Friday, April 19, 2024
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Perché mi turo il naso e voto Valerio Donato Sindaco di Catanzaro

Che vinca Donato o che perda Fiorita, che vinca Fiorita o perda Donato, chiunque fra i due indosserà la fascia di Sindaco dovrà essere riconosciuto Primo Cittadino di tutti i Catanzaresi e non di una fazione. Sarà facile per i sostenitori di Donato, un po’ più difficile per gli integralisti tifosi religiosi del guru, il divino Fiorita loro guida spirituale… E’ bene che si abituino a questa idea: Catanzaro è un bene comune che appartiene a tutti noi e a tutti voi, comunque la pensiate comunque andrete e sceglierete di votare (magari turandovi il naso)!


di Riccardo ColaoDirettore del Quotidiano l’Italiano

ROMA – Quando Indro Montanelli (maestro e ispiratore) si trovò negli anni ’70 a esprimere qualche consiglio nei periodi elettorali tra una chiacchiera e l’altra dichiarò esattamente: “«Turatevi il naso ma votate Dc».

Lui che, negli anni successivi, sarebbe stato vigliaccamente gambizzato dalle “Brigate Rosse” (“i compagni che sbagliano” a detta del PCI), aveva ben compreso quale importante ruolo detenesse il partito di Don Sturzo finito nelle mani e nella gestione di politici quali Rumor, Fanfani, Forlani e via discorrendo. E invitando redattori, collaboratori, linotipisti, fattorini e chiunque gli capitasse a contatto (persino negli ascensori dove, se l’incrociavi, faceva finta di conoscerti anche se ti aveva visto solo portargli il caffè) a “turarsi il naso ma a votare DC” e poi spiegava essere il male minore purché la Nazione andasse avanti in un clima di coesistenza pacifica.

Nei suoi ricordi il grande Indro ebbe poi a rammentare: Non mi rimprovererò mai quel «turatevi il naso e votate DC», che Berlinguer definì lo «slogan anticomunista più efficace». Io non ho mai conosciuto un conservatore inglese che abbia mosso a Churchill il rimprovero di essersi alleato a Stalin – altro che naso dovette strizzarsi ! – quando le armate di Hitler spazzavano tutta l’Europa. Ma trovo ancora degl’italiani … che danno la colpa a me dello stato di necessità in cui ci trovammo nel ’48 e nel ’76 e che rendeva obbligata la nostra scelta. Oggi che il muro di Berlino ci ha liberato dall’incubo del comunismo (parlo di quello vero), è facile fare processi a chi non aveva in mano altra arma elettorale che il voto alla DC. E una cosa mi chiedo: tutti questi intransigenti eroi dell’anticomunismo, che oggi mi scrivono lettere d’insulti accusandomi di averlo tradito, dov’erano al tempo del comunismo vero, quando io ero uno dei pochissimi a combatterlo di fronte – con qualche conseguenza non del tutto gradevole sulle mie gambe -, e loro, incontrandomi per strada, fingevano di non conoscermi? decisivo. Di poco, ma la Dc vincerà“.

Indro Montanelli sicuramente tra i più noti giornalisti italiani. Famoso redattore del Corriere della Sera, Montanelli fu anche fondatore e direttore de Il Giornale e La Voce ultimo suo quotidiano dove il nostro direttore è stato tra i suoi collaboratori. 

Non sono Indro Montanelli, non sarò mai un Montanelli, ma le lezioni apprese mi hanno aiutato a crescere con l’orgoglio che si può avere per aver imparato qualcosa da un giornalista come lui. Non c’é più la DC e nemmeno il PCI. A Catanzaro il centro destra domina da almeno quattro legislature il panorama politico comunale e nazionale. Nella tornata che si concluderà il 26 giugno la partita si è fatta subito complicata. La DC che non c’é più ufficialmente, ma si aggira tra le varie anime superstiti in questa valle di lacrime, si è divisa; una parte a sostegno di Donato e un po’ a supporto di Fiorita,

L’ex PCI (poi PDS e infine PD) è riapparso, sia al primo turno che nell’incarnazione, con annessa integrazione di alcuni trombati al primo turno, delusi e decisi alla “vendetta, tremenda vendetta“, sino al ballottaggio nelle vesti di un signore che insegna storia del diritto ecclesiastico, che non ha mai svolto attività politica, che cinque anni fa è stato largamente trombato al primo turno contribuendo alla sconfitta del PD, che ha svolto (male) il compito di consigliere comunale, mollando la posizione a vantaggio dei primi dei non eletti, rinunciando ad opporsi allo strapotere abramiano che pure contestava.

