Santi Sindoni, Il Maestro che ha dedicato la sua vita all’arte è finalmente libero: a decretarlo la grazia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Nonostante avesse scontato la sua pena, gli ultimi otto anni della sua vita sono stati per lui un lungo periodo di negazione, in cui l’artista ha vissuto in uno stato di semi-libertà a causa della stessa legge che gli aveva decretato il divieto di espatrio. Questo fino allo scorso 1° febbraio 2023 quando alle ore 12:00 la Legione Carabinieri Lombardia della Stazione di Biassono, gli ha finalmente notificato il provvedimento di concessione del beneficio della grazia emesso dal Presidente della Repubblica in data 10 gennaio 2023.
Intervista di Alessandra Lupo per il Quotidiano l’Italiano
CATANIA – Era il 26 marzo 2022 quando per la prima volta conobbi Santi Sindoni, un uomo che sin da bambino ha donato la sua intera vita alla sacra arte e che insieme alla sua Musa Artè ha creato i più grandi capolavori della sua carriera artistica.
Attraverso la sua arte, quasi come fosse un’arma, Sindoni ha varcato i confini sociali, creando le sue opere con l’unico scopo di sensibilizzare la società attraverso una profonda analisi delle tristi tematiche che ad oggi minacciano fortemente il nostro mondo.
Amore, giustizia, pace e libertà sono solo alcuni tra i temi che Sindoni fa emergere tramite le sue tele, ed è proprio quella stessa libertà che egli stesso professa, che nell’anno 1999, a seguito di una condanna giudiziaria, gli è stata negata; questo fino a giugno 2015, anno in cui finalmente è stato scarcerato.
Nonostante avesse scontato la sua pena, gli ultimi otto anni della sua vita sono stati per lui un lungo periodo di negazione, in cui l’artista ha vissuto in uno stato di semi-libertà a causa della stessa legge che gli aveva decretato il divieto di espatrio. Questo fino allo scorso 1° febbraio 2023 quando alle ore 12:00 la Legione Carabinieri Lombardia della Stazione di Biassono, gli ha finalmente notificato il provvedimento di concessione del beneficio della grazia emesso dal Presidente della Repubblica in data 10 gennaio 2023.
Ad oggi, a seguito di questo lieto evento, il Maestro si racconta a noi come una persona finalmente libera di poter esprimere la sua arte oltre quei confini che fino a pochi giorni fa gli erano stati negati.
Cosa ha rappresentato per lei questa condizione di semi-libertà? E come essa si è riversata sulla sua arte?
«Per me che vengo definito dalla critica come un creatore di cultura e un’artista, questa situazione in cui mi è stata negata la libertà, ha creato un profondo senso di frustrazione. Il compito dell’artista è quello di portare i propri doni in giro per il mondo e il fatto che ciò mi veniva negato ha comportato in me un forte scompenso emotivo. In questi anni il mio concetto di libertà non si limitava neanche lontanamente al puro desiderio di poter espatriare per un insulso desiderio umano, bensì al mio desiderio di poter portare in giro per il mondo la mia arte, poter creare quel senso di cultura che ha fatto parte della mia vita da sempre. Perciò ti senti male due volte: uno perché non ti senti libero, l’altro perché ciò che ti è stato donato non lo puoi portare in giro per il mondo. La mia più grande frustrazione risiede però in un fattore prettamente psicologico: il fatto che con la mia fantasia mi sentissi totalmente libero si scontrava fortemente con la condizione fisica di non poterlo realmente essere».
Dopo otto anni, ha finalmente ricevuto la grazia, cosa significa ad oggi per lei?
