L’Italiano intervista il Sen. Maurizio Gasparri
di Sasà Gradanti (dalla redazione romana) https://www.facebook.com/messenger_media?thread_id=1225352833&attachment_id=757566484931303&message_id=mid.%24cAAAAAHRBqmd_hmmNzF5VSFmPghW6 Origini e formazione Nato da genitori di origini campane di Roscigno (SA), figlio del generale dei Carabinieri Domenico Gasparri…
di Sasà Gradanti (dalla redazione romana)
Origini e formazione
Nato da genitori di origini campane di Roscigno (SA), figlio del generale dei Carabinieri Domenico Gasparri (1920–2017) e di Iole Siani (1921–2009), ha un fratello, Clemente, Generale di Corpo d’Armata, già Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri. È grande tifoso della Roma. Gasparri in un corso di aggiornamento del Fronte della Gioventù nel 1981 con Giorgio Almirante, il segretario del FdG Gianfranco Fini e Almerigo Grilz.
Dopo la maturità classica conseguita presso il Liceo “Torquato Tasso” di Roma, si è dedicato alla politica.
La carriera politica
Negli anni settanta diviene segretario provinciale del Fronte della Gioventù. L’allora segretario nazionale Gianfranco Fini nel 1979 lo vuole come suo vice nel FDG. Dal 1982 al 1984 è direttore della rivista dell’organizzazione, Dissenso.
Nel 1983, a 27 anni e già vice segretario del Fronte della Gioventù, è entrato nella redazione del Secolo d’Italia, organo politico del MSI-DN come praticante. Due anni dopo Gasparri è quindi diventato giornalista professionista, iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio. A fine anni ottanta diviene presidente nazionale del FUAN, gli universitari missini.
Nel 1991 diventò condirettore del quotidiano del MSI
Deputato del MSI (1992-1994) e di AN (1994-2001)
Nel partito, Gasparri rientrava nella corrente, detta Destra in movimento, che appoggiava la leadership di Gianfranco Fini, ottenendo un ruolo di spicco a partire dal 1988, quando Fini fu nominato segretario politico. Nel mezzo dello sconvolgimento politico di tangentopoli che azzera una parte di classe politica, tiene un atteggiamento di totale approvazione e appoggio delle indagini portate avanti con fermezza dalla magistratura.
Viene eletto deputato del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale nel 1992. Nello stesso periodo si mise in aspettativa come redattore, continuando tuttavia a dirigere il Secolo d’Italia fino al 1994. Allo stesso tempo, dal febbraio 1992 all’aprile 1994 è consigliere comunale a Fiumicino sempre per il MSI-DN
Confermato a Montecitorio nel marzo 1994 come parlamentare di Alleanza Nazionale, viene nominato sottosegretario all’Interno del governo Berlusconi I fino al gennaio 1995. Rieletto alla Camera nel 1996, ha ricoperto il ruolo di vicecapogruppo di AN. Nel 1998 ha fondato il sito internet di informazione politica Destra.it.
Ministro delle Comunicazioni (2001-2005)
Lo stesso argomento in dettaglio: Legge Gasparri. |
Torna ancora alla Camera nel 2001 e a partire dallo stesso anno e fino al 2005 è Ministro delle comunicazioni nel governo Berlusconi II. Con Ignazio La Russa ha guidato una corrente di AN, Destra Protagonista, che faceva riferimento alla rivista politica “EuroDestra”, fino al superamento delle correnti nel partito.
Nel 2001 la sua carriera politica ha raggiunto il suo punto più alto quando è stato chiamato, sempre da Berlusconi, a ricoprire l’incarico di Ministro delle comunicazioni. In questa veste, Gasparri si è fatto promotore di una legge di riordino del sistema televisivo, nota come “legge Gasparri“.
