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Bergamasca: aumenta l’uso delle droghe. Intervista esclusiva col dott. Enrico Coppola Presidente dell’A.G.A. – Associazione Genitori Antidroga

Partecipando ad un corso di formazione per operatori di comunità terapeutiche nel 1979, il primo in Italia, organizzato dal Ceis di Roma di don Mario Picchi, è incominciato il mio interesse verso questo tipo di problematiche, che mi portarono, in seguito, a formarmi, sempre presso il Ceis, lavorando lì dall’inizio dell’anno 1984.

By L'Italiano , in Cronaca Italiana Rubriche , at 21/07/2021 Tag: , , , ,

Intervista esclusiva a cura di Romano Scaramuzzino (dalla redazione bergamasca)

I recenti dati allarmanti, che parlano di un costante utilizzo delle droghe, rispetto al 2019, ma anche di una inaspettata ripresa del consumo della eroina nella bergamasca, ci ha convinto nell’ approfondire questa tematica, parlandone con un esperto, ossia con chi, da anni, insieme ad un team di operatori, cerca di contrastare questo fenomeno sociale, sanitario e criminale.

Ci riferiamo al dottore Enrico Coppola, nato a Lecco ma residente a Bergamo.

Dottore Coppola, ci vuole raccontare quando e perché ha iniziato il suo percorso nel voler aiutare coloro che vogliono uscire dal tunnel della tossicodipendenza?

Partecipando ad un corso di formazione per operatori di comunità terapeutiche nel 1979, il primo in Italia, organizzato dal Ceis di Roma di don Mario Picchi, è incominciato il mio interesse verso questo tipo di problematiche, che mi portarono, in seguito, a formarmi, sempre presso il Ceis, lavorando lì dall’inizio dell’anno 1984.

I suoi studi universitari sono stati incentrati su quale specializzazione?

Sono laureato in psicologia clinica e di comunità presso l’Università di Padova con specializzazione in psicoterapia sistemica ( il curriculum vitae del dottor Coppola è vasto, con esperienze professionali e corsi di formazione che iniziano dal 1979 sino al 2018, ndr).

Attualmente, Lei è il presidente dell’Associazione AGA- Associazione Genitori Antidroga onlus, la cui sede principale è sita presso il comune bergamasco di Pontirolo. Ci puo’ dire in cosa consiste tale organizzazione e quali sono i suoi obiettivi?

AGA si occupa di prevenzione e cura delle dipendenze. E’ un’organizzazione di volontariato che persegue anche con personale specializzato (educatori, medici, assistenti sociali e psicologici) i seguenti obiettivi: prevenzione, servizi ambulatoriali/residenziali e progetti innovativi per il trattamento delle dipendenze patologiche da droghe, alcol e gioco d’azzardo e per il reinserimento sociale e lavorativo.

Come si svolge l’accoglienza  dell’utente e quali sono i programmi per il suo recupero?

Il primo contatto si svolge presso lo SMI (servizio multidisciplinare integrato) con sede a Treviglio (BG), dove l’utente e la propria famiglia vengono accolti e presi in carico per una valutazione multidisciplinare, dal cui esito si elabora un progetto terapeutico personalizzato che puo’ declinarsi in percorsi ambulatoriali o residenziali. Attualmente presso lo SMI di Treviglio vengono curate circa 900 persone all’anno.

Quali sono le comunità che seguite e dove sono collocate?

Sono la Comunità educativa per minori “Draghi Randagi”, con una capacità ricettiva di 16 utenti e che ospita, attualmente, 10 ragazzi. Comunità sita a Pontirolo Nuovo. Altre comunità, sono quelle per adulti con capacità ricettiva di 45 utenti di cui 9 in comorbilità psichiatrica che si trova sempre a Pontirolo Nuovo. Altra comunità di reinserimento a bassa intensità con capacità ricettiva di 5 utenti che si trova a Brignano Gera d’Adda (BG).

Ne abbiamo parlato anche qui, dalle pagine online dell’Italiano, da una vostra ricerca, con il contributo dell’Istituto Mario Negri di Milano, dalla misura dei metaboliti urinari delle sostanze illecite nelle acque dei depuratori, è risultato un uso costante, rispetto al 2019, di cocaina e cannabis, ma, purtroppo, anche un aumento e una ripresa  del consumo dell’eroina. A cosa addebita tutto ciò?

