Wednesday, May 15, 2024
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Calcio – Serie B. Il Venezia affonda in laguna e il Palermo ritorna in Sicilia con una vittoria clamorosa e un Brunori scatenato

Al “Penzo”, il mister ha presentato un Palermo riveduto e corretto, con cinque cambi rispetto alla partita col Cosenza: Lund, Vasic, Gomes, Coulibaly e Insigne, invece di Aurelio, Segre, Stulac, Henderson Di Mariano, peraltro infortunato. Un rimescolio profondo, nel quale cambiava la terna di centrocampo, cioè il cuore pulsante del gioco.


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

VENEZIAL’aspettavamo con un’ansia indicibile il ritorno al gol di capitan Brunori e finalmente ieri, al  “Sant’Elena” di Venezia, è arrivato, anzi è esploso come una bomba, dando ragione al suo allenatore, che non ha ceduto al coro davvero assordante di tutti quelli che lo volevano relegato in panchina. E tra questi stavo finendo anch’io, che soffro da sempre di una dicotomia della quale non mi libererò mai del tutto: da una parte urge il cronista che deve usare cautela e misura nell’analisi dei fatti, dall’altra insorge il tifoso che reclama, anzi pretende, quando la ruota non gira come lui vorrebbe, decisioni drastiche anche a scapito dei cosiddetti “intoccabili” della squadra.

Ho già chiesto scusa a … me stesso, ma solo dopo averlo fatto col mister nei confronti del quale da sempre, otre al rispetto dovutogli, nutro stima e ammirazione .

Non era facile per niente, affrontare in casa sua un avversario del calibro del Venezia di Vanoli e spazzar via tutto d’un fiato l’aria sporca che aveva lasciato nei muscoli e, ancor di più, nell’anima dei giocatori, l’amara sconfitta di quattro giorni prima col Cosenza.  Ma Corini c’è riuscito, come d’altronde aveva dichiarato in conferenza pre-Venezia. seminando  nell’uditorio più perplessità (con qualche ghigno sarcastico) che approvazione: “ Partite come quella col Cosenza, con una squadra che fa gioco per novanta minuti e l’altra che si limita ad aspettare il varco del contropiede giusto, si possono perdere: sta scritto nel mistero del calcio, così come sta scritto che a Venezia faremo una grande partita per sbollire la rabbia di una partita persa senza meritarcelo!”.

Parole forti, quasi una spacconata; insomma, “roba” atipica per un signore moderato e sempre equilibrato (nella buona e nella cattiva sorte) come Corini… E invece, erano parole che sgorgavano dal cuore ferito per la brutta serata nella quale tutto era andato storto.

Al “Penzo”, il mister ha presentato un Palermo riveduto e corretto, con cinque cambi rispetto alla partita col Cosenza: Lund, Vasic, Gomes, Coulibaly e Insigne, invece di Aurelio, Segre, Stulac, Henderson Di Mariano, peraltro infortunato. Un rimescolio profondo, nel quale cambiava la terna di centrocampo, cioè il cuore pulsante del gioco.

Sembrava un azzardo ma così non è stato, perché Vasic , Gomes e Coulibaly hanno fronteggiato il fortissimo centrocampo lagunare (Lella, Tessman, Busio e, soprattutto, Johnsen) non solo sul piano fisico, nel quale già a occhio si notava il divario atletico – ma anche sottto il profilo squisitamente tecnico-tattico: Gomes ha corso per tutti i centodue minuti di gioco come un levriero, Vasic, oltre al suo innato senso dell’incursione, comincia a praticare anche la fase difensiva e, infine, Coulibaly ha fatto da argine, anche fisico, oltre che tattico, allo strapotere atletico dei vari Lella e Tessman: dove c’era un pallone vagante e, come tale, pericoloso, c’era lui e la sua possanza fisica.

Esiste nel visionario mondo del pallone una regola non scritta che, tuttavia, si (ri)presenta ogni volta che qualcuno (qualche squadra) ha subito un torto da parte della dea bendata: ed è la regola della compensazione. Voglio dire che, come all’ultimo alito di partita col Cosenza, capita all’appena subentrato Canotto la palla giusta per infilarla imparabilmente nel sette della rete difesa da Pigliacelli, così al “Penzo”, dopo nemmeno cinque minuti, un uno-due Lund-Brunori-Lund, con geniale passaggio filtrante del capitano, proietta il danese davanti a Joronen: sta per calciare ma viene stroncato con fallo da dietro: “Rigore!”  Indica, col dito puntato sul dischetto, l’aitante arbitro Baroni. Solita manfrina dei giocatori di casa, solita, snervante attesa (quasi quattro minuti)  della conferma del Var e finalmente Brunori, gli occhi spiritati fissi sul pallone, è sul dischetto, pronto a prendersi una responsabilità enorme: quella del capitano, che vuole dare una scossa alla sua stagione e a quella del suo Palermo.

