Thursday, April 25, 2024
Quotidiano Nazionale Indipendente


Tutta l’Italia ricorda il cantautore Piero Ciampi! Catanzaro e il Sud l’hanno dimenticato…

Beppe Fonte: “Il Premio Ciampi mi aveva chiesto di organizzare, in concomitanza con altre celebrazioni in altre città italiane, una serata a Catanzaro in memoria di Piero. Ero stato contattato in ragione di un notorio storico legame, risaputo, che ha avuto la nostra città con l’artista. Il silenzio e la totale indifferenza della mia casa cittadina alla mia richiesta di realizzare l’evento in città hanno fatto si che, nell’impossibilità di realizzare l’evento a Catanzaro, io aderissi all’invito rivoltomi per l’evento previsto per quella data nella città di Roma”.


di Riccardo Colao – Editoriale del direttore del Quotidiano l’Italiano

ROMA – Nessuno muore mai del tutto finché la sua immagine, le sue opere, il suo ricordo rimangono comunque vivi, in questa valle di lacrime, persino dopo molti anni dalla dipartita. Un concetto puro quanto autentico che alimenta la memoria amplificandola per chiunque e a maggior ragione per il cantautore Piero Ciampi, detto anche “Piero Litaliano” (non è un refuso!).

La straordinaria combinazione che lo rende vicino al nostro quotidiano, ha fatto sì da spingerci a interessarci con maggior attenzione a questo cantante e poeta, nato a Livorno (il 28 settembre del 1934) e spentosi a Roma (il 19 gennaio del 1980) a quasi soli quarantasei anni.

Piero Ciampi realizzò e incise molte delle sue canzoni assieme al paroliere e avvocato catanzarese Pino Pavone che incrociò la sua vita con quella del “livornese” facendone a suo modo un “catanzarese” di adozione.

Durante le serate silane frequentavo un locale in ci si ballava che si chiamava “il Brigante” – scrive Pino Pavone – Piero Ciampi era stato ingaggiato con il suo gruppo per allietare le notti estive (in SIla n.d.a.) Cantava soprattutto i classici americani come Frank Sinatra, Dean Martin e qualche canzone italiana, però alla fine della serata prendeva la chitarra e ci faceva ascoltare i brani che aveva composto. Finimmo col frequentarci, seppure con reciproca diffidenza… E Piero, questa figura dinoccolata che faceva finta di suonare il contrabasso e cantava le sue canzoni, mi colpì molto”.

A fine estate Pino Pavone, che aveva conseguito la maturità classica, si trasferì a Roma per frequentare la facoltà di Giurisprudenza e l’amicizia proseguì nella Capitale.

“Roma negli anni Sessanta e Settanta era veramente il centro del mondo culturale: del cinema, della letteratura, della pittura. Piero frequentava Piazza del Popolo ed era molto amico dei pittori che si riunivano in quella particolare parte dell’Urbe, vero sera. C’erano Franco Angeli, Tano Festa, Mario Schifano, Mimmo Rotella, che era di Catanzaro come me e strappava i manifesti con i quali componeva i suoi quadri collage“. – Racconta il musicista e paroliere – “Io ero poco più di un ragazzino, avevo diciannove anni, e arrivare da Catanzaro come personaggio apprezzato a Roma di quei tempi, era come finire su Marte: ti passava accanto Fellini, vedevi Moravia seduto da Rosati, poi c’era Pasolini…c’erano tutti. Erano seduti lì che si guardavano, magari qualcuno in cagnesco”.

“Io stesso mi trovavo seduto con questi artisti, con i pittori che non accettavano intrusi. Mi presero a ben volere solo perché Piero Ciampi disse loro: “Questo sarà un grande regista. Bisogna portargli rispetto perché ne sentiremo parlare” – Ricorda Pino Pavone nel volume autobiografico dedicato all’amico Piero Ciampi (di cui pubblichiamo la copertina).

Da quest’amicizia nacque un rapporto di collaborazione dove Piero creava i suoi versi a cui Pino sapeva cucire alla perfezione musica di alta classe.

Piero Ciampi vide la luce in una casa ubicata nel centro della città tirrenica, in via Roma, proprio di fronte a quella cui era nato Amedeo Modigliani; figlio di un commerciante in pellami che aveva contratto il suo secondo matrimonio non ebbe un buon rapporto col padre impegnato nei suoi affari mentre sviluppò un forte sentimento materno con la mamma.

