Thursday, May 16, 2024
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Al Barbera è di scena Emmanuele di Pisa e come la torre pende per il protagonismo trasformando Palermo – Virtus F. in una corrida! Se questo è un arbitro…

Ha fischiato tutto, non solo i falli veniali, non solo quelli per i quali è d’obbligo applicare la regola non scritta del “vantaggio” acquisito; ha fischiato perfino i falli solo pensati e non commessi; tirava fuor dal taschino i cartellini gialli come fossero caramelline per la tosse… E dovevate vedere con quale sadico piacere li sbatteva in faccia ai giocatori: s’impettiva al punto da sembrare un pavone che spiegava il ventaglio delle sue piume. Insomma, un’interpretazione del ruolo più delicato e difficile del calcio che obbediva solo ad una regola: qui comando io e guai a chi interferisce!. Alla fine la spuntano i rosanero ma è stata una vera e propria battaglia


di Benvenuto Caminiti – da Palermo – per il Quotidiano l’Italiano

PALERMO – STADIO BARBERAPalermo-V. Francavilla, una guerra più che una partita: protagonista assoluto l’arbitro, tal Emmanuele di Pisa, che è riuscito a far imbestialire i ottomila (circa) spettatori sugli spalti, i trentadue giocatori in campo (ivi compresi i subentrati dalle panchine) e i loro due allenatori.

Come?

Con una lunga serie di strafalcioni: la “giacchetta nera” (una volta gli arbitri si chiamavano così) di certo non adusa ai “paesaggi” maestosi come lo Stadio ”Renzo Barbera” di Palermo, appena messo piede in campo, ha dato una rapida occhiata intorno (su e giù, a destra e a sinistra)  ed è stata presa d’infilata dalla cosiddetta “sindrome dell’onnipotenza”. E ha subito pensato: “Questo sì che è uno scenario degno di un grande arbitro… E io dimostrerò di esserlo!”:

Ha fischiato tutto, non solo i falli veniali, non solo quelli per i quali è d’obbligo applicare la regola non scritta del “vantaggio” acquisito; ha fischiato perfino i falli solo pensati e non commessi; tirava fuor dal taschino i cartellini gialli come fossero caramelline per la tosse… E dovevate vedere con quale sadico piacere li sbatteva in  faccia ai giocatori: s’impettiva al punto da sembrare un pavone che spiegava il ventaglio delle sue piume. Insomma, un’interpretazione del ruolo più delicato e difficile del calcio che obbediva solo ad una regola: qui comando io e guai a chi interferisce!.

Doveva essere – e alla fine lo è stata – la partita del riscatto rosanero dopo l’indegna prestazione contro la Turris di domenica scorsa, ma, all’inizio, il Palermo sembrava attanagliato dalla paura e, invece, il Francavilla giocava sciolto e coi pensieri liberi di chi non ha nulla da perdere. Risultato? Netto possesso palla dei pugliesi, che, però, si rendevano pericolosi in una sola occasione più per un marchiano errore di Buttaro che per suoi meriti: rimediava Pelagotti con una respinta d’istinto.

Impagabile la fede dei tifosi che cantavano e intonavano gli inni della vittoria ma la squadra non sembrava in grado di reagire e, senza la corsa incessante di Odjer e la regia attenta di De Rose, gli ospiti avrebbero potuto tramutare in gol, la loro supremazia. Insomma, la partita era di un noioso quasi insopportabile: da una parte, una squadra (Il Francavilla) che palleggiava bene ma solo per specchiarsi e dirsi quant’era brava e dall’altra, il Palermo che schiumava rabbia impotente, corse a vuoto e tentativi che finivano prima di cominciare….

Finché…

Finché Emmanuele di Pisa, dopo avere già ammonito un paio di giocatori pugliesi per inezie che altrove sarebbero passate inosservate, non decise che era arrivato il suo momento. Cercava solo l’occasione giusta … E d eccola, al 29’, bella, quasi irresistibile. Gliela offriva Perrotta con un intervento duro, scomposto e, soprattutto, inutile a metà campo su Pierno: dovevate vederlo l’arbitro, che era lontano almeno venti metri, però lui ha l’occhio di falco, vede tutto e tutto giudica nel lampo di un nano secondo. Si fa i venti metri di corsa che nemmeno Mennea ed ha già il cartellino rosso in pugno e lo sventola come una bandierina…

E manca un’ora abbondante alla fine della partita.

