Nicola Fiorita come Renzi? “Se alla fine del mandato non avrò portato a termine quanto oggi prospettato, sarò io stesso a non chiedere la riconferma”
Le sue “Linee programmatiche” (64 paginette di concetti stantii che appaiono fluidi come gli alvei dei torrenti in secca in attesa della piena), non disegnano che utopie fantasiose. Certo mancano, gli autodromi per i Gran Premi di Formula 1, latita la creazione di una centrale atomica, piste ambivalenti per le corse di trotto e del galoppo, non è indicata la costruzione della futura moschea “Khatanzar” dove Fiorita potrà assumere persino il titolo di Iman della comunità islamica… Galleggiano, ondeggiano, respirano faticosamente, ansimano, come il mantice della fisarmonica che s’allarga e si restringe a seconda del ritmo musicale, fioccano e brulicano proposte buone a nulla se non a ripescare le famose “supercazzole con lo scappellamento a destra o a sinistra” come nel film Amici Miei, diretto da Mario Monicelli.
di Riccardo Colao – L’editoriale del Direttore del Quotidiano l’Italiano
ROMA – Dopo aver declamato il documento programmatico per il quinquennio 2022-2027 il “lord mayor” della city catanzarese ha già posto le mani avanti: “Se alla fine del mandato non avrò portato a termine quanto oggi prospettato, sarò io stesso a non chiedere la riconferma”. Ovviamente la boutade ci ha riportato indietro nel tempo ad esempi più “Illustri” come quelli di Matteo Renzi “Se i referendum non passeranno non farò mai più politica“, “Giggino Di Maio: “Io? Mai col partito di Bibbiano” e ve ne sarebbero tante altre di frasi storiche ma queste bastano e avanzano per consentire al lettore di comprendere la statura politica dei personaggi…
Fiorita è consapevole che non potrà mai portare a compimento il “Programma” che ha declamato, infarcito di tante altre promesse (moltissime delle quali campate in aria, molte altre surreali, alcune non percorribili e tante addirittura possibili ma non certo nel periodo di una legislatura). Tuttavia è difficile credere a quanto asserisce. Non ha alcuna possibilità di realizzare “in toto” nemmeno il 25 % di quanto pensa. Non ha alcuna intenzione di mollare la poltrona, anche se, rispetto al “papà” che fu sindaco nel 1993 per soli quattro mesi, è sulla buona strada per battere almeno questo record di scarsa longevità politica.
I suoi ragionamenti partono e si basano su “bugie politiche” storicamente dimostrabili. La prima: la sua elezione non è avvenuta a furor di popolo… E’ stato eletto da una minoranza e ha vinto, in virtù dell’astensione di una larga parte degli elettori.
Non siamo noi a sostenerlo. Lo comprova la lettura dei dati reali: sulle 30.601 schede votate 17.823 recano il nome del nuovo sindaco e 12.778 quello del competitor.
Il 58,24% contro il 41,76% sul 30% dei votanti iscritti nelle liste che sono quasi 90.000 anime. Quel 58,24% proiettato sulla totalità dei catanzaresi
rappresenta un quinto scarso, vale a dire il 18% degli aventi diritti al voto. Dunque Fiorita non è il sindaco di “tutti” i cittadini che vivono sui Tre Colli e dintorni. E’ un sindaco di parte che anche dopo l’elezioni non ha mutato atteggiamento scegliendo la linea del “guai a vinti”.
La seconda menzogna politica. La Giunta Fiorita non è sostenuta da una maggioranza uscita chiaramente dal voto; si regge sull’inciucio posto in essere con quella parte di consiglieri, dell’area “donatiana” che han tradito il voto popolare dopo il “salto della quaglia” e di quello fornito da uno dei “trombati” del primo turno che ha stretto l’accordo del compromesso politico a sostegno dell'”anatra zoppa” ottenendo un assessorato. Fiorita ha potuto reggere il “maglietto” da sindaco dopo tali “accordi” poiché quel 58,24% da solo non avrebbe potuto assegnare al “cambiavento” che la “vittoria di Pirro“. Nelle pagine in cui espone le sue “linee programmatiche” Fiorita ipotizza, anzi certifica, d’aver costruito una “giunta” solida su base popolare… Nulla di veritiero: questa “baracca” si regge sugli umori di chi lo sosterrà e finché farà loro comodo.
La terza menzogna politica. E’ risaputo che la “Politica sia l’arte del possibile” e “a parole” Fiorita è capace (lo si arguisce sorbendosi una per una le 64 pagine del “dossier”) di “fiorire” qualsiasi cosa: se in alcuni capitoli allunga il lungomare… qualche pagina dopo allarga i confini della Città, se illude ferrovieri e viaggiatori di voler recuperare la Stazione di Sala poi, tutto sudato, accoglie sul bagnasciuga i migranti, se col megafono annuncia “cittadinanze onorarie” colto dal fervore e dai superpoteri che assume ogni qual volta cinge la fascia di Sindaco, fa emergere le capacità di condottiero e va a conquistare aeroporti in casa d’altri.
Ignorando che determinate connotazioni odonomastiche vengono attribuite anche e soprattutto per ragioni tecniche strombazza alla stampa che è sua intenzione modificare la denominazione dell’Aeroporto di Lamezia Terme in quella di Catanzaro. Idea (o sogno speso come arma di distrazione di massa), dal sapore campanilistico che ha in sé le premesse generatrici di nuovi conflitti tra città consorelle… L’iniziativa estemporanea com’é nel personaggio che è sempre alla continua ricerca delle telecamere e dei microfoni di emittenti, dei flash dei fotografi…
E così le sue “Linee programmatiche” (64 paginette di concetti stantii che appaiono fluidi come gli alvei dei torrenti in secca in attesa della piena), non disegnano che utopie fantasiose. Certo mancano, gli autodromi per i Gran Premi di Formula 1, latita la creazione di una centrale atomica, piste ambivalenti per le corse di trotto e del galoppo, non è indicata la costruzione della futura moschea “Khatanzar” dove Fiorita potrà assumere persino il titolo di Iman della comunità islamica… Galleggiano, ondeggiano, respirano faticosamente, ansimano, come il mantice della fisarmonica che s’allarga e si restringe a seconda del ritmo musicale, fioccano e brulicano proposte buone a nulla se non a ripescare le famose “supercazzole con lo scappellamento a destra o a sinistra” come nel film Amici Miei, diretto da Mario Monicelli.
Riuscirà il nostro eroe a centrare gli obiettivi che si è imposto nei prossimi anni di gestione comunale? Rileggendo la frase con cui intenderebbe “non richiedere la riconferma” ci sorge il dubbio che lui dia per scontato che tale soluzione possa ripetersi come se, tra un lustro, dovesse esserci un referendum… come se cinto d’alloro e di fascia tricolore, potesse presentarsi sul palco teatrale, rivolgere l’inchino alla platea e attendere lo scroscio di applausi a scena aperta… In democrazia non funziona così… Fiorita forse studia – bontà sua – da “duce” e ha già dimenticato che la regola della democrazia gli ha consentito di diventare sindaco con meno del 20% degli elettori…Non sarà lui a chiedere o meno di “ripresentarsi” ma glie lo impediranno tutti quelli che ha deluso e che deluderà da oggi in poi… Saranno costoro che , nell’identica maniera, con cui l’hanno aiutato a vincere l’abbandoneranno al destino delle meteore, quelle stelle cadenti che tracciano il solco nei cieli e scompaiono come non fossero mai esistite.
Riccardo Colao
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