Nel dopoguerra, alla fine del 1948, trasferitosi a Milano presso una zia paterna, si iscrisse al Liceo Scientifico “Vittorio Veneto” ma, pur frequentando sino al quinto anno, non riuscì mai a conseguire la maturità. Tornato a Livorno, nel 1953 diede vita, assieme ai fratelli Roberto e Paolo, al trio musicale Ciampi dove il suo contributo era prettamente vocale. Impiegatosi in una ditta produttrice di oli lubrificanti per sbarcare il lunario abbandonò il lavoro quando venne chiamato per il servizio di leva militare. A Pesaro Urbino nei momenti della libera uscita si faceva notare suonando nei locali accompagnato da altri tre commilitoni, tra cui Gianfranco Reverberi che lo ricorda per il suo carattere rissoso e poco conciliante. Come capita ai geni, la sregolatezza era la sua caratteristica principale e mezzo uomo e mezzo poeta dalla prosa affascinante, era capace di suscitare odio e amore. Della sua persona si invaghì la figlia del comandante della caserma. Ciampi le indirizzava quotidianamente lettere che a pare dell’amico Reverberi, «Neppure Cyrano de Bergerac avrebbe saputo fare di meglio».

Completato il periodo di naja, Piero Ciampi, ritornato a Livorno, da autodidatta imparò a suonare l contrabasso e ad esibirsi in compagnia di piccoli complessi senza infamia e senza lode. Poi nel 1957 a Genova si rivide con Reverberi e dove strinse amicizia col pittore Federico Sirigu.

Giunto a Parigi condusse una vita bohémienne e trascorse tempo per modulare uno stile musicale personale “caratterizzato da atmosfere crepuscolari, versi scarni, pathos interpretato da una voce roca e cavernosa; canzoni che, riconsiderate e riascoltate al giorno d’oggi, impreziosiscono e la brillante stagione cantautorale di quell’epoca. Si esibiva ovunque possibile e consentito più per il gusto di sentirsi realizzato che per trarne guadagni. Per qualche franco francese i proventi delle sue poesie, magari scritte poche ore prima, finivano per essere spesi in bottiglie di birra Kronenbourg consumati sul tavolo di una brasserie dove spesso non recuperava moneta per mangiare; nonostante la miseria ebbe modo di farsi notare in alcuni ambienti parigini dove in parecchi lo identificavano come “l’italianó“. Tra questi: Louis Ferdinand Céline e Georges Brassens a cui volle ispirarsi, e Leonard Cohen.

Nel ’58 assieme all’indimenticabile Luigi Tenco e Giulio Frezza viaggiò in una tourneé In Svezia, Poi rientrò a Livorno dove l’amico del periodo militare Reverberi, lo convinse a trasferirsi a Milano dove lavorava con Franco Crepax alla Ricordi.

Tre anni dopo, nel 1961 Ciampi vide la nascita del suo primo disco Conphiteor/La grotta dell’amore e sulla cover del 45 giri viene presentato ufficialmente come Piero Litaliano (senza l’apostrofo e privo dell’accento, con cui era noto il suo “alias” a Parigi).

Nel 1963 Piero firmò il suo primo album: “Piero Litaliano” (che verrà ristampato in cd nel 1990, dieci anni dopo la sua immatura scomparsa, col medesimo titolo ma con il suo autentico nome di battesimo). L’album non riscosse interesse e successo né di pubblico né di critica (eccettuata la critica della scrittrice e giornalista Natalia Aspesi che testimoniò: «Nei suoi versi ci si trova qualcosa di abbastanza poetico per riuscire incomprensibile all’amatore abituale di canzonette»

L’insuccesso non giovò al suo umore. Ritornò a Livorno poi a Roma accettando di lavorare come artista nei piani bar e nei dancing. Nei momenti “liberi” provò a comporre pezzi più orecchiabili che offriva ad altri interpreti che spumeggiavano per la maggiore. Tra questi  Lungo treno del sud nel 1962 cantata da Tony Del MonacoNessuno mai mi ha mandato dei fior nello stesso anno per Katyna Ranieri; Nato in settembre e Ballata per un amore perduto (1963) eseguita da Georgia Moll; Autunno a Milano (1964)  per Milly e Ho bisogno di vederti che, con Gigliola Cinquetti e Connie Francis raggiunse il traguardo della finale nell’edizione del 1965 del Festival di Sanremo. Pezzo poi cantato anche da WIlma Goich e Memo Remigi.