In dieci contro undici e con un arbitro che vuol farsi bello davanti ad una platea così imponente, noi poveri rosanero in cerca di riscatto cosa possiamo sperare ormai di buono?

Invece – ed ecco la magia del calcio – da quel momento il Palermo si scuote dal torpore e reagisce d’orgoglio. Di contro, il Francavilla si rilassa: “Tanto, in 11 contro 10, la partita è nostra!”.

E siccome sono abituato a dire sempre quello che penso, come ho stigmatizzato tre giorni fa l’inerzia di Filippi mentre il suo Palermo al “Liguori” di Torre del Greco andava  pezzi, così oggi sento il bisogno di elogiarlo per non aver sostituito un difensore (Perrotta, espulso) con un altro difensore ed esser passato a quattro in difesa. Così il Palermo ha retto bene l’handicap dell’inferiorità numerica e col centrocampo rimasto tale e quale poteva coprire meglio gli spazi. 

E lo elogio ancora perché ha indovinato i cambi, anche se, per una questione puramente psicologica, Fella, anzi che al 36’ poteva sostituirlo – come ha fatto con Peretti – nell’intervallo: gli avrebbe risparmiato umiliazione e  rabbia).

E lo elogio ancora di più per il cambio decisivo: quello al 10’ della ripresa di Soleri con Brunori che, due minuti dopo, s’infila nell’improvvido palleggio Caporale-Nobile, arpiona quella palla vagante e, aggirando il portiere ospite, la deposita in rete.

Duello Brunori Nobile

Restano, però, 35 minuti di partita e il Francavilla sembra morso dalla tarantola e si riversa nell’area rosanero, senza tuttavia rendersi mai veramente pericoloso anche perché – com’è strano il calcio – il Palermo, che mercoledì scorso aveva una difesa di burro, stavolta sembra averla di granito, e sventa ogni minaccia.

Il nervosismo dilaga tra le file dei biancocelesti pugliesi e l’allenatore Taurino si esibisce in una reiterata protesta contro l’arbitro, resa ancora più plateale da urla e braccia che invocano l’ira degli dei: ESPULSO.

Poco dopo, il capitano ospite Perez viene ammonito  per un fallo di gioco e protesta vibratamente; poi si avvicina all’arbitro, faccia contro faccia e quello – non gli pare vero – passa dal giallo al rosso… Parità ricostituita , ma è ormai tempo di recupero (sei minuti!) e il Francavilla va ancora (inutilmente) all’attacco, esponendosi al contropiede rosa. In uno di questi, il portiere esce ben oltre l’area di rigore e ferma la palla con una mano: punizione ed espulsione. Nobile la prende male e, con atteggiamento intimidatorio, vomita sull’arbitro paroline… dolcissime. Dev’essere un suo compagno a prenderlo per le spalle e a cacciarlo fuori dal campo.

Il Palermo si riscatta così con una prova d’orgoglio e abnegazione, cominciata solo dopo essere rimasto in dieci.

Resta da raccontare la cosa più bella della serata: capitan De Rose chiama a sé tutti i compagni per correre sotto la Curva Nord che canta e balla sui gradoni come ai bei tempi andati.

Benvenuto Caminiti

PALERMO – VIRTUS FRANCAVILLA – IL TABELLINO

Reti: 13’st Brunori (PA)

Palermo: Pelagotti, Buttaro, Peretti (1’st Lancini), Perrotta, Doda, De Rose, Odjer, Valente (29’st Giron), Silipo (29’st Almici), Fella (37’pt Luperini), Soleri (11’st Brunori). A disp: Massolo, Marong, Mannina, Mauthe, Floriano, Corona. All. Filippi

Virtus Francavilla Calcio: Nobile, Ingrosso, Idda, Miceli, Perez, Mastropietro (17’st Enyan), Caporale, Pierno (37’st Magnavita), Prezioso (1’st Tchetchoua), Ventola (11’st Ekuban), Toscano (11’st Carella). A disp: Milli, Cassano, Feltrin, Gianfreda, Delvino, Dacosta. All. Taurino

Arbitro: Marco Emmanuele di Pisa (Massimiliano Bonomo di Milano-Antonio Piedipalumbo di Torre Annunziata-Gianluca Grasso di Ariano Irpino)

Note: Ammoniti: De Rose, Giron (PA) Ventola, Mastropietro, Miceli, Enyan (VF) Espulsi: Perrotta (PA) Perez, Nobile (VF)

Recupero: 2’pt, 6’st

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