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Il Partito dell’Ignoranza arriva da sinistra

I seguaci di Fedez colpiscono ancora… Ormai non vi è giorno in Italia che il popolo degli imbecilli non trovi…

By L'Italiano , in Corpo Diplomatico Cronaca Italiana Editoriali In Evidenza Letteratura , at 16 Maggio 2021 Tag: , , , , ,

I seguaci di Fedez colpiscono ancora… Ormai non vi è giorno in Italia che il popolo degli imbecilli non trovi qualcosa di meglio da fare che aggredire il simboli della cultura. Dopo il becero atto vandalico del giugno 2021, allorché i “soliti idioti” (per giunta ignoti) imbrattarono, a Milano, la statua del grande giornalista Indro Montanelli, con vernice viola, ecco che i fasciocomunisti hanno ritenuto di riproporre identico trattamento a quella dedicata al Vate, al sommo poeta Gabriele d’Annunzio.

Collocata in Piazza della Borsa a Trieste, la statua di Gabriele d’Annunzio, è stata spruzzata, con pittura colore giallo, presumibilmente alle prime luci del mattino. Il repentino intervento della Polizia Locale ha ripristinato il monumento nella sua integrità primitiva. Resta, tuttavia, la pericolosità e la viltà dell’inqualificabile gesto che colpisce uno degli eroi pluridecorato della Prima Guerra Mondiale vinta contro l’impero austroungarico.

La statua trova ciollocazione nel centro della città giuliana, restituita all’Italia solo nel 1954, nell’occasione della celebrazione del centenario dell’Impresa di Fiume.

Ad inaugurazione avvenuta il sindaco Roberto Dipiazza ricevette le proteste della comunità slovena, e del sindaco di Fiume, Vojko Obersnel, il quale (da sommo ignorante in materia di storia italiana) osò definire il poeta “un precursore dell’ideologia fascista”.

L’ambasciatore d’Italia in Croazia Adriano Chiodi Cianfarani, fiutò un possibile pericolo nei “rapporti di buon vicinato” con lo stato confinante. Qualche mese successivamente all’inaugurazione la statua subì un lancio notturno di bottiglie di vetro che rimasero per alcuni giorni intorno all’area che lo circoscrive.

Il vicesindaco triestino Paolo Polidori ha annunciato che gli inquirenti potrebbero essere sulle tracce dei vandali: “Vergognosamente imbrattata di vernice la statua di d’Annunzio in piazza della Borsa – ha ribadito sui social con un post che ha ottenuto grande risonanza e solidarietà da quanti amano la cultura – Ma grazie alle telecamere prenderemo questi farabutti. Già intervenuta la squadra mobile della Polizia Locale ha attivato la ditta per la pulizia”.

Il filmato – a detta di chi ha potuto visionarlo – ritrae una sagoma incappucciata colta nell’atto di versare un secchio di vernice sul monumento, e subito dopo un’altra sagoma femminile che si allontana insieme a quella precedente.

L’atto vandalico è assimilabile, alla “cancel culture” di stampo anglosassone, la prassi (idiota) cioè di decapitare, imbrattare, cancellare dai libri di storia profili di politici, intellettuali, filosofi tacciati di razzismo, misoginia, omofobia, fascismo etc.

Gabriele d’Annunzio, – per inciso – non è considerabile il precursore del fascismo … Fu invece un “soldato” che amava la Patria al punto da compiere – a suo rischio – al comando dei legionari che lo idolatravano, il clamoroso gesto della “marcia su Fiume” per conquistare e annettere la città negata all’Italia al termine della Grande Guerra e protestare in modo clamoroso contro la “Vittoria Mutilata“. Le sue parole d’ordine e la sua prorompente azione a difesa e tutela degli interessi italiani, vennero poi ripresi e utilizzati dal movimento creato da Benito Mussolini per connotare e vestire i modi comportamentali di guida e di azione delle sue squadre d’assalto.

E se proprio vogliamo dirla tutta: Mussolini “imbalsamò” d’Annunzio relegandolo a a Gardone Riviera nell’eremo del Vittoriale, tenendolo così lontano (in quanto temuto) dalle vicende politiche che poi determinarono in Italia l’affermazione del fascismo.

Il fatto che ancora oggi il pensiero d’Annunziano possa creare controversie e discussioni sull’appassionante tema dei contenuti del suo pensiero, ad oltre 80 anni dalla scomparsa del Vate, lascia intendere quale forza culturale e spirituale ebbe all’epoca in cui visse l’uomo che possedeva solo “quel che aveva donato” e quanta ne possa generare nel particolare periodo della nostra civiltà dove l’ignoranza e il vandalismo pensano di non poter trovare argini! Gabriele d’Annunzio in uno dei suoi tanti scritti ebbe ad ammonire: “Difendete il Pensiero ch’essi minacciano, la Bellezza ch’essi oltraggiano! Verrà un giorno in cui essi tenteranno di ardere i libri, di spezzare le statue, di lacerare le tele. Difendete l’antica liberale opera dei vostri maestri e quella futura dei vostri discepoli, contro la rabbia degli schiavi ubriachi. Non disperate, essendo pochi“.

Se quel giorno è arrivato, se l’alba dell’inciviltà sta per sorgere, noi scendiamo, per primi, sul campo di battaglia per edificare templi alla virtù e scavare profonde e oscure prigioni ai nuovi mostri!

Riccardo Colao

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