Friday, March 29, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Notiziario UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – Disservizi TV per il cambio delle frequenze e mancata ricezione dei segnali per la telefonia mobile

REGISTRO DEL MERCATO DEI CREDITI DI CARBONIO, UNCEM: VOLATO VIA IN LEGGE DI BILANCIO PER SCONTRO TRA MINISTERI E APPARATI. PERSA OCCASIONE – BENE 2,2 MILIARDI DI EURO A FONDO PERDUTO PER GLI IMPIANTI CHE ALIMENTANO COMUNITA’ ENERGETICHE. POSITIVO SBLOCCO RISORSE PER SMART GRID


A cura di Gianfranco Simmaco per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo le interessanti informative che pervengono dall’Uncem – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – che ci ragguagliano sempre in merito a quanto e a quali sono le problematiche delle importanti aree che coinvolgono milioni di cittadini italiani.

Il riferimento costante e l’interesse da parte di questo “osservatorio” è di utilissimo e sostanziale supporto alla vita democratica ed alla partecipazione attiva di chi non gravita sulle “piccole” o “medie” “megalopoli italiane che, nonostante, l’ampiezza, restano pur sempre gestibili in riferimento a quelle che sono le misure delle “megalopoli” europee e mondiali.

Disservizi TV per il cambio delle frequenze e mancata ricezione dei segnali per la telefonia mobile
Con il nuovo digitale terrestre, e le nuove frequenze TV che dal 21 dicembre 2022 interessano l’intero Paese, Uncem avvia una analisi delle problematiche e richiede a ciascuno di segnalare eventuali disservizi e criticità. Gli impianti di proprietà dei Comuni e degli Enti montani sono molti e sono sempre stati decisivi per assicurare i servizi di buona ricezione alle popolazioni. Il nostro sistema è sempre stato decisivo. Oggi come ieri. È sufficiente rispondere a questa mail, con dati e informazioni (luogo impianto, proprietà, problematiche, esigenze, interventi fatti e da fare, costi stimati), con tutte le criticità e le problematiche della TV che non si vede. Lo spegnimento dei vecchi ripetitori, non adeguati da Rai e Mediaset, ha finora prodotto un gravissimo danno per chi vive nei territori, ed è stato costretto ad adottare il tv-sat per continuare a vedere il bouquet televisivo. La tecnologia corre, si evolve e noi guardiamo al futuro, ma per farlo servono investimenti adeguati. Nessuno deve rimanere indietro, o sentire lo Stato lontano. Il digital divide è uno dei fronti più complessi, che allontanano le Istituzioni. Lo contrastiamo anche per questo: per generare coesione, sinergie, segnali e tecnologie che diventano strumenti di unità. Per tutti, nessuno escluso. Deve essere chiaro anche a Governo e Parlamento, Regioni e Istituzioni tutte.

Uncem chiederà ulteriormente, nei prossimi giorni, al Ministero dello Sviluppo economico, di sbloccare i 10 milioni di euro che il decreto aiuti-bis alcuni mesi fa ha stanziato, che oggi sembrano essere dimenticati. Si tratta di 2,5 milioni per gli Enti proprietari di impianti di trasmissione TV da adeguare e 7,5 per aumentare il bonus per l’acquisto di impianti televisivi domestici satellitari.?

Inoltre, cambiando “sfera del digital divide”, non meno importante, segnaliamo la possibilità di rispondere ancora alla mappatura Uncem per le aree e i Comuni senza segnali per la telefonia mobile. Una emergenza che ha bisogno di scelte chiare, pubbliche e delle imprese. Faremo tutta la nostra parte, fino in fondo, con ciascuno di Voi. Ecco il link attivo, diffondibile:?https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSffSF7AfoeehyhuRU0CswBgofADsJHp4W-9K2feULSbnTv9Qg/viewform?usp=sf_link?
Uncem resta a disposizione per qualsiasi necessità.
Vincere il digital divide, con adeguate infrastrutture per tutti i territori, senza lasciare indietro alcuno, è un imperativo del Paese.
PELLET, UNCEM: IL PREZZO È DIMINUITO CON IL DIMEZZAMENTO DELL’IVA?

Uncem chiede ai Ministeri competenti, d’intesa con Aiel (Associazione Italiana Energie Agroforestali), gli Enti locali, Uncem stessa, di avviare una mappatura sui prezzi del pellet. Per capire se dopo il dimezzamento dell’iva, passata dal 22 al 10%, i prezzi siano scesi. O se invece non sono rimasti uguali cosiderato il fatto che siamo nel pieno della stagione (climaticamente anomala) invernale e che le scorte vanno fatte fuori con i prezzi considerati in precedenza da parte di grandi e piccoli commercianti. Il rischio speculazione, Uncem lo denuncia da diversi mesi. Perché i prezzi di un sacco da 15 chilogrammi non possono essere vicini ai 13, 14, 15 euro. Lo scorso anno, in stagione, erano 5, 6, qualche volta 7 euro per 15 chilogrammi. E la diminuzione dell’IVA, che per lo Stato è un costo in termini di gettito, deve portare a un calo del prezzo del sacco e del pellet sfuso. Chi deve controllare in tal senso – come per il rischio di speculazione di benzina e gasolio per auto e camion – lo faccia evitando che a pagare siano ancora una volta i consumatori. E se vi sono sanzioni, le autorità crediamo debbano intervenire. Il mancato controllo dell’aumento dei prezzi del pellet è gravissimo in particolare nei Comuni montani non metanizzati, e sono 1500 in Italia, oltre a mille parzialmente metanizzati ove pellet e legno rappresentano una fonte di riscaldamento imprescindibile.

“Per un ennesimo scontro tra strutture di ministeri, ambiente, sviluppo economico, agricoltura, e molto probabilmente anche tra ISPRA e CREA, nella legge di bilancio non ci sarà l’istituzione?del ‘Registro dei crediti di carbonio generati da progetti forestali realizzati sul territorio nazionale e impiegabili su base volontaria per compensare le emissioni in atmosfera’. Uncem lo chiede con forza e determinazione da almeno tre anni. Era già nel ddl Montagna varato ad aprile dal Governo. Non ha costi. Ma a qualcuno dà fastidio per il solo fatto che esista e che CREA debba occuparsene. Solite storie negative italiane. I danni sono per noi. Era stato annunciato dal Ministero dell’Agricoltura nella legge di bilancio, quel comma. Emendamento votato, proposto da Uncem, portato dalla maggioranza in finanziaria, e ora, alla vigilia del voto definitivo al Senato, il comma è saltato. Volato via per scontri stupidi tra apparati, tra pezzi dello Stato. Roba ridicola che fa male ai territori, a chi attorno ai crediti volontari ci sta già lavorando e ci crede veramente, a vantaggio delle comunità e nel quadro del testo unico forestale, della strategia forestale. Si sta perdendo tempo. E siamo molto preoccupati. Perché la partita del mercato volontario dei crediti affidata al CREA avrebbe futuro. Se ci si perde negli scontri tra Ministeri, le questioni forestali che abbiamo portato avanti, reso tra le più all’avanguardia d’Europa, si perdono in filosofia, conservazione, tutele spinte. Altro che tagli e Co2 assorbita con una buona gestione. Uncem continuerà a lavorare e a insistere affinché chi di foreste poco sa, nei Ministeri come nelle strutture di sottogoverno, lasci fare ad altri”.

testatina

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