La legge venne inizialmente rinviata alle Camere dal Presidente Ciampi dieci giorni dopo la sua approvazione al Parlamento nel dicembre del 2003, in quanto l’aumento del limite antitrust viola il principio del pluralismo sancito dall’articolo 21 della Costituzione (“Non c’è democrazia senza pluralismo e imparzialità dell’informazione“). Il governo Berlusconi si preoccupò allora di adottare subito un decreto legge (il decreto salvareti), che venne poi convertito in legge dal Parlamento il 23 febbraio 2004, aspramente criticato perché di fatto calpestava una sentenza della Consulta che ordinava la messa sul satellite di una rete Mediaset, ovvero Rete 4, con la conseguente perdita di pubblicità per Rai 3. Il nuovo testo della legge Gasparri è stato approvato in via definitiva il 29 aprile (dopo 130 sedute e la presentazione di 14000 emendamenti), e promulgato dal Presidente il 3 maggio 2004.
Nel 2007 la Commissione Europea si è espressa in modo critico sulla legge con la motivazione che questa ha introdotto “vantaggi ingiustificati agli operatori analogici” già sul mercato, scoraggiando l’ingresso di nuovi operatori e ha perciò iniziato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, poi sospesa quando il governo italiano si è impegnato ad adeguare la legge alla normativa europea che garantisce l’assegnazione trasparente delle frequenze televisive. A gennaio 2009, con decisione n.242, il Consiglio di Stato (riprendendo la questione già parzialmente decisa con la sentenza non definitiva del Consiglio n. 2622/08 del 31 maggio 2008) dà sostanzialmente ragione ad Europa 7, concedendole una “vittoria di Pirro” (danni esigibili dallo Stato per un solo milione di euro e un canale preso dal VHF III). Si calcolano così quattro sentenze a favore di Europa 7 dopo quelle della Corte di Giustizia Europea, Corte Costituzionale, e del TAR del Lazio
Non è confermato ministro nell’aprile 2005, con Fini che gli preferisce Mario Landolfi.
Attività societaria ed associativa
Rieletto alla Camera nel 2006, sempre in AN, diviene presidente della “Delegazione parlamentare presso l’assemblea dell’iniziativa centro-europea, fino alla fine della legislatura nel 2008.
Nel 2007 entra anche nel CdA della società di telecomunicazioni Telit Communications in qualità di “director” (amministratore) non esecutivo.[13] Per questa sua posizione viene coinvolto nell’inchiesta giornalistica di Report del maggio 2007 (“Il Mistero del Faraone”), che indagava sulla torbida[14] vendita di Wind agli egiziani di Sawiris, e sull’uso dei cosiddetti “gsm-box”, in quanto Telit era “presieduta da manager israeliani e che in Italia fa affari con Sawiris” (e con i gsm-box medesimi).
Nel 2007 ha fondato l’associazione Italia Protagonista. A maggio 2007 ha pubblicato un libro, “Il cuore a destra”, che ha presentato nel corso dell’estate in varie località d’Italia.
Senatore PdL (2008-2013)
I capigruppo del PdL alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, al termine delle consultazioni al Quirinale (2008)
Dalle elezioni politiche italiane del 2008 è eletto senatore ed è presidente del gruppo parlamentare Il Popolo della Libertà al Senato della Repubblica.
Il 5 novembre 2008 nel corso della registrazione del Gr3 Rai, parlando del presidente eletto degli Stati Uniti e della lotta al terrorismo, ha dichiarato: «Con Obama alla Casa Bianca al-Qāʿida forse è più contenta».
Gasparri dopo la sua dichiarazione ha avuto critiche dure da svariati esponenti del Partito Democratico, a partire dalla capogruppo al Senato Anna Finocchiaro.
Nel novembre 2009 Gasparri è primo firmatario del disegno di legge “Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell’articolo 111 della Costituzione e dell’articolo 6 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo, comunemente noto come Processo breve. Gasparri ha presentato il provvedimento come parte di un «decalogo sulla giustizia» che comprenda anche «nuove norme antimafia, riforma del processo civile, riforma della professione forense, intercettazioni e riforma costituzionale della giustizia», auspicando che «Per incominciare, i magistrati inizino a lavorare di più». Nel settembre 2010 non segue Fini nella scissione del PdL, che dà vita a Futuro e Libertà.
