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Chi è da oggi condannato per violenza domestica, perde in automatico la potestà genitoriale. Avviene in Francia: quando in Italia?

Trovo una vergogna italiana che, mentre la Francia ha approvato unanimemente svolte simili giuste e necessarie, in Italia veniva ancora poco fa proposto un disegno di legge, di tal Pillon, che in alcuni suoi passaggi era costruito per tutelare esplicitamente il diritto alla perfetta bigenitorialità anche di chi era definitivamente ritenuto colpevole di gravi episodi di maltrattamenti in famiglia. Come se il diritto da tutelare non sia quello del minore a essere protetto dal violento, ma quello del padre abusante a mantenere autorità e possesso sui figli anche se inadeguato e dannoso per la loro psiche.

By L'Italiano , in Cronaca Italiana In Evidenza Rubriche , at 14 Febbraio 2023 Tag: , , ,

di Umberto Baccolo per il Quotidiano l’Italiano

ROMA – Dalla Francia arriva una notizia importantissima. Chi è da oggi condannato per violenza domestica, perde in automatico la potestà genitoriale.
Un modello assolutamente da imitare. Da anni sostengo pubblicamente che chi riceve condanne definitive per reati gravi (maltrattamenti in famiglia, stalking, revenge porn, violenza sessuale etc) contro la madre della propria prole debba in automatico decadere completamente e in via definitiva – salvo se si fanno percorsi serissimi e certificati di cambiamento – dalla responsabilità genitoriale.
Qui il garantismo, il non toccare Caino, non c’entrano nulla, per chi fosse pronto a vedere una contraddizione tra le mie battaglie, e ora spiegherò perché. Io da anni mi batto nel mio piccolo per i diritti al rapporto tra i detenuti e i loro figli, perché uno può commettere i peggiori reati, anche omicidi, ma essere un buon genitore che ama i propri figli ed essi hanno il diritto di amare loro padre anche se ha fatto gravi errori. L’unica eccezione è però per me rappresentata dai reati che tu fai contro la madre dei tuoi figli, che per forza finiscono per danneggiare anche loro con inaudita violenza, o addirittura dei reati contro i bambini stessi.
Anche un mafioso può essere un genitore amorevole (e a volta la spinta a cambiare vita gli può venire dal legame con i figli), ma uno violento contro la sua stessa famiglia, o contro chi lo ha lasciato madre della propria discendenza, no. Non lo può essere. Non può chi si macchia di violenze terribili contro la mamma dei suoi figli essere però ritenuto titolato ad esercitare responsabilità genitoriale su di essi.
Ciò non vuole dire che non li debba più vedere nemmeno in incontri protetti (tranne in casi estremi, comunque purtroppo non pochissimi, dove si può e deve rendere necessario), ma che non può questa persona essere ritenuta in grado di prendere qualsiasi tipo di decisione riguardo ai propri figli.
Se picchi la moglie, se fai stalking alla ex e mandi in giro foto di lei nuda, se minacci, stupri, fai violenze di vario genere nei di lei confronti (e magari pure in quelli della di lei famiglia), tu non puoi nel frattempo essere uno che fa scelte buone nell’interesse dei figli. Sei uno che sta danneggiando indirettamente con violenza la loro psiche e compromettendo il loro futuro, e vai sollevato da ogni possibilità decisionale – visto poi che la potestà è esercitata in questi casi solo come mezzo di ritorsione e coercizione, per rendere la vita impossibile e ex e di conseguenza figlio.
La realtà è che i genitori hanno grandi doveri prima che diritti nei confronti dei figli, e se vengono meno a questi doveri in modo così devastante devono per forza perdere i diritti collegati. Sono cose che esistono solo assieme, i diritti e i doveri dei genitori, non si può scindere le cose, cioè pretendere solo diritti, in particolare il diritto di decidere della loro crescita mentre si fa strame di ogni dovere nei loro confronti.
So che la mia posizione sul tema nel mondo garantista di cui faccio parte è minoritaria, ma da anni e anni seguo e aiuto donne vittime di violenza da parte di partner ed ex, proprio come da anni mi occupo di carcere e detenuti, e queste mie idee (che trasformai anche in una proposta di legge che illustrai ad un incontro tra addetti ai lavori indetto dalla allora ancora per pochi giorni senatrice Cinzia Leone, che ringrazio ancora per l’invito e per le sue battaglie a tema) sono molto ragionate e saranno sempre una mia battaglia, per la tutela dei tanti bambini che, oltre a vivere certi orrori in famiglia, sono poi doppiamente vittimizzati dallo Stato che costringe loro e le loro madri a rimanere sempre prigionieri, tramite la patria potestà, del potere e del capriccio del violento, del possessivo controllante e paranoico, del vendicativo.
Trovo una vergogna italiana che, mentre la Francia ha approvato unanimemente svolte simili giuste e necessarie, in Italia veniva ancora poco fa proposto un disegno di legge, di tal Pillon, che in alcuni suoi passaggi era costruito per tutelare esplicitamente il diritto alla perfetta bigenitorialità anche di chi era definitivamente ritenuto colpevole di gravi episodi di maltrattamenti in famiglia. Come se il diritto da tutelare non sia quello del minore a essere protetto dal violento, ma quello del padre abusante a mantenere autorità e possesso sui figli anche se inadeguato e dannoso per la loro psiche. Raccontando l’infame bugia sostenuta da molti consulenti strapagati secondo la quale per un bambino per crescere bene è “meglio un padre violento con mamma e lui e magari pedofilo che un padre assente”. Pedofilo, perché chi ha studiato sa che questo tipo di teorie sono nate proprio per la difesa processuale dei pedofili negli Stati Uniti, e sono state largamente diffuse da lobby di persone danarose e influenti collegate anche al mondo della pedofilia.
Nel nostro Stato una volta si toglieva la potestà genitoriale a chi era condannato per lotta armata: cosa secondo me sbagliatissima. Ora invece c’è chi si batte per non toccare i diritti di padre di chi è condannato in quanto genitore e marito abusante e maltrattante, e i figli vengono in tanti casi tolti non a loro ma alle madri che denunciano gli abusi, anche con decine di prove.
Adriano Sofri ha scritto che in molti paesi del mondo è in corso una lotta per la riconquista del potere sulle donne: questo ne è un chiaro sintomo, e purtroppo oggi quando si parla di tematiche femministe si parla sempre di altro o quasi, e mai o pochissimo di quello che subiscono nei Tribunali madri e figli anche in quanto da noi una legge come questa approvata oggi in Francia non la abbiamo, ma solo proposte che vanno in direzioni opposte.

Umberto Baccolo

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