Wednesday, May 15, 2024
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Palermo sbanca il San Nicola e dimostra che il Bari (neo promosso) non era poi così imbattibile

dall’8 maggio in poi, i playoff: se i rosanero conserveranno, com’è prevedibile, la condizione attuale, vincerli sembra alla sua portata. Ed è quello che meriterebbe, non foss’altro per la FEDE con cui mister Baldini ha rimesso a posto i cocci di una squadra squinternata che, prima del suo arrivo, seminava male e raccoglieva peggio.


 di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

BARI – Palermo di corsa, anzi di rincorsa, direttamente alla fase nazionale dei playoff, che affronterà da terzo in classifica e, soprattutto, in uno stato di forma tale da poterla oggi considerare la squadra più in forma del campionato.

Sembrava in pieno delirio mister Baldini quando, appena arrivato a Palermo, dichiarò che “Con l’organico  che ho a disposizione, se non direttamente, in B ci andremo vincendo i playoff!”.

Che Baldini sentisse dentro forte la voglia di riscatto dopo il brutale esonero di diciotto anni fa ( da terzo in classifica, quindi in piena corsa per la serie A, poi conquistata da Guidolin),  Baldini me lo confidò al suo primo giorno di lavoro: “Certe amarezze non si dimenticano, specie quando sai di essere di aver fatto interamente il tuo dovere”…

Era sesto quel Palermo e, soprattutto, giocava al risparmio, come volesse innanzi tutto non prenderle, un Palermo deludente che fuori casa faceva una fatica da matti e in casa magari vinceva ma senza, però, mai divertire il suo pubblico.

Arrivato Baldini, io pensai subito al solito refrain, calcistico e non solo, secondo il quale i cavalli di ritorno non funzionano, ma, intimamente, sapevo che il mio era solo un pensiero molesto, perché Baldini, oltre che un allenatore di provata esperienza, è persona speciale che nel lavoro, come nella vita, prima del calcolo ci mette il cuore.. “E il cuore – ha ripetuto più volte nel corso di questi mesi – mi diceva che dovevo tornare a Palermo, città che mi ha stregato al punto da averla scelta come residenza mia e della mia famiglia, anche dopo che avrò chiuso la mia carriera di allenatore!”.

Al suo arrivo nella panchina rosanero, il Palermo si barcamenava tra il sesto e l’ottavo posto della classifica e lui faticò non poco per trovarne l’anima vincente; cambiava formazione ad ogni partita ma sembrava non trovare mai quella giusta; soprattutto in difesa, non riusciva ad assemblare il quartetto giusto. E , se tra le mura amiche mostrava un piglio diverso e soprattutto un gioco bello e spettacolare, fuori casa continuava a stentare, fino a prender quattro gol dal Foggia di Zeman. Fu quello il momento peggiore della sua gestione ma, da allenatore esperto e uomo di ferro qual è sempre stato, non si pianse addosso ; ringhiò forte nel chiuso degli spogliatoi e disse forte e chiaro: “Altro che pensare ai rinnovi per la prossima stagione, la maglia del Palermo ve la dovete meritare, lottando col sangue agli occhi su ogni palla… Chi non se la sente, sa dov’è la porta!”.

Parole dure, che replicò con virulenza ancora maggiore dopo il pareggio di Potenza, quando a dieci minuti dal termine perdeva 2-0 e lui cambiò in un colpo solo i cinque undicesimi della squadra, che, nell’ultimo scorcio di gara raggiunse il pareggio. E, al triplice fischio, i suoi giocatori corsero sotto la curva, come in festa, a braccia levate. Baldini, nel chiuso degli spogliatoi, esplose furibondo: “Non me ne frega un c… se siete riusciti a pareggiare una partita che pareva già persa, mi fa imbufalire vedervi festeggiare per un pareggio che poteva, anzi doveva, essere una vittoria!”.

Una scossa elettrica: quella che cercava sin dalla prima partita vissuta sulla panchina rosanero; una scossa che di recente ha portato quattro vittorie di seguito, 13 gol segnati e solo due subiti. E, soprattutto, la rimonta in classifica dal sesto al terzo posto, raggiunto oggi dopo la vittoria al “San Nicola” di Bari, contro un avversario sì pago per la promozione in serie B già conquistata, ma pur sempre la prima in classifica, uno squadrone costruito con i milioni di De Laurentiis  per il salto di categoria. E comunque, una partita vera, che il Palermo, ben più motivato, ha interpretato con rabbia e lucidità, insieme, a differenza del Bari che aveva pensieri solo per la festa finale con i venticinquemila tifosi sugli spalti.

Gol di Floriano, (ex dal dente avvelenato, che tuttavia non esulta) al 25’:  bellissimo destro di controbalzo all’incrocio dei pali , su punizione mirabilmente battuta da Dall’Oglio al 25’ e raddoppio su rigore, al 15’ della ripresa, per fallo di mano in barriera, dopo calcio di punizione ancora di dall’Oglio: destro secco nell’angolino di Brunori, al suo 25° gol, supercannoniere non solo del girone C ma dell’intera Lega Pro.

E adesso, dall’8 maggio in poi, i playoff: se il Palermo conserverà, com’è prevedibile, la condizione attuale, vincerli sembra alla sua portata. Ed è quello che meriterebbe, non foss’altro per la FEDE con cui  mister Baldini ha rimesso a posto i cocci di una squadra squinternata che, prima del suo arrivo, seminava male e raccoglieva peggio.

IL TABELLINO:

BARI (4-3-1-2): Frattali; Belli, Di Cesare, Terranova, Mazzotta; Maiello (74′ Gigliotti), Scavone (46′ D’Errico), Mallamo (84′ Bianco); Botta (60′ Galano); Antenucci, Cheddira (46′ Citro). A disp.: Polverino, Plitko, Celiento, Ricci, Misuraca, Simeri, Paponi. All. Mignani.

PALERMO (4-2-3-1): Massolo; Accardi, Lancini, Marconi (72′ Perrotta), Crivello; Dall’Oglio (60′ Damiani), De Rose; Valente (60′ Silipo), Fella, Floriano (81′ Odjer); Brunori (60′ Soleri). A disp.: Pelagotti, Grotta, Buttaro, Doda. All. Baldini.

ARBITRO: Luciani di Roma 1 (Terenzio-Ciancaglini).

MARCATORI: 25′ Floriano, 58′ rig. Brunori

NOTE: ammoniti Di Cesare, Crivello, Dall’Oglio, De Rose

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