Referendum eutanasia. Pro Vita & Famiglia: «Consulta respinge il “populismo bioetico” dei Radicali. Non si può abrogare la tutela minima della vita umana»
«E’ stata sventata una deriva mortifera – aggiunge Jacopo Coghe, presidente del Comitato “No all’Eutanasia Legale” – ma incombono ancora spinte eutanasiche che ora il Parlamento è chiamato a scongiurare.
dalla Redazione Centrale del Quotidiano l’Italiano
ROMA – La Corte Costituzionale ha respinto con forza il “populismo bioetico” dei Radicali, che hanno tentato di portare l’eutanasia in Italia con un referendum sull’omicidio del consenziente che avrebbe permesso a chiunque di uccidere amici e parenti al loro minimo gesto di consenso. Siamo grati alla Corte per il coraggio con cui non si è fatta intimidire da pressioni politiche e mediatiche di ogni genere», questo il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia.
«E’ stata sventata una deriva mortifera – aggiunge Jacopo Coghe, presidente del Comitato “No all’Eutanasia Legale” – ma incombono ancora spinte eutanasiche che ora il Parlamento è chiamato a scongiurare. La Corte ha indicato un livello minimo di tutela della vita umana fragile inviolabile e noi riteniamo che il progetto sul suicidio assistito violi quel livello minimo, andando oltre quanto la stessa Consulta ha deciso nel caso “Cappato”. Dalla Camera – conclude la nota – ci aspettiamo una risposta importante che investa sulle cure palliative e aiuti i sofferenti a vivere con dignità, e non a farsi ammazzare».
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