Wednesday, May 15, 2024
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50 anni dalla scomparsa di Bruce Lee e del suo film “I 3 dell’Operazione Drago”. La Bruce Lee Mania e gli inizi delle arti marziali e della Kickboxing a Catanzaro: la ricostruzione storica di chi ha vissuto personalmente quei tempi

Il 20 luglio 1973 muore ad Hong Kong, all’età di 33 anni, Bruce Lee. Lui, che durante la famosa intervista del 9 dicembre 1971 e realizzata, sempre ad Hong Kong, durante la trasmissione The Pierre Berton Show, rifiutò di essere definito come una star.

Per rispetto, quindi, a questa sua “volontà” (rispetto che alcuni, negli ultimi anni, non hanno avuto verso questo uomo, vendendo qualche sua lettera privata, con il solo scopo di guadagnare sulle spalle di una persona che non c’è più, mettendo sulla pubblica piazza alcuni suoi presunti comportamenti anomali, ndr) non lo definirò come una star.


di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano

CATANZARO – Il 20 luglio 1973 muore ad Hong Kong, all’età di 33 anni, Bruce Lee. Lui, che durante la famosa intervista del 9 dicembre 1971 e realizzata, sempre ad Hong Kong, durante la trasmissione The Pierre Berton Show, rifiutò di essere definito come una star.

Per rispetto, quindi, a questa sua “volontà” (rispetto che alcuni, negli ultimi anni, non hanno avuto verso questo uomo, vendendo qualche sua lettera privata, con il solo scopo di guadagnare sulle spalle di una persona che non c’è più, mettendo sulla pubblica piazza alcuni suoi presunti comportamenti anomali, ndr) non lo definirò come una star.

Ma se siamo ancora qui a parlarne, non solo noi, naturalmente, ma molti di coloro che si occupano di arti marziali e sport da combattimento nel mondo e i vari media (basta notare, infatti, come anche in Italia, di recente, le reti televisive stanno riproponendo i suoi film e alcuni speciali come Wonderland Speciale, trasmesso dalla Rai), al fine di celebrare i 50 anni dalla sua morte e i 50 anni di uno dei suoi film dal titolo Enter the Dragon ( I 3 dell’Operazione Drago), pellicola che uscì nelle sale cinematografiche dopo la sua dipartita, precisamente nella sua prima mondiale tenutasi il 19 agosto 1973 a Los Angeles, un motivo speciale ci sarà. E io direi, più di un motivo particolare.

Bruce Lee, infatti, è stato il miglior attore di film di arti marziali che sia mai esistito. Ma fu, anche, l’uomo giusto, speciale, al momento opportuno. Lui, cinese, orgoglioso delle sue origini ma nato nella Chinatown di San Francisco (negli Stati Uniti d’America, quindi) il 27 novembre 1940, come a significare che già il destino lo voleva come persona che avrebbe unito i valori della cultura cinese con quella americana e mondiale. E così fu.

Quando da Hong Kong, nell’aprile del 1959, si trasferì in America, pur avendo a cuore la civiltà cinese, iniziò ad insegnare le arti marziali (all’inizio furono soprattutto le tecniche di quella cinese conosciuta con il nome di Wing Chun che aveva appreso, in parte, ad Hong Kong, dal Gran Maestro Yip Man e dai suoi migliori allievi ovvero i Maestri Wong Shun Leung e William Cheung) anche ai non cinesi, questa sua decisione, fu contestata dalla stessa comunità marziale cinese americana che causò, anche per questo motivo, la sfida con il Maestro Wong Jack Man (incontro reale che si disputò nel dicembre 1964 ma che viene riportato, tutt’oggi, anche con fasulle se non ridicole ricostruzioni). E proprio dopo questa sfida che Lee darà inizio alla creazione del suo stile non stile conosciuto con il nome di Jeet Kune Do (La Via del pugno che intercetta).

Durante la sua permanenza americana, Lee, incontrerà, insegnerà e si allenerà, con i nomi più celebri delle arti marziali e dell’ambiente dello spettacolo americano come Gene LeBell, Joe Lewis (considerato il “Padre della Kickboxing”), Jhoon Rhee, James Coburn, Steve McQueen, Chuck Norris – con il quale girerà quella che viene considerata come la migliore scena da combattimento di tutti i tempi in un film di arti marziali, dal titolo, quest’ultimo,  Way of the dragon ( L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente) del 1972, e mi fermo qui perché la lista sarebbe lunghissima omettendo i Maestri che aveva incontrato ad Hong Kong come Shao Han Sheng.