Per quali ragioni si dovrebbe votare Fiorita? Non ci giro intorno e vado al sodo. Non esiste la motivazione plausibile. Come miraggi per chi si perde nel deserto un gran numero di cittadini catanzaresi, sicuramente affratellati dai fenomeni di distrazione di massa che inducono (a volte) purtroppo intere comunità a suicidarsi, si è sviluppato un integralismo violento, becero, menzognero che vorrebbe imporre questa scelta sull’altra. Chi è Fiorita Nicola, figlio di Franco (lui sì, buon uomo, sindaco democristiano catanzarese)? Politicamente è un signor nessuno. Cinque anni a capo di una lista civica denominata “cambiavento“… strombazzando essere “il nuovo che avanza” è stato bocciato e arrestato al primo turno … L’esordio negativo non gli ha impedito, però, di riproporsi dopo cinque anni in cui è praticamente sparito dall’aula consiliare, Qualcuno ci ha assicurato che “parla bene“. Questo basta per essere un buon sindaco? … Altri ci han descritto i suoi programmi “spaziali”, dove chi chiede qualcosa è subito accontentato con risposte ad hoc e promesse mirabolanti. (Vuoi la stazione a Sala? Vengo con te a Roma per sostenere le tue ragioni. Vorresti recarti in metro a Lamezia? Per caso ho il progetto pronto. Ti piacerebbe vincere al totocalcio? Ti giro una tripla che ti consentirà di centrare qualsiasi risultato, e vedi pure). Capirete che davanti a fenomeni paranormali, che posseggono la risposta giusta per ogni domanda, decine di migliaia di allocchi sarebbero disponibili a sostenere la candidatura a capo di ogni nido della foresta.

Così chiacchiera oggi, annuncia domani, prometti dopodomani, insisti pure di giovedì (gnocchi) e sabato (trippa) la rete dei sostenitori, affascinati al punto da attribuirgli poteri divinatori, si è estesa a macchia d’olio su cui scivolare per toni e modi vicini a quell dei “porteur” (facchini in francese). Secondo i galoppini, pur di mettersi in mostra sui social, regno delle fake-news e dei postulatori di finte verità, (hanno sgomitato come arditi sul Piave) il guru Fiorita possiederebbe il talismano dell’arca perduta, quello che dal giorno successivo all’investitura di sindaco potrà risolvere i problemi catanzaresi. E meno male: scomparirebbero anche tutti quelli che protestano sterilmente ma non fanno nulla per aiutare a migliorare o per produrre proposte…

Valerio Donato

Bene ha fatto Valerio Donato a non inseguire il guru su questa scia fantastica ammantata di “chiacchiere e pinzillacchere”. Molto più concretamente Donato ha compreso quali sono i problemi, i nodi che possono essere risolti a breve termine, quelli che potranno essere sciolti nella media distanza e quelli che – anche se a sindaco s’insediasse Draghi (?), Conte (?), Letta (?) l’uomoragno (?) il mago Otelma (?) o fate voi chi… – non ci sarebbe nulla da fare perché indipendenti dalla volontà o dalla bravura o dall’impegno o dai poteri stessi di un Sindaco.

In Italia la democrazia malata, in cui nuotiamo come pesci in un acquario, consente al cittadino di esercitare, da sindaco, poteri entro limiti che se solo sfiorati comportano interventi del primo pinco pallino inquirente che si fa persuaso che la legge sia stata violata. La democrazia elettorale sotto scacco del primo che indaga (e poi magari sbaglia ma non paga…mai) è materia difficile da trattare. Ecco perché a parole è facile promettere la rivoluzione… e “la bocca è una ricchezza” solo finché alle chiacchiere non seguono i fatti, poi diventa prova conclamata di ciarlataneria.

