Friday, April 19, 2024
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Chi sono gli Eroi? I Samurai, i guerrieri? Una risposta ce la danno Giovanni Pontano e Michelangelo Grisolia il primo autore de “Il Principe Eroe”, il secondo il traduttore di quest’opera

Gli eroi sono anche quelli che in tempo di pace perseguono le virtù che non obbligatoriamente si riferiscono all’arte della guerra bensì all’arte del saper vivere, mirando a essere persone virtuose, temperati, liberali, mansueti, equabili, prudenti, e costanti


di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano

Credo fortemente nell’ispirazione, in quei momenti “magici”, certamente particolari, nei quali un autore, uno scrittore, si imbatte. Sono circostanze che ogni ideatore può vivere e che provengono da uno o più stimoli esterni che si congiungono con quelli interiori.

Quando arrivano queste ispirazioni non si può che considerarsi persone privilegiate e cogliere l’attimo della grazia creativa, passando dal pensiero all’azione, nel caso del narratore in genere, dall’idea allo scritto.

E’, adesso, nel momento in cui sto scrivendo, una sera di domenica, di questo mese di febbraio del 2023, e mi ritrovo a rivedere per caso (ma sarà veramente un caso?) un film molto conosciuto dal titolo L’ultimo Samurai, pellicola del 2003, che ha come attore protagonista Tom Cruise nei panni del personaggio del capitano Nathan Algren.

La musica, le scene di questo film sono suggestive così come il suo contenuto e da appassionato di cultura orientale mi chiedo se i valori per i quali vivevano i Samurai sono stati veramente delle virtù.

Non è mia intenzione rispondere a questo quesito al momento. Mi pongo, piuttosto, un’altra domanda: chi è veramente l’eroe?

Giovanni Pontano, nato a Cerreto di Spoleto il 7 maggio 1429 e morto a Napoli il 17 settembre 1503, fu un illustre umanista e politico italiano. Conosciuto anche con il nome di Gioviano Pontano, dell’umanesimo napoletano del Quattrocento e dell’Accademia Pontiniana, fu un grande rappresentante.

Tra le sue opere note è il Principe eroe di Gio. Gioviano Pontano ad Alfonso D’Aragona, Duca di Calabria, traduzione di Michelangelo Grisolia (con sue annotazioni storiche, critiche morali, politiche).

Questo testo fu scritto tra il 1465 e il 1468 e certamente fu pubblicato a stampa nel 1490. Pontano scriveva solo in latino.

Il Principe eroe è dedicato al duca di Calabria, Alfonso D’Aragona, erede al trono di Napoli (altro dato del cosiddetto caso, di D’Aragona mi occuperò prossimamente per una delle riviste della Titani Editori, nda).

Pontano, una volta trasferitosi a Napoli, alla corte di Alfonso I, acquisì i favori del più anziano letterato di corte, il Panormita, divenendo, in seguito, il precettore di Alfonso duca di Calabria.

Quello che mi colpisce, in prima battuta, di questa epistola è quando l’autore di questa prefazione scrive, rivolgendosi a Ferdinando IV, Re delle Due Sicilie e di Gerusalemme, in questo modo:

“SIRE, Eroe non è solamente colui, S.R.M. che applicato al nobile mestier della guerra, cerca a tutto potere distinguerli colle armi, e che tenta esporsi con superiorità e con coraggio a più gravi perigli per amor della Patria e dello Stato; che dipregia la vita per la gloria, ed ama solo d’innalzare un glorioso trofeo su le ingiurie della fortuna, e fin anche sul terror della stessa morte. Sarebbero ben pochi gli Eroi, s’eglino dovessero ragguagliarli soltanto al solo, benché nobile, mestier della guerra. Eroe a mio sentimento, è ancor colui, che lungi dallo strepito delle armi, godendo in senso alla pace, s’impegna tuttavia d’ottenere il principato della virtù; la quale, mentre le altre son tutte lubriche, obblique, fallaci, è la sola strada dritta, certa, infallibile che può guidare un valentuomo ad una gloria stabile e permanente. Chi in tempo di pace è sommamente giusto, temperato, liberale, mansueto, equabile, prudente, e costante: quelli, a mio sentimento, è l’uomo veramente forte, il quale con si fatte virtù, ragguagliando perpetuamente le sue opere e i suoi pensieri alla sola norma della ragione, può senza dubbio tenere a freno le sue passioni, e regnare, quelli se pur non mi inganno, è ancora EROE…”.

Ecco, i Samurai sono stati degli eroi? Sono da considerarsi eroi solo coloro che, a disprezzo della propria vita, combattono o hanno combattuto in guerra?

Mi trovo assolutamente d’accordo con l’autore di questa prefazione (che cito solo in parte, ma in buona parte). Sì, sarebbero, allora, veramente pochi gli uomini da considerarsi eroi se usassimo solo questi parametri (quelli del “guerriero”) per valutarli.

Gli eroi sono anche quelli che in tempo di pace perseguono le virtù che non obbligatoriamente si riferiscono all’arte della guerra bensì all’arte del saper vivere, mirando a essere persone virtuose, temperati, liberali, mansueti, equabili, prudenti, e costanti (così come dice l’autore della prefazione).

Soprattutto in questo periodo storico attuale sono da considerarsi eroi, anche, uomini e donne che, pur nel silenzio, nell’anonimato, combattono le proprie “guerre” con le armi donate dai propri valori.

“Guerre” che possono essere contro la povertà, la solitudine, la maldicenza, la malattia.

Uomini e donne veramente valorosi. Dei veri Eroi!

Romano Scaramuzzino

Busto di Giovanni Pontano di Adriano Fiorentino.
Il Principe Eroe del Pontano con la traduzione di Michelangelo Grisolia
testatina

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