Le relative restrizioni non hanno fermato anzi hanno aggravato il consumo di droghe nella Bergamasca dove, in media, a persona, si assume più droga che a Milano.

In particolare, il consumo  di cannabis e cocaina è rimasto sui livelli alti e già allarmanti del 2019.

Invece, è raddoppiato l’utilizzo dell’eroina. Il consumo di questa droga, in Italia, sembrava debellato, anche se sostituito dal consumo di cocaina, sostanza dannosa come l’eroina.

L’aumento di quest’ultima droga si è inserito in contesti sociali come quello che nell’ultimo anno e mezzo ha causato la pandemia del Covid-19.

Considerando le persone che, dopo il lockdown del 2020, hanno ripreso a rivolgersi ai nostri servizi, temevamo di trovarci di fronte a una situazione ancora molto problematica, ora, con i quantitativi trovati nelle acque, ne abbiamo avuto la conferma.

Dove secondo Lei, se si è sbagliato, ci sono stati errori nel non saper sostenere le personalità fragili, durante questo difficile periodo sanitario e sociale? Soprattutto per chi aveva già usato oppure ha iniziato a farlo, le sostanze stupefacenti?

Durante la gestione della pandemia, come causa diretta delle misure anti Covid, si è trascurato l’aspetto psicologico e sociale, che inevitabilmente ha creato, in generale, disagio sociale e in particolare un forte malessere psicologico nei soggetti più vulnerabili, tra cui i giovanissimi, che spesso hanno trovato l’ingannevole sollievo in alcol e droghe.

Viviamo in un mondo incerto e cangiante. Quali possono essere i riferimenti per i giovani, ma anche per gli adulti, perché essi trovino conforto ma anche valori stabili in questa società che porta, i caratteri più  delicati, nella loro insicurezza e angoscia, a cercare un falso rifugio nelle droghe?

La mancanza di riferimenti valoriali, di relazioni educative significative e di certezze future, per i giovani è il gruppo di appartenenza, anche in senso più ampio del termine, il riferimento più certo, autorevole che dona sicurezza e identità ed in grado di ridurre e contenere ansia e depressione di fronte all’incertezza della vita.

Se nel gruppo di riferimento si consumano alcol e droghe, presto le sostanze possono diventare uno stabile rifermento contenitivo e identitario con le conseguenze a tutti note.

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a significativi cambiamenti sociali e culturali che hanno interessato anche il mondo della droga.

Sono cambiate le abitudini e i contesti di diffusione. I consumatori oggi sono più integrati nel tessuto sociale.

Il consumo di droghe, sempre più diversificato, si è diffuso in modo capillare nel mondo giovanile del divertimento, nella scuola e nei contesti aggregativi.

Una domanda, dottore, determinate dinamiche personali e sociali, si possono prevenire piuttosto che intervenire quando il danno è già iniziato?

Sicuramente si puo’ prevenire e intervenire prima che accada.

La prevenzione oggi è inadeguata o completamente assente. Le famiglie hanno necessità di formazione e i genitori in particolare, dovrebbero essere preparati e sostenuti nel loro ruolo educativo e sapere come intervenire precocemente.

Come la politica e le istituzioni possono aiutarvi nel vostro delicato compito di recupero?

Con la loro presenza, perché se oggi si parla di normalizzazione dei consumi, è proprio perché le istituzioni e la politica sono assenti e hanno scarsa reazione e attenzione al dilagare della droga.

Una immagine degli associati A.G.A.

 Gli spacciatori sono, al contrario, sempre attenti.

L’utilizzo di sostanze psicotrope oggi, pur coinvolgendo un’importante parte di popolazione, sembra creare minore allarme sociale.

Il consumatore del terzo millennio non viene stigmatizzato ed emarginato come un tempo ma è socialmente integrato.

Si conclude, con quest’ultima considerazione, l’interessante incontro con il dottor Coppola, che ringraziamo vivamente. Con la certezza che questa intervista faccia riflettere non solo il lettore comune ma anche chi di competenza.

Intervista esclusiva a cura di Romano Scaramuzzino (dalla redazione bergamasca)

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