Chiunque, tranne me e altri che come me la pensano, che voteremo, che voteranno Donato turandoci il naso (pur non essendo mai stati DC) sono consapevoli che per mutare le sorti di una città non possono bastare cinque anni e nemmeno gli anatemi dei perdenti sconfitti. Perché Donato, pur potendo essere il candidato migliore vincente dell’area che si richiama al PD) è stato estromesso, per logiche di partito, da quella che poteva essere la naturale collocazione di fronte all’elettorato. (Boccia lo ha bocciato e ha assegnato ad un Fiorita qualsiasi senza tessera di partito democratico il compito di strappare al centro destra la città di Catanzaro).

Per comprendere le ragioni di chi (come il sottoscritto) trovi giusto votare “turandosi il naso” bisogna tenere il filo della matassa sino in fondo. Non nutrendo simpatia per i partiti impoveritori e avvelenatori della vita degli italiani, rispettando i connazionali che sanno ragionare e che vogliono costruire al di là degli steccati e delle divisioni politiche, un buon governo su basi di politiche lungimiranti, è naturale indirizzare le scelte verso costoro che hanno il coraggio di osare nei limiti del possibile e del consentito.

Valerio Donato, catanzarese resosi conto di come a sinistra le scelte cittadine non siano frutto di “primarie” o di discussioni interne, ha preferito, anche lui turarsi il naso e di coagulare un polo aperto a chiunque fiutasse l’occasione per costruire un ponte con gli elettori. Ha combattuto e sconfitto quelle logiche che fanno piovere dall’alto scelte imposte quando chi le decide non conosce i problemi catanzaresi. Dunque bene ha fatto a strappare la tessera che lo legava, nemmeno fosse una catena, a un Partito Depresso. Al suo posto avremmo agito in pari modo . Se fosse stato il candidato delle liste egemonizzate dalla sinistra PD (forse) non lo avremmo votato nemmeno turandoci il naso; ma la sua collocazione e il gesto compiuto, a difesa di scelte che dovrebbero interessare gli abitanti residenti nelle città, ha evidenziato i valori che vivono nel cuore e nell’anima di chi, come lui, non ha alcun bisogno di ricorrere alla politica per vivere.

Non è Valerio Donato a necessitare di proventi pubblici per tirare avanti. E’ Catanzaro ad aver bisogno di uomini concreti, che abbiano una visione storicamente viva ma lungimirante nel futuro per utilizzare bene i fondi pubblici a vantaggio di tutti.

Non lo è probabilmente nemmeno Fiorita che dispone di uno stipendio pubblico statale, quale professore, ma che coltiva principalmente l’ambizione, il sogno (come ha dichiarato nel suo lapsus freudiano) di voler riesumare l’esperienza “sindacale” del padre Franco (democristiano portato e sostenuto alla ribalta dagli uomini DC dell’epoca). E’ questo sogno che preoccupa. Non si sogna mai sulla pelle degli altri, il sogno è personale, ed esiste nella mente di chi lo vive belle braccia di Morfeo… Anche “Bruto era un uomo d’onore” come asseriva Marco Antonio e “Io non vengo qui a smentire Bruto ma soltanto a riferirvi quello che io so”, ciò che percepisco, quanto appurato nel corso dei duelli televisivi, quel che ho fiutato nelle diatribe tra sostenitori di una e dell’altra fazione.

E a proposito di “sogni”. Per concludere: che vinca Donato o che perda Fiorita, che vinca Fiorita o perda Donato, chiunque fra i due indosserà la fascia di Sindaco dovrà essere riconosciuto Primo Cittadino di tutti i Catanzaresi e non di una fazione. Sarà facile per i corretti e democratici sostenitori di Donato, un po’ più difficile per gli integralisti tifosi religiosi del guru, il divino Fiorita, loro guida spirituale… E’ bene che si abituino a questa idea: Catanzaro è un bene comune che appartiene a tutti noi e a tutti voi, comunque la pensiate comunque andrete e sceglierete di votare (magari turandovi il naso)!

Riccardo Colao

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