Nel gennaio 2011 ha firmato, insieme a Roberto Formigoni ed altri, una lettera aperta per chiedere ai cattolici italiani di sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi, indagato dalla procura di Milano per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile.
Alle Elezioni politiche italiane del 2013 viene rieletto senatore tra le file del PdL nella regione Lazio. Il 21 marzo 2013 viene eletto vicepresidente del Senato della Repubblica con 96 preferenze.
In Forza Italia
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia.
Il 24 marzo 2014 diventa membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia. È inoltre membro del CdA della Fondazione AN.
È candidato in Forza Italia ed è rieletto senatore alle elezioni politiche del 2018. Nel dicembre 2019 è tra i 64 firmatari (di cui 41 di Forza Italia) per il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari: pochi mesi prima i senatori berlusconiani avevano disertato l’aula in occasione della votazione sulla riforma costituzionale. Il mese seguente viene scelto come commissario romano di Forza Italia. Il 12 maggio 2020 Berlusconi nomina un nuovo coordinamento di 14 persone tra le quali c’è anche Gasparri.
Il 3 luglio 2020 il Fatto Quotidiano rende noto che dal 1º giugno dello stesso anno, dopo 9 anni di lavoro e 28 di aspettativa, Gasparri risulta essere in pensione come giornalista in quanto ha maturato ed ottenuto i requisiti per la quiescenza ed il trattamento previdenziale
Le opinioni sui temi LGBT
Gasparri si è dichiarato contrario ai matrimoni gay («sono contro-natura») e alle adozioni gay («la vita nasce dall’incontro di uomo e donna»). Partecipa anche ai numerosi incontri sulla salvaguardia della famiglia tradizionale conosciuti anche come Family Day.
Controversie giudiziarie
Peculato
Nel dicembre 2013 Gasparri viene indagato dalla Procura di Roma per peculato. Secondo i magistrati della Capitale, il 22 marzo 2012 parlamentare si sarebbe appropriato – tramite la Banca Nazionale del Lavoro del Senato – di 600 000 euro (fondi del gruppo PdL a Palazzo Madama), utilizzandoli per l’acquisto di una polizza vita a lui intestata e i cui beneficiari, in caso di morte dell’assicurato, erano i suoi eredi legittimi. Gasparri aveva riversato la somma al gruppo PdL il 1º febbraio 2013. Il 17 febbraio 2014 la Procura di Roma chiede il rinvio a giudizio di Gasparri con l’accusa di peculato. Il 16 aprile 2014 il Giudice per l’Udienza Preliminare di Roma accoglie la richiesta e rinvia Gasparri a giudizio.
Il 6 aprile 2016 il Tribunale di Roma assolve Gasparri dalle accuse a lui rivolte perché “il fatto non sussiste”
Ingiuria
Il 30 agosto 2013, durante un’accesa discussione su Twitter, Gasparri attacca Riccardo Puglisi (ricercatore di economia dell’Università di Pavia e responsabile delle politiche economiche del movimento Italia Unica) scrivendogli un tweet con scritto “Ignorante presuntuoso, fai vomitare”. In seguito a ciò Puglisi querela Gasparri per ingiuria.
Il 25 maggio 2015 la procura della Repubblica di Pavia cita a giudizio Gasparri con l’accusa di ingiuria.
Nel gennaio 2016, tuttavia, il decreto legislativo 7/2016 abroga il reato di ingiuria e lo trasforma in un illecito civile, punito con una sanzione pecuniaria.
Il 2 maggio 2016 il giudice di pace di Pavia assolve pertanto Gasparri dall’accusa di ingiuria perché “il fatto non costituisce più reato”.
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