Fossato Serralta in lutto per la scomparsa dell’architetto e scrittore Mario Amelio
Grande cordoglio per l’addio del professionista. Il messaggio del Consiglio Comunale, del Sindaco Domenico Raffaele, e della Pro Loco presieduta da Luciano Dornetti: “Abbiamo atteso il tuo ritorno ma dietro quella porta si sono infrante le nostre speranze. Caro Mario ti salutiamo con profondo dolore, sicuri che la luce del Signore ti avvolgerà per Sempre!”
di Riccardo Colao – Editoriale del direttore del Quotidiano l’Italiano
FOSSATO SERRALTA – (Catanzaro) – Alle cinque della sera le campane della chiesa madre di Fossato Serralta, piccolo comune sul confine della Pre Sila, suoneranno per l’ultimo saluto al caro amico, architetto Mario Amelio, purtroppo prematuramente scomparso a soli 62 anni. Tutta la comunità fossatese si è raccolta in queste ore accanto alla moglie e alle figlie per partecipare con commozione l’affetto e la riconoscenza dovuta ad uno dei migliori figli fossatesi combattente sino all’ultimo nella sua battaglia contro un male incurabile.
Ma chi era, chi è stato Mario Amelio? Sicuramente un uomo per bene, un marito e un padre esemplare, un professionista serio e preparato ma anche un personaggio di solide basi culturali che amava la ricerca storica e possedeva l’arte di saper raccontare, dipingere, delineare, porre in evidenza, con le sue semplici parole, le storie dei personaggi e le vicende dei luoghi dove era nato e dove aveva trascorso quasi buona parte della sua esistenza terrena.
Nessuno muore mai del tutto finché la sua immagine, le sue opere, il suo ricordo rimangono comunque vivi, in questa valle di lacrime, persino dopo molti anni dalla dipartita. Un concetto puro quanto autentico che alimenta la memoria amplificandola per chiunque e dunque valido per Mario Amelio.
In uno dei suoi ultimi messaggi presenti sulla chat del nostro whatsapp Mario ebbe a scrivermi quasi compiaciuto di dovermi informare in merito al terribile male che però pareva dovesse avviarsi ad essere solo un brutto ricordo: “Caro Riccardo, mi sono trovato invischiato con questa terribile malattia in un vortice che ingoia tutto. Adesso sono alla fine di un lungo percorso che mi dovrebbe portare ad una nuova fase più serena che mi consentirà di riappropriarsi della mia vita. Un abbraccio, Mario”.
Queste parole si sono riaffacciate nel ricordo dopo circa sei mesi da quando mi furono inviate. Era il giorno di Natale del 2022 e né io, né lui potevamo immaginare che in piena estate potesse accadere quel che poi si è verificato. Mario era fiducioso di potercela fare ed aveva combattuto come un guerriero per non lasciarsi abbattere dalla grande falce che tutto eguaglia. Non è riuscito a vincere la battaglia ed ecco la ragione per quale la campana della chiesa che ospita San Francesco, patrono fossatese, suona per lui e lo saluterà per l’ultima volta accompagnato dall’intera famiglia e parenti, con la cittadinanza guidata dal sindaco dott. Domenico Raffaele, il presidente della Pro Loco Luciano Dornetti, gli assessori, i consiglieri comunali, e la folta schiera di amici
Fossato Serralta, già tre mesi addietro, aveva dovuto commemorare l’addio al vice sindaco Saverio Paonessa, la cui vita è stata recisa in un soffio da un colpo letale. Ora la dipartita dell’architetto Mario Amelio, persona buona, mite, capace di tollerare e di ponderare, uomo dalla coscienza trasparente e dalla volontà puramente dedicata allo studio e all’amore per la sua famigliola e per i suoi compaesani che – già stamane – durante le visite in omaggio alla salma raccolta nella sua casa non hanno mancato di far sentire la presenza affettuosa e amorevole nei riguardi della consorte e delle figlie Rossana e Carmen.
Mario Amelio, come abbiamo anticipato era un architetto geniale che non possedeva la turbe della sregolatezza: prediligeva le scelte classiche e armoniche e rifuggiva da quegli stereotipi funambolici e sperimentali che a volte trasformano un architetto in un genio incompreso o discutibile nelle sue scelte abitative, urbanistiche, di design.
Ma era sostanzialmente un ricercatore abile e metodico, uno scrittore con grandi capacità – in termini di narrazione e di costruzione dell’opera. Avevamo riesumato – di comune accordo – uno dei suoi più bei racconti. Il titolo: “La serata dei quattro amici”.
All’interno, nelle pagine si poteva riconoscere ed apprezzzare “lo spaccato di vita di una piccola comunità calabrese narrato con schiettezza e ironia, chiavi indispensabili per svelare i segreti dell’animo umano e parlare delle sue debolezze come delle sue virtù, allo scopo di avvicinarsi alla verità delle cose, per poi partire da lì. La storia, in un arco di tempo che parte dal primo dopoguerra e arriva fino a metà degli anni ottanta, con l’inquietudine dell’inesorabile epilogo della parabola vitale dei vecchi mestieri, vede protagonista un cestaio, Mastro Antonio, e i suoi amici, anch’essi cestai. Scenario del racconto è Borgo Casale, paesino arroccato sui monti presilani. Un ambiente bellissimo e aspro, tra lo scudo montuoso e lo specchio delle acque del mar Ionio, che delinea per i casalesi il confine del mondo, dove si affacciano fantasmi di briganti evocati dalle storie dei vecchi, quasi rivendicati come nuovi possibili salvatori“.
Un volume che era stato ristampato per la seconda edizione da Titani Editori e che ci sarebbe tanto piaciuto poter presentare a Fossato Serralta magari nel corso di una delle prossime serate estive.
Non abbiamo avuto la concessione di questo tempo da parte del Signore che ha preferito chiamare a sè la sua anima e la sua proverbiale generosità. Ciò non vuol dire che rinunceremo al progetto di continuare a far rivivere questa ed altre opere di Mario Amelio perché il suo ricordo deve continuare a vivere fra gli amici che gli vollero bene e lo conobbero e deve onorare i suoi familiari che ora lo piangono come lo piangiamo tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarlo.
Questa sera, alle cinque del pomeriggio, le campane della chiesa madre di Fossato Serralta saluteranno il suo ultimo viaggio verso quell’ignoto mondo, o pianeta che sia, che nessun mortale superstite conosce prima della fine della vita stessa… Siamo certi che il cammino di Mario Amelio abbia già una scia di luce, quella “Lux” che solo gli uomini di valore, di cultura, di generosità e di amore per il prossimo, sanno tracciare al di là di ogni preconcetto e di qualsiasi appartenenza razziale, di ogni colore di pelle e di altra credenza religiosa. Perché Mario Amelio aveva compreso come essere fratello agli altri fratelli e come porre in atto i valori dell’uguaglianza, della fratellanza, della verità cristiana.
Inutile aggiungere che dopo le cinque della sera di oggi 13 luglio 2023 tutti noi saremo molto più poveri per aver perduto: chi un marito esemplare, chi un padre magnifico, chi un amico sincero, chi un architetto, un professionista valido, competente… Addio Mario Amelio! Potrebbe essere una frase ovvia, scontata, forse non originale, ma sicuramente affettuosa e sincera: il male che ti ha strappato non ci impedirà a far si ché tu possa continuare a vivere nel nostro ricordo e di quello dei tuoi compaesani fossatesi!
Riccardo Colao
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