Tuesday, May 14, 2024
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Mario Tassone (nCDU): “Il caso Striano e degli eventuali complici e mandanti? Il sintomo di un Paese in grande sofferenza!”

Infuria il dibattito sull’accesso illegale alla banca dati della Direzione Nazionale Antimafia da parte del sottufficiale della Guardia di Finanza, Striano, in servizio presso quella Direzione.
Notizie riservate su politici, in maggioranza dell’ex centro destra e, ora, della destra centro, sono stati “visionati”… Il procuratore di Perugia, Cantone, parla di mostruosità per il gran numero di accessi in un arco di tempo ampio.


di Mario Tassone * per il Quotidiano l’Italiano

ROMAInfuria il dibattito sull’accesso illegale alla banca dati della Direzione Nazionale Antimafia da parte del sottufficiale della Guardia di Finanza, Striano, in servizio presso quella Direzione.
Notizie riservate su politici, in maggioranza dell’ex centro destra
e, ora, della destra centro, sono stati “visionati”… Il procuratore di Perugia, Cantone, parla di mostruosità per il gran numero di accessi in un arco di tempo ampio.
Striano per Cantone non avrebbe agito da solo.
L’attuale maggioranza della destra centro parla di complotto.
La vicenda del SIFAR degli anni ‘60 simboleggia la degenerazione della lotta politica con l’uso illecito di documenti riservati.
In seguito furono costituiti Comitati parlamentari di controllo dei servizi di informazione, Copaco prima e oggi Copasir, con scarsi strumenti operativi.
La politica e i partiti quando c’erano hanno trovato le giuste soluzioni per il verificarsi di situazioni difficili.
La vicenda di Striano deve far riflettere.
Prima di chiedere Commissioni di inchiesta parlamentare bisogna che alcune risposte vengano date dal governo .
La catena di comando e controllo si è spezzata.
Chi controllava quel sottufficiale della Guardia di Finanza?
C’era un sistema di bilanciamento, di riscontro e dei filtri?
Bisogna capire chi erano e sono i responsabili.
Il lavoro di un operatore non può non essere sottoposto a riscontri.
Al di là dei “perseguitati “ (di cui mi dispiace ), la questione riguarda la sicurezza del Paese. Il governo faccia, oltre alla magistratura, le proprie indagini alla ricerca dei responsabili per capire se tanti blasonati ai vertici di strutture delicate abbiano operato scrupolosamente.
Le Commissioni Parlamentari possono essere utili se i compiti sono chiari e stringenti .
La politica si dissolse con i partiti negli anni ‘92/93.
Pochi procuratori d’assalto, il pool di mani pulite e una certa sinistra inflissero colpi micidiali alla democrazia.
Quante informazioni furono acquisite non sempre lecitamente …a volte anche con la tortura psicologica.
La storia si è incaricata in seguito di ristabilire tante verità.
Il Paese senza la politica è meno sicuro.
Una congerie di poteri opera senza controllo.
C’è nello sfondo il rischio di svolta autoritaria, che soffoca le garanzie di agibilità democratiche e di libertà.
Questo è il vero mostro.
Quello di Striano, degli eventuali complici e mandanti?
Il sintomo di un Paese in grande sofferenza!

Mario Tassone *

Mario Tassone * è un politico italianosegretario nazionale del partito da lui fondato: il Nuovo CDU. È stato sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri nel governo Fanfani Vsottosegretario di Stato al Ministero dei Lavori Pubblici nei governi Craxi ICraxi II e Fanfani VI e viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nei governi Berlusconi II e Berlusconi III.

L’onorevole Mario Tassone, Per il segr. naz. nCDU il “Caso Striano” è il sintomo di un grave malessere di un Paese in grande sofferenza

Chi è Raffaele Cantone (Napoli24 novembre 1963) è un magistrato e saggista italiano, dal 27 marzo 2014 al 23 ottobre 2019 presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione. Dal 17 giugno 2020 ricopre la carica di Procuratore della Repubblica a Perugia, a seguito della nomina da parte del CSM. Vive tutelato dal 1999 e sottoposto a scorta dal 2003 dopo la scoperta del progetto di un attentato ai suoi danni organizzato dal clan dei Casalesi. È stato, per quattro legislature, consulente della Commissione parlamentare antimafia, partecipando anche alla redazione della relazione sulla criminalità organizzata di tipo camorristico in Campania. È presidente onorario del presidio di Libera di Giugliano in Campania (NA), dedicato a Filomena Morlando, vittima innocente di camorra.

Nella foto sottostante il procuratore Raffaele Cantone

Il Ministro Guido Crosetto e l’esposto alla Procura della Repubblica

La genesi dell’inchiesta sul presunto dossieraggio ai danni di politici, industriali e personaggi della cultura e dello spettacolo è l’insieme di articoli pubblicati da Domani, il  quotidiano di cui Carlo De Benedetti è editore, il 27, 28  e 29 ottobre 2022. Il governo Meloni si è appena insediato con il giuramento al Quirinale del 22 ottobre. Nei tre articoli, Emiliano Fittipaldi, all’epoca vicedirettore e Giovanni Tizian indagano sul conflitto di interessi del ministro della difesa Guido Crosetto e i suoi guadagni che ammontano dal 2018 al 2021, secondo il Domani, a 2,3 milioni di euro ricevuti per prestazioni e consulenze per società del settore difesa e armamenti che hanno tutte rapporti diretti con il ministero di cui è appena diventato titolare. Imprese che fanno parte dell’Aiad, la Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza di cui Crosetto è stato presidente dal 2014 al 2017 e poi ancora dal maggio 2018 fino a prima di diventare ministro del governo Meloni. Crosetto è stato inoltre senior advisor di Leonardo e anche presidente, dall’aprile 2020, di Orizzonte Sistemi Navali (OSN), joint venture tra Fincantieri e Leonardo, azienda specializzata in sistemi ad alta tecnologia per le navi militari e di gestione integrata dei sistemi d’arma.
Crosetto non risponde con una smentita decide invece, il 31 ottobre 2022,  di presentare un esposto alla procura di Roma non per diffamazione ma perché il quotidiano Domani ha pubblicato informazioni riservate (come la sua dichiarazione dei redditi) che rientravano nelle procedure Sos, la segnalazione di operazioni sospette e chiede ai magistrati che si indaghi sulle fonti che avevano accesso a quei dati e che hanno evidentemente passato quelle informazioni ai giornalisti del Domani

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