Il film, I 3 dell’Operazione Drago, nel suo 50 anniversario, viene ricordato non solo per la sua qualità ma anche per essere la pellicola che ebbe un grande riscontro finanziario, con un suo genere che mescolava un mix di azione di arti marziali con l’interpretazione di un cast etnicamente diversificato e nell’anniversario della morte di Bruce Lee e di questo film, non posso non ricordare anche l’impatto che questo attore e artista marziale ha avuto pure riguardo la mia generazione e la mia città nella quale sono nato e cresciuto ovvero Catanzaro.

Questo mi porta, anche, a ricostruire la storia degli inizi delle arti marziali e della Kickboxing nel capoluogo calabro.

Correva l’anno 1970, io classe 1961, avevo, quindi, circa nove anni quando un mio zio, Vitaliano Costantino, mi regalò un libro dal titolo Kung Fu – Metodo segreto di lotta cinese, Milano, Edizioni Minerve, 1970.

Leggendo questo testo, fu, per me, amore immediato per il Kung Fu e, in seguito, per tutte le arti marziali. Tra l’altro, questo libro che è ancora in mio possesso, è un testo raro che online si può tuttora trovare a un prezzo, ovviamente, molto superiore a quello originale.

E mentre, gradualmente, cresceva sempre di più la mia passione per queste discipline orientali, in Italia, nell’aprile del 1973, veniva proiettato nelle nostre sale cinematografiche il primo film di Bruce Lee dal titolo The Big Boss ( Il furore della Cina colpisce ancora).

Da notare che questo film, del 1971, sia in Europa che negli USA, venne distribuito come “falso” secondo film dell’attore cinese, dopo il successo internazionale e italiano di quello dal titolo First of Fury/The Chinese Connection (Dalla Cina con furore) del 1972 che uscì nelle sale cinematografiche italiane nel febbraio/marzo del 1973.

Già questi primi film di Bruce Lee (escludendo quelli nei quali recitò da bambino e le varie serie televisive, furono quattro, più uno incompiuto, che resero famoso in tutto il mondo l’attore marzialista) suscitarono grande interesse ed entusiasmo tra il pubblico che l’ammirava per il suo carisma e le sue abilità marziali. Tra queste ricordiamo le indimenticabili scene nelle quali usava, per la prima volta di fronte a un vastissimo pubblico, la sua maestria con i famosi nunchaku (arma contundente usata in alcune arti marziali orientali, costituita da due o tre bastoni uniti da una corda o da una catena). Incantava la platea, Bruce Lee, che affollava i cinema anche di Catanzaro, al fine di vedere le gesta di questo straordinario interprete delle arti marziali.

Uscivano, allora, da queste sale cinematografiche mondiali e quindi italiane e catanzaresi, giovani che volevano iniziare a praticare quelle tecniche che Lee mostrava sul grande schermo.

Le palestre di arti marziali, così, si riempivano di persone, alcune fanatiche che, di fronte alla disciplina della pratica marziale e alla sua durezza, abbandonavano i corsi, altri, invece, quelli che erano veramente propensi a praticare seriamente queste discipline orientali, continuavano ad allenarsi.

Il merito di aver incrementato la popolarità nel mondo e quindi anche nella città di Catanzaro, queste discipline, è senz’altro merito di questo uomo.

Anche l’editoria stessa ne usufruì in modo positivo tramite la pubblicazione di libri, riviste e fumetti.

I cinema catanzaresi si riempivano anche di gente che entravano al primo spettacolo della proiezione cinematografica per uscirne al suo ultimo, al fine di ammirare e perché no, anche nella speranza di imparare qualche tecnica utilizzata dall’attore cinese.

E mentre io, crescendo, con un mio compagno di scuola, ci allenavamo privatamente studiando le tecniche che vedevamo illustrate,  leggendo i libri dedicati alle arti marziali, a Catanzaro, a fine anni sessanta, primi anni settanta, venne creato il primo corso di arti marziali.

Infatti, un giovane catanzarese, dell’età di 19/20 anni, di nome Costantino Carmine, che aveva praticato e imparato l’arte giapponese del Judo in quel di Napoli, frequentando il Judo Kodokan (ENAOLI), con il Maestro De Santis (palestra frequentata da atleti di alto valore come Giuseppe Marmo e Bernando Centracchio), al suo rientro a Catanzaro, tramite lo zio Luigi Ciciarello, noto catanzarese esperto nella Cultura Fisica e nel Bodybuilding, che aveva già una sua palestra sita a Via Acri, iniziò ad insegnare l’arte giapponese del Judo. 