Nel 1967 per l’etichetta discografica Sibilla viene prodotto Lucia Rango Show, un album registrato per la voce della cantante Lucia Rango dove Ciampi è presente con alcune nuove canzoni con suoi testi originali musicati da Elvio Monti (Samba per un amoreIl tuo voltoStasera resta quiPrimavera a RomaTi ho sognato e Sono stanca), più alcuni suoi vecchi brani cantati dalla Rango (Non chiedermi piùFino all’ultimo minutoQuando il giorno torneràQualcuno tornerà e Hai lasciato a casa il tuo sorriso). Per chi volesse ascoltare il brano siamo a conoscenza dell’esistenza di un’incisione (epoca 1967) cantata a due voci da Piero Ciampi e Lucia Rango: la registrazione è stata scoperta dalla giornalista Lucilla Chiodi, che mezzo secolo dopo ha curato la riedizione masterizzata del disco della Rango, (coniugata con uno dei figli eredi di Eugenio Mancuso fondatore del celebre Villaggio e che attualmente vive in un paese della pre-sila catanzarese), ripubblicata per la prima volta il 28 giugno 2022, nella compilation “Lucia Rango canta Piero Ciampi” (etichetta “Anni Luce”) .

Ritornando alla biografia dell’artista gli anni Sessanta lo vedono girovagare assieme al “Trio Ciampi” ovunque esista la possibilità di guadagnarsi da vivere suonando. Ed è proprio in questi anni che nasce e si consolida la collaborazione col cantautore Pino Pavone.

Gino Paoli, uno dei migliori artisti della “scuola genovese” aveva intuito la straordinaria interiorità di Ciampi tanto che ne apprezzò la grandezza e riuscì a farlo contrattualizzare dalla RCA Italiana che versò un cospicuo anticipo in denaro per le future prestazioni. Ma il cantautore dilapidò la somma (quasi tremilioni delle vecchie lire, secondo Paoli) senza incidere un solo pezzo. Ai concerti per lui organizzati partecipava spesso in preda agli effetti dell’alcool entrando in conflitto con spettatori scortesi. Il vizio delle bevute accentuava la sua naturale scontrosità ma riusciva comunque a intrattenere buone amicizie tra le quali quella col campione di football friulano, Ezio Vendrame, che all’arena Appiani, giocando nel Padova fermò il gioco è salutò con un inchino, pubblicamente Piero, che si trovava casualmente sulle gradinate.

Nel 1973 con Bambino mio (scritta con Pino Pavone) cantata da Carmen Villani, partecipò a “Canzonissima“. (La bionda cantante era intenzionata ad incidere un intero album con le canzoni di Ciampi, ma la casa discografica RCA bocciò l’ipotesi progettuale.

Tra il 1970 ed il 1971, un’altra artista di origine calabrese come Dalida nella trasmissione “Senza rete”  interpretò (incidendola definitivamente cinque anni più tardi) La colpa è tua (con orchestrazione di Gianni Marchetti, musicista che lo sosteneva e arrangiava in sala d’incisione i suoi lavori, tra i quali Cara: brano carico di “sottile inquietudine esistenziale”, sempre intonato da Dalida.

Nicola Di Bari nel 1972 incise Io e te, Maria. Poi nel 1974 Ornella Vanoni chiese a Gianni Marchetti di avere intenzione di incidere un album scritto da Ciampi che però risultò irrintracciabile e al momento di ricomparire, il progetto era stato affidato a Nada con l’album titolato Ho scoperto che esisto anch’io.

Ciampi purtroppo conduceva una vita errabonda costruendosi la fama di litigioso che lo portava a contrastarsi con organizzatori di concerti, pubblico e si trascinava da un club all’altro, spesso senza concludere i concerti e entrando in collisione verbale con organizzatori e pubblico senza concludere nulla di produttivo.

Piero Ciampi. Aveva quasi 46 anni e la causa del decesso venne attribuito ad un terribile cancro all’esofago che non gli diede scampo.

Nel 1976 rimase storica la sua apparizione al Club Tenco che fu opportunamente registrata ed edita in seguito su CD. Nel 1977 gli proposero un tour con Paolo Conte, Nada e Renato Zenobi e però i concerti non riscossero consensi. Tuttavia la Rai registrò e produsse la trasmissione in tv Piero Ciampi, no!, che sarà trasmessa il 3 agosto 1978 sulla Rai 2. E’ possibile ammirarlo nell’esecuzione di cinque brani nel corso di una ventina di minuti, dove temi quali le riflessioni sulla vita, l’amore, la solitudine e altre tematiche trovano spazio. Sempre sul finire degli anni ’70 acquisì popolarità tanto che Radio Capodistria trasmise alla Comunità Nazionale Italiana in Istria (CNI) e nelle regioni italiane limitrofe, ripetutamente, alcuni suoi celebri brani.

