Wednesday, May 15, 2024
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Calcio – Serie B. A Marassi Il Palermo perde col Genoa ma è sempre in corsa

Ora i rosanero devono pensare solo alla prossima, la “partita delle partite”, quella contro il Frosinone, attesa da tre anni, da quando la compagine di Stirpe ci scippò la promozione in A, con i mezzucci da calcio rionale (palloni buttati in campo dai giocatori dalla panchina , senza che il muto-sordo-cieco arbitro lapenna (tutto minuscolo , muovesse muscolo


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

GENIVA – Ha vinto il Genoa ma il Palermo ha fatto la sua degna  figura, confermando i progressi compiuti sin dall’ultima sua sconfitta (casalinga) contro il Venezia: da quel triste pomeriggio, i ragazzi di Corini hanno cambiato marcia e inanellato nove risultati utili consecutivi, passando dal quartultimo al sesto posto in classifica.

Rincorsa che si è fermata al “Ferraris” di Genova, al termine di una partita intensa, tecnicamente ben giocata, agonisticamente vibrante: da una parte uno squadrone, quello rossoblù, costruito per una pronta risalita in Serie A, dall’altra il giovane Palermo di messer Corini, che, mossa dopo mossa, l’ha plasmato a sua immagine e somiglianza: bel gioco, aperto e manovriero, paura mai di nessuno e stile sempre impeccabile.

Quella di ieri nello stadio più inglese d’Italia, si può ben definire una partita di Serie B, così bella, così ben giocata da sembrare un incontro  di Serie A.

Subito all’arrembaggio, i rossoblù guidati dal giovane e ambizioso (ex rosanero) campione del mondo Alberto Gilardino, hanno preso d’assedio la metà campo rosanero, con attacchi poderosi e, insieme, d’alta scuola calcistica, con scambi veloci, sovrapposizioni, sfruttamento totale degli spazi : il tutto per abbattere la fiera resistenza del Palermo, costretto a ripiegarsi su se stesso perché davanti aveva la squadra più forte del campionato. E, tuttavia, senza rinunciare ai contrattacchi, solo che, almeno nei primi venti minuti, la supremazia territoriale rossoblù era evidente, non tanto sotto il profilo tecnico-tattico quanto sotto quello della prestanza fisica dei suoi interpreti.

Insomma, il Genoa sembrava una catapulta che rimbalzava contro la muraglia rosanero, finché, al 25’, sull’ennesima incursione dell’uomo-chiave del team rossoblù, il Palermo era costretto ad arrendersi e Pigliacelli a gettarsi invano sul fendente diagonale di destro dell’islandese.

Il vantaggio sembrava solo l’inizio di una vittoria da maramaldo e, invece, il “nuovo” Palermo di Corini reagiva prontamente, spazzava via le scorie reverenziali che l’avevano frenato a inizio partita, e cominciava a giocare come sa. Ovvero, con il suo palleggio veloce tra i centrali di meta-campo, le folate sulle fasce di Valente e, soprattutto, di Sala e gli inserimenti di Verre, unica variante rosanero rispetto al Palermo di domenica scorsa contro la Reggina.

Nella ripresa, entrava subito Gomes – fermo nelle ultime tre partite per la frattura alla mano sinistra – che prendeva il posto e il ruolo di regista di Damiani.

E la partita cambiava, nel senso che a governarla non era più il Genoa  –  che non stava certo a guardare  ma contrattaccava, sempre con gli affondo e i dribbling viperini di Gudmonsson (migliore uomo in campo, e non solo tra i rossoblù: un vero campione che merita ampiamente la Serie A, e anche quella più nobile)  – ma il Palermo, che sciorinava il suo gioco bello, anzi spettacolare, se è vero com’è vero che a salvare il Genoa si ergeva il suo numero 1, Martinez, a metà ripresa con una parata-miracolo sul subentrato , lanciatissimo Soleri. E non  si puià certo attribuire alcuna colpa all’ex Padova, ma solo plausi e complimenti al portiere spagnolo del Genoa.

Sarebbe stato il gol del meritato pareggio ma la storia non si fa con i e se e i ma.

Anzi, come spesso accade nel calcio, la paura (ri)metteva le ali all’arrembante Genoa, che, forte dei subentri di Strootman, Dragus e, in extremis, di Jagello, riassestava le sue fila e spostava in avanti di una ventina il suo baricentro: non si procurava grandi occasioni ma costringeva il Palermo a rallentare la sua pressione che, fino alla paratona di Martinez, anche per l’apporto che davano i subentrati Soleri e Tutino, era riuscito, come detto, a prendere in mano le redini  del gioco.

La partita filava via in un finale sempre avvincente, con attacchi dall’una e dall’altra parte e un agonismo  spesso ruggente ma mai oltre i limiti.

Al gol del raddoppio genoano non vorremmo dedicare neanche un cenno, perché suonerebbe come un rimprovero troppo severo per Marconi, che sbaglia un disimpegno elementare e manda solo davanti a Pigliacelli  il neosubentrato (89’)  Jagello.

Per chi non ha pregiudizi, si può serenamente rubricare questa sconfitta come “onorevole”, così come si può tranquillamente affermare che se il Palermo avesse pareggiato , l’avrebbe ampiamente meritato.

Ergo: teniamoci la bella prestazione (specie dal 46’ in poi) e pensiamo solo alla prossima, la “partita delle partite”, quella contro il Frosinone, attesa da tre anni, da quando la compagine di Stirpe ci scippò la promozione in A, con i mezzucci da calcio rionale (palloni buttati in campo dai giocatori dalla panchina , senza che il muto-sordo-cieco arbitro lapenna (tutto minuscolo , muovesse muscolo.

Benvenuto Caminiti

Alberto Gilardino

IL TABELLINO DI GENOA – PALERMO

GENOA (4-3-2-1): Martinez; Hefti, Bani, Dragusin, Sabelli; Frendrup, Badelj, Sturaro (73′ Strootman); Gudmundsson (89′ Jagiello), Aramu (72′ Puscas); Coda (72′ Dragus). A disp.: Semper, Czyborra, Salcedo, Matturro, Lipani, Yalcin, Calvani, Boci. All. Gilardino.

PALERMO (3-5-2): Pigliacelli; Mateju, Nedelcearu, Marconi; Valente (73′ Segre), Verre (73′ Soleri), Damiani (46′ Gomes), Saric (65′ Broh), Sala; Brunori, Di Mariano (65′ Tutino). A disp.: Massolo, Grotta, Graves, Orihuela, Buttaro, Aurelio, Lancini. All. Corini.

ARBITRO: Marinelli di Tivoli (Di Vuolo-Vigile).

MARCATORI: 25′ Gudmundsson, 96′ Jagiello.

NOTE: Ammoniti Sabelli, Hefti, Segre, Mateju, Nedelcearu.

testatina

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