«In realtà, grazie alla mia arte mi sono sempre sentito un uomo libero. Ho continuato a dipingere anche quando ero in carcere, ma oggi questo nuovo concetto si basa tutto sulla possibilità di poter dire ‘’domani organizzo una mostra all’estero’’, e lo posso fare! Posso portare il mio patrimonio culturale in giro per il mondo! Posso guardare la gente in faccia e posso sentire le loro parole! Posso percepire le emozioni della gente di fronte a ciò che è il mio patrimonio artistico, con i vari pregi e difetti. Quando i Carabinieri mi consegnarono la notifica con la grazia firmata dal nostro Presidente Mattarella, entrai in una specie di stato confusionale simile a quello che provai nell’attimo esatto in cui venni arrestato. Non appena uscì dalla caserma, mentre camminavo per le strade di Milano, iniziai a provare lo stesso senso di libertà che provai nell’attimo esatto in cui venni scarcerato, con la differenza che stavolta i miei occhi si sono nuovamente illuminati. Sono nuovamente un uomo che vive della totale libertà. È come se avessi affievolito quest’importante parentesi della mia vita tra l’attimo prima in cui mi arrestassero e l’attimo dopo in cui ho ricevuto la grazia. Ho cancellato quel vuoto tra le parentesi e continuo a vivere la mia vita attraverso il cammino dell’arte».
Dalle sue parole risulta evidente la sofferenza che l’ha accompagnata in questi anni, come pensa di gestire questa nuova realtà che da oggi farà parte della sua vita?
«La mia sofferenza è relativa alla mia arte e ai limiti che ho dovuto porre ad essa. Negli anni ci sono state persone che hanno goduto dei miei fallimenti e delle mie sofferenze, come ovviamente ci sono state persone che hanno sofferto insieme a me. Questa grazia è stata un dono. Riceverla è stato come ritornare a respirare quel senso di libertà che negli anni mi è stata negata.
Insieme a me, come ho già detto, è stata resa libera anche la mia arte, e ad oggi non avendo più confini farò in modo di adempiere al dovere che Artè mi ha posto davanti: sono un portatore di cultura e come tale il mio dovere è quello di portare l’arte in tutto il mondo. Ad oggi posso finalmente dire di aver vinto! Ho pagato il prezzo per i miei errori e adesso continuerò a guardare il mondo a testa alta, come d’altronde ho sempre fatto!».
Il 2022 è terminato con una grandiosa mostra delle sue opere presso la città di Catania, cosa avrà in serbo per noi in questo 2023?
«La mostra itinerante ‘’Memorie del tempo’’ continuerà il suo percorso presso alcune delle città più famose d’Italia, tra cui Roma e Milano, e successivamente anche all’estero! Inoltre, insieme alla Fondazione Artè Etra, realizzeremo ‘’Artè Park’’, una struttura multidisciplinare che abbraccerà l’arte e la cultura sotto ogni suo singolo aspetto. Si tratta di un progetto all’avanguardia per cui non vediamo l’ora che venga realizzato, ma di questo ne parleremo in seguito.»
Infine, le chiedo: c’è qualcuno che vuole ringraziare? Qualcuno a cui dedicare la sua vittoria?
«Certamente! Primi tra tutti vorrei ringraziare il nostro Presidente della Repubblica Sergio Matterella: gli sarò eternamente grato per la grazia che mi ha concesso. La mia amata Bruna, compagna e amica che in tutti questi anni mi è sempre stata vicina. E poi l’Avv. Massimo Bordon, che mi ha rappresentato in questi anni. Vorrei inoltre ringraziare tutti coloro che mi sono stati accanto durante questo lungo periodo della mia vita, condividendo con me le sofferenze che le circostanze mi hanno posto davanti. Un grazie particolare va alla mia Musa Artè, senza la quale non sarei potuto diventare l’artista che sono oggi. Nel bene o nel male mi è sempre stata accanto e ad oggi questa vittoria è anche la sua. Inoltre vorrei porgere le mie scuse a mia madre, la donna che più di tutte mi ha amato, a te mamma chiedo scusa per i dispiaceri che ti ho dato e che ancora oggi tormentano le mia terrena esistenza».
Alessandra Lupo
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