Piero Ciampi fu ritrovato privo di vita, in perfetta solitudine su una lettiga lungo un corridoio dell’Ospedale Umberto I, il 19 gennaio 1980. Aveva quasi 46 anni e la causa del decesso venne attribuito ad un terribile cancro all’esofago che non gli diede scampo.

Nella vita privata Piero Ciampi contò pochi amici che gli vollero veramente bene, (tra questi i citati Pino Pavone e Gianni Marchetti) due brevi matrimoni: il primo con l’irlandese con Moira, madre di Stefano, il loro figlio nato nel 1963, e l’altro con Gabriella, da cui è nata una figlia di nome Mira.

Dopo l’excursus, necessario a rendere onore alla memoria dell’artista, riportiamo il comunicato stampa pervenutoci dall’Associazione Premio Ciampi: “Dopo lo stop forzato dovuto all’emergenza sanitaria ed all’improvvisa scomparsa del caro Michele Manzotti, il Premio Ciampi riparte con rinnovato slancio dando vita ad una nuova edizione che prenderà avvio il prossimo 19 gennaio, una data che è diventata un appuntamento imprescindibile per tutti noi. Per il 2023, in occasione del quarantatreesimo anniversario della scomparsa di Piero, saranno molte le città italiane ad omaggiare il grande artista livornese, grazie a tanti artisti e realtà associative (a partire dall’Arci) che l’associazione Premio Ciampi considera vicine per sensibilità artistica ed attitudine. Si partirà il 14 gennaio da Camaiore e si concluderà Venerdì 27 gennaio a Torino.

Ma l’iniziativa troverà il suo momento principale proprio giovedì 19 gennaio a Livorno dove la mattina alle ore 12 in via Roma ci sarà un saluto in musica, a cura di Andrea e Nino Pellegrini, alla casa natale di Piero Ciampi. La sera alle ore 21.00 presso il Teatro delle Commedie la serata, ad ingresso libero, sarà aperta da un intervento di Marco Lenzi, compositore e musicologo da sempre appassionato e studioso dell’artista livornese e, dopo la lettura di alcune poesie di Piero Ciampi da parte di Aldo Galeazzi, saranno assegnati due Premi Speciali. Il primo verrà consegnato a Lucia Rango che ha fatto rivivere la voce di Piero Ciampi nella versione del brano Non chiedermi più, incisa con lui nel 1967, con l’arrangiamento curato da Elvio Monti. Il brano, rimasto inedito per oltre 50 anni, è infatti contenuto nella ristampa dell’album Lucia Rango Show, curata dall’etichetta Anni Luce e realizzata grazie al lavoro di ricerca della giornalista Lucilla Chiodi, con il titolo di “Lucia Rango canta Piero Ciampi”. La ristampa, uscita in un’edizione da collezione contenente foto e materiali originali, costituisce un documento storico preziosissimo per tutti gli appassionati di Ciampi e della musica italiana in generale. Il disco contiene 15 brani, di cui 12 firmati proprio da Ciampi, tutti cantati dalla Rango. Tra questi, il duetto che non venne mai incluso nel master finale del disco. La canzone (reinterpretazione di un brano presente nel primo 33 giri di Ciampi, Piero Litaliano) è inoltre il primo e unico brano a due voci mai inciso dal cantautore livornese.

L’altro riconoscimento speciale sarà consegnato alla cantante e arrangiatrice Sara Jane Ghiotti che presenterà, in concerto, l’album ‘Non Siamo tutti Eroi’ (AlfaMusic). Si tratta di un progetto che indaga l’universo poetico di Piero Ciampi, dopo uno studio approfondito che ne ha rivelato il lato umano, fatto di debolezze, fedi e cadute. Per il disco Sara Jane ha selezionato alcuni brani in modo da far rivivere catarticamente il suo difficile e controverso rapporto con la donna, attraverso l’esecuzione da parte di organici interamente femminili dei suoi arrangiamenti (Vanessa Cremaschi, violini e viola, Giovanna Famulari, cello, Ornella D’Urbano, pianoforte, Elisabetta Rossi, arpa, Marcella Carboni, arpa, Samantha Binotti, vibrafono, Veronica Perego, contrabbasso, Laura Klain, batteria, Laura Rocchegiani, sassofoni, Valeria Sturba, theremin, Laura Avanzolini, voce, Barbara Piperno, voce e Lorena Chiarelli, voce), una sorta di riconciliazione, prima di tutto personale che finisce per assumere una dimensione più universale.

