Thursday, May 16, 2024
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Roma. Teatro Tor Bella Monaca, va in scena la “Pasqua Bassa”

L’idea drammaturgica nasce dalla collaborazione tra l’autore del romanzo Antonio Del Giudice e il regista Roberto Negri, già proiettata all’allestimento. La chiave narrativa storicizza gli eventi, ma la loro evoluzione ne amplia gli orizzonti temporali. Le trasformazioni descritte sono intime sociali ad un tempo. Tempo doloroso di crisi e di cambiamento. Niente di più contemporaneo. La scelta dell’allestimento privilegia l’aspetto visivo della narrazione e con l’uso di tecniche di teatro d’ombra e proiezioni ne esalta le suggestioni emotive, all’interno di soluzioni scenografiche essenziali e rigorose.


di Nicola Colao per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – E’ andata in scena al Teatro Tor Bella Monaca, il 15 e il 16 ottobre, LA PASQUA BASSA, spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Del Giudice con la regia di Roberto Negri.

Una storia del sud, un nostro sud reduce dell’ultima guerra. Storia di sentimenti e vissuto popolare, con echi letterari da Pirandello a Verga ma con ritmi contemporanei, per una narrazione quasi cinematografica. La guerra ha portato la morte degli uomini di una casa di contadini. Rimaste sole, una madre e una figlia sono obbligate al confronto. Un confronto che è una novità nel panorama della fatica quotidiana e che sarà una sorpresa per entrambe una visione al femminile dei temi cardine della vita. Coraggio e resilienza in una famiglia contadina portano mutamenti. e i semi di un futuro possibile germinano nel terreno della speranza.

L’idea drammaturgica nasce dalla collaborazione tra l’autore del romanzo Antonio Del Giudice e il regista Roberto Negri, già proiettata all’allestimento. La chiave narrativa storicizza gli eventi, ma la loro evoluzione ne amplia gli orizzonti temporali. Le trasformazioni descritte sono intime sociali ad un tempo. Tempo doloroso di crisi e di cambiamento. Niente di più contemporaneo. La scelta dell’allestimento privilegia l’aspetto visivo della narrazione e con l’uso di tecniche di teatro d’ombra e proiezioni ne esalta le suggestioni emotive, all’interno di soluzioni scenografiche essenziali e rigorose. E cosi la parola, spesso flusso libero di coscienza, viene amplificata dal contesto visivo, espandendo nello spettatore sia lo spazio del ricordo che dell’immaginario. Un disegno luci di matrice espressionista contribuisce ad evidenziare la geometria dei rapporti scenici. Le musiche originali nascono anch’esse dalla trasformazione. Il mutamento delle riconoscibili sonorità antiche della fisarmonica in atmosfere rarefatte e sensoriali. Infine, e non ultima, la ricerca stilistica e sartoriale consente un’immediata connessione con il contesto del periodo, anch’essa però suggerendo elementi di inclusione culturale. Tutto il percorso creativo verte alla veicolazione di spunti di riflessione e analisi sui temi cardini dell’esistenza. Una indagine esplorativa in un universo storico ed emotivo, radice e linfa del nostro presente.

Alcune immagini di scena della rappresentazione
Testatina rossa

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