In settant’anni di tifo raramente ho tremato così, al punto di avere la tentazione di non  gaurdarlo, quel rigore : “E se lo sbaglia, come gli ultimi tre? Che ne sarà di lui?… Che ne sarà del Palermo… Che ne sarà di me?”…

E invece no, Brunori calcia e segna, con Joronen, che cerca di distrarlo con salti e saltelli, mosse e mossette: il capitano calcia forte alla sua destra (sinistra per il portiere), con il finlandese da una parte e la palla che sbatte in rete nell’angolino opposto.

In quell’istante, ho avuto la  netta percezione che il Palermo si sarebbe portati via i tre punti. E che, pur prevedendo la rabbiosa reazione di Pohianpalo & Co., i “miei” ragazzi ce l’avrebbero fatta ugualmente.

La reazione del Venezia c’è stata, e pure più rabbiosa del previsto, anche  se, al centro dell’area di rigore rosanero, si erge un gigante come “il nostromo” Lucioni… Reazione che,  allo spirare del quinto minuto di recupero, porta al pareggio il Venezia , proprio col suo nordico centravanti, su assist al bacio di Johnsen.

Uno a uno… e tutto da rifare.

La ripresa annuncia battaglia e gioco a tutto campo, col Venezia naturalmente proiettato in avanti alla ricerca della vittoria.

Prima del duplice fischio d’inizio del secondo tempo, vedo Lucioni, a ridosso della panchina, che parlotta fitto fitto con Corini: una scena che mi riporta indietro di quasi vent’anni, quando era Corini, capitano di quel Palermo, ad avvicinarsi (e lo faceva sovente) alla panchina per scambiare con Guidolin pensieri e parole sulla tattica da adottare al momento).

Insomma, una scena bellissima che  (pre)annunciava un Palermo tornato guerriero come nella prima mezzora, un Palermo che spazzava via i tremori di quell’ultima tranche di primo tempo nella quale il Venezia si era impadronito della partita fino ad arraffare il pareggio.

E infatti, anche per i tempestivi cambi effettuati da Corini, il Palermo si riassestava e, pur subendo l’offensiva del Venezia, ripartiva ogni volta con rapidi contropiedi. In uno di questi, Brunori, scatenato come ai bei tempi, scoccava un destro sotto l’incrocio dei pali ed era miracolosa la deviazione in corner di Joronen. Ma quello era solo l’annuncio del gol, che sarebbe arrivbato da lì a poco: 61’ di gioco, fuga lungo l’out di Lund, cross sul secondo palo, dove arriva come un fulmine il “nostromo” Lucioni che di testa supera Joronen: è già gol, o no?… Nel dubbio Irrrompe sempre di testa Brunori che fa doppietta. E non è finita perché al 92’ un letale contropiede – tre passaggi tutti in verticale , Coulibaly- Mancuso- Brunori –  proietta il capitano solo davanti alla disperata uscita di Joronen, che lui supera con un tocco vellutato e velenoso, insieme.

Con questa magnifica vittoria, Il Palermo è di nuovo in corsa più che mai verso il traguardo che si è prefisso: la serie A.  

Benvenuto Caminiti

Lo scatenatissimo Brunori realizza una super tripletta che restituisce al Palermo la vittoria fuori casa e i tre punti perso col Cosenza in casa

IL TABELLINO DI VENEZIA PALERMO  1 – 3

VENEZIA (4-3-3): Joronen; Candela (82′ Cheryshev), Altare, Idzes, Sverko (21′ Zampano); Lella (68′ Bjarkason), Tessmann, Busio (68′ Pierini); Gytkjaer (68′ Andersen), Pohjanpaolo, Johnsen. A disp.: Bertinato, Grandi, Modolo, Dembélé, Ullmann, Ellertsson, Mikaelsson. All. Vanoli.

PALERMO (4-3-3): Pigliacelli; Mateju (73′ Nedelcearu), Lucioni, Ceccaroni, Lund (63′ Aurelio); Vasic (76′ Henderson), Gomes, Coulibaly; Insigne (64′ Segre), Brunori, Di Francesco (64′ Mancuso). A disp.: Desplanches, Kanuric, Graves, Marconi, Stulac, Soleri. All. Corini.

ARBITRO: Baroni di Firenze (Rossi-Votta)

MARCATORI: 9′ rig., 62′, 92′ Brunori, 45’+5 Pohjanpalo

NOTE: Ammoniti: Busio (V), Lucioni, Gomes (P)

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