Ringrazio l’amico Umberto Falvo, rinomato artista catanzarese, per avermi messo in contatto con lo stesso Costantino che, per un paio d’anni, insegnò Judo, quindi, presso quella palestra che aveva come nome “Erik Luis”.

E, in questa stessa struttura, nel 1974 circa, venne avviato anche un corso di Karate, gestito dal famoso Maestro italiano Augusto Basile che inviò, in pianta stabile, per due anni circa, un suo allievo a Catanzaro.

Il Maestro Basile veniva occasionalmente nella città catanzarese, soprattutto quando si effettuavano i passaggi di grado, di cintura degli allievi.

Costantino, che non ha mai amato l’esibizionismo, ha incontrato, durante la sua carriera di judoka, Maestri di alto rango di questa disciplina marziale giapponese, come il Maestro Nicola Tempesta, il quale partecipò alle prime Olimpiadi che includevano il Judo ovvero quelle di Tokyo del 1964.

Costantino ha anche ottenuto dei buoni risultati nelle gare di Judo.

Secondo la nostra ricostruzione storica, il Judo e il Karate, a Catanzaro, smisero, in quell’epoca pioneristica delle arti marziali, la loro pratica all’incirca verso l’anno 1975.

Intanto, sempre nella città capoluogo calabrese, aumentava costantemente la pratica marziale coreana del Taekwondo, con il Maestro Gregorio Marascio, cintura nera 1 Dan, allievo dei pionieri italiani di questa disciplina ovvero i fratelli Park.

Una volta che appresi dell’esistenza di questa palestra, che era sita in Via Madonna dei cieli, nel febbraio 1977, mi iscrissi ai corsi di Taekwondo.

All’epoca tutti i passaggi di grado, di cintura venivano effettuati alla presenza e sotto l’esame del Maestro Park Young Ghil, persona splendida oltre che grande Maestro.

Della mia pratica di questa arte marziale coreana ho dei bellissimi ricordi.

Gli allenamenti erano duri così come la disciplina che si manteneva una volta entrati in palestra.

All’epoca, i combattimenti si effettuavano senza alcun tipo di protezione, finché arrivo l’utilizzo del corpetto sia nelle gare che negli allenamenti durante il combattimento stesso.

Se, a distanza di anni, possiamo certamente dire che è assurdo combattere senza nessuna protezione è pur vero che in quel periodo pioneristico tutti quanti noi fummo formati bene sia nella tecnica che nel carattere.

Probabilmente, oggi, quegli allenamenti e quella disciplina sono improponibili alla generazione successiva alla mia, alla nostra.

Verso la metà del 1979, comunque, insieme a Antonio Grillo e Alfredo Giuliano (che avevano pure frequentato la palestra “Erik Luis”) e che si erano allenati con ottimi risultati presso questa palestra catanzarese di Taekwondo, lasciai l’arte marziale coreana. Ripeto, una bellissima disciplina marziale, che, però, penalizzava, all’epoca, l’uso dei pugni in combattimento.

Grillo, una volta avuto un contatto con il Maestro vietnamita Lee Dihn Tho, che risiedeva a Roma e che insegnava Taekwondo e Thieu Lam, avviò, a Catanzaro, il primo corso di Kung Fu nella nostra città. Io e Giuliano seguimmo Grillo in questa nostra nuova esperienza.

Dopo una breve parentesi con il Maestro Lee Dinh Tho, Grillo proseguì il suo cammino marziale dell’arte marziale cinese del Kung Fu con il Maestro Shin Dae Woung, mentre Giuliano con il Maestro Dan Sita, quello del Kung Fu – Wushu. Io seguì Giuliano, era il 1980.

Da tempo, ormai, in tutto il mondo si parlava, in quel periodo, del cosiddetto Karate Contact o Full Contact, quello che oggi chiamiamo, con le sue varie specialità, Kickboxing.

