarcangelo da Odoardo Guerra e Penelope Carabini, ultimo di quattro figli. Seguì corsi regolari di studi. Alle Scuole medie ebbe come insegnante Augusto Campana, che divenne poi un famoso docente universitario. Si diplomò all’istituto magistrale di Forlì. Poi s’iscrisse all’università. Dapprima scelse Venezia, poi si trasferì nella più vicina Urbino, alla Facoltà di Magistero, corso di laurea in Pedagogia. Sin da giovane era appassionato di pittura. Dipingeva ad acquerello e a inchiostro.
(Santarcangelo di Romagna, 16 marzo 1920 – Santarcangelo di Romagna, 21 marzo 2012)


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