Pur apprezzando le arti marziali orientali che praticai con buoni risultati, ero sempre di più affascinato e convinto della qualità sia degli allenamenti che del tipo di combattimento della Kickboxing, diversi da quelli delle arti marziali tradizionali. E, quindi, quando ebbi il piacere e l’onere di conoscere il Maestro Ennio Falsoni, noto a livello internazionale come grande agonista di Karate e insegnante di questa disciplina nonché Presidente dell’allora FIKB e WAKO (World Association of Kickboxing Organizations), decisi di iniziare a praticare questo sport. Decisione rispetto la quale non mi sono mai pentito.

Grazie ad un giovane kickboxer calabrese,  Giorgio Lico (che oltre ad essere un ottimo atleta, divenne, in seguito, anche un Maestro eccellente, dalla cui palestra furono formati vari atleti che conquistarono anche titoli mondiali in questa specialità oltre ad ottenere, lo stesso Lico, cariche federali non indifferenti) ebbi l’occasione di allenarmi con lui nella Kickboxing, avendo, in seguito,  dal Presidente Falsoni stesso (conservo ancora la sua lettera) il “mandato” di iniziare ad insegnare, per la prima volta a Catanzaro, la Kickboxing.

Si tenne, quindi, il 29 gennaio 1985, sotto la mia direzione, la prima manifestazione di Kickboxing presso il palazzetto dello Sport di Catanzaro. Fui, quindi, il pioniere di questo sport da combattimento nella nostra città.

Nei miei ricordi di quei tempi voglio ricordare le persone di Vittorio Platì, Renato Mastria, giovane ma già talentuoso pugile e il Maestro di pugilato, Orlando Sapia oltre a chi ci ha già lasciato come il mio allievo nonché mio caro Amico, Fabio Plastino.

Oggi, a distanza di tanti anni, anche se non pratico più, mi rendo conto che la passione per le arti marziali e la Kickboxing ancora mi pervade. Non mi alleno più, se non ogni tanto, interessandomi, soprattutto, all’apprendimento della tecnica sia a livello motorio, tecnico che “storico”, notando che tante discipline marziali orientali hanno molto in comune tra loro nella loro esecuzione fisica nonché gli aspetti biomeccanici degli sport da combattimento.

Gli interessi, d’altronde, nella vita cambiano ma lo spirito rimane sempre quello.

Realizzo, quindi, quello che diceva il grande Maestro giapponese, Gichin Funakoshi, fondatore dello stile di Karate Shotokan: “Karate no shugyo wa issho de aru” (“ Il Karate si pratica tutta la vita”).

Sono convinto, altresì, che Oriente e Occidente, con le loro rispettive discipline da combattimento e con le loro visioni “filosofiche”, si possono benissimo incontrare, scambiando le proprie conoscenze.

 E questo era anche il pensiero di Bruce Lee, che non era certamente un santo né “il più forte di tutti” ma che ha alimentato in tanti di noi la passione per queste arti.

Che sono Arti, solo nel momento in cui si praticano con il rispetto reciproco tra le persone, alimentando la cultura dell’unione a discapito di quella della divisione.

 Ed oggi, più che mai, si sente il bisogno di diffondere il senso di alcuni valori nella vita. Soprattutto verso i più giovani.

E se abbiamo ricevuto, anche, qualche insegnamento sbagliato oppure abbiamo, anche. insegnato a volte errando, dobbiamo essere grati alla vita di aver vissuto quegli anni.

Anni di “incoscienza”, a volte, ma anche, ripeto di tanta passione e felicità. Anni nei quali, un uomo chiamato Bruce Lee, ha fatto parte della nostra bella e indimenticabile gioventù.

Romano Scaramuzzino

Locandina originale, edizione italiana 1973, del film “I tre dell’Operazione Drago”
Costantino Carmine, il primo catanzarese ad avviare un corso di arti marziali nella città capoluogo calabrese, insieme al famoso Maestro giapponese Shoji Sugiyama 
Foto storica, per gentile concessione dell’artista catanzarese, Umberto Falvo.
    La tessera n°2 del primo corso di Karate, tenutosi a Catanzaro, presso la palestra “Erik Luis”.
   Da notare la firma del noto Maestro italiano di Karate, Augusto Basile per la convalida dei passaggi di grado
Romano Scaramuzzino, pioniere della Kickboxing a Catanzaro, durante un combattimento dimostrativo con l’altrettanto 
   giovane campione calabrese di questo sport, Giorgio Lico. Prima dimostrazione di questo sport da combattimento, nel
   capoluogo calabro, il 29 gennaio 1985
Nella foto, in uno splendido calcio laterale in volo, Romano Scaramuzzino durante la sua pratica del Kung Fu-Wushu

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