Le iniziative del 19 gennaio segnano per tutti noi il punto di partenza di un’annata che si concluderà nel novembre del 2023, in cui il Premio Ciampi riprenderà la sua piena attività con eventi, iniziative ed il ritorno del Concorso Musicale Nazionale, il cui bando sarà scaricabile dal sito dell’associazione (www.premiociampi.it) che premierà, come sempre, il miglior brano inedito e la migliore cover di un’opera di Piero Ciampi. Del resto i difficili anni recenti ci hanno resi consapevoli della perenne attualità di un artista capace di andare al cuore dei sentimenti come Piero Ciampi. Proprio per questo siamo felici di proseguire con il nostro Premio provando a renderlo sempre più duttile e capace di aprirsi alle più nuove istanze creative. Un pensiero sicuramente condiviso da chi ci conosce e apprezza da tanti anni.

Ricordiamo che il Premio Ciampi città di Livorno è organizzato dall’Associazione Premio Ciampi e dall’Arci Livorno con il contributo di: Comune di Livorno, Regione Toscana, Fondazione Livorno, Fondazione Teatro Goldoni”.

A margine di quanto diramato, vista la non presenza di Catanzaro nell’ambito di queste celebrazioni, il cantautore Peppe Fonte ha così dichiarato: “Il Premio Ciampi mi aveva chiesto di organizzare, in concomitanza con altre celebrazioni in altre città italiane, una serata a Catanzaro in memoria di Piero. Ero stato contattato in ragione di un notorio storico legame, risaputo, che ha avuto la nostra città con l’artista. Il silenzio e la totale indifferenza della mia casa cittadina alla mia richiesta di realizzare l’evento in città hanno fatto si che, nell’impossibilità di realizzare l’evento a Catanzaro, io aderissi all’invito rivoltomi per l’evento previsto per quella data nella città di Roma“.

Catanzaro, la sua Giunta, il suo Sindaco, chi si dovrebbe occupare di gestire opportunità che potrebbero darle lustro a costi zero ha così sprecato un grande occasione per partecipare un evento culturale e musicale che avrebbe garantito attenzione dei media al Capoluogo di Regione.

Riccardo Colao

Gino Paoli parla di Piero Ciampi

HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA

Ha tutte le carte in regola
Per essere un artista
Ha un carattere melanconico
Beve come un irlandese

Se incontra un disperato
Non chiede spiegazioni
Divide la sua cena
Con pittori ciechi, musicisti sordi
Giocatori sfortunati, scrittori monchi

Ha tutte le carte in regola
Per essere un artista
Non gli fa paura niente
Tantomeno un prepotente

Preferisce stare solo
Anche se gli costa caro
Non fa alcuna differenza
Tra un anno ed una notte
Tra un bacio ed un addio

Questo è un miserere
Senza lacrime
Questo è il miserere
Di chi non ha più illusioni

Ha tutte le carte in regola
Per essere un artista
Detesta lavorare
Intorno a un parassita

Vive male la sua vita
Ma lo fa con grande amore
Ha amato tanto due donne
Erano belle, bionde, alte, snelle
Ma per lui non esistono più

È perché è solo un artista
Che l’hanno preso per un egoista
La vita è una cosa
Che prende, porta e spedisce

Fonte: Musixmatch – Compositori: Giovanni Marchetti / Piero Ciampi

Testo di Ha tutte le carte in regola © Universal Music Publishing Ricordi Srl.

La locandina del Premio Piero Ciampi che avrà luogo il 19 gennaio 2023 a Roma
La locandina del dell’evento dedicato a Piero Ciampi che avrà luogo il 14 gennaio 2023 a Montenaggiori
La copertina del libro scritto da Gisela Sceman su Piero Ciampi e quello a firma dell’amico musicista Gianni Marchetti
La biografia di Piero Ciampi è stata anche ricostruita dall’amico compositore Pino Pavone, avvocato catanzarese, di stanza a Roma,, che ha voluto ricordare l’amico scomparso con un “amarcord” realmente toccante, avvincente e di grande affetto e calore umano
Le targhe che verranno assegnate nel corso dell’evoluzione del Premio Ciampi
La “strip” che descrive e indica le piazze delle città che hanno aderito nel progetto per ricordare Piero Ciampi. Il cantautore livornese ma di adozione, catanzarese per la sua grande amicizia con l’avv. e paroliere Pino Pavone e di tanti altri personaggi calabresi scomparso il 19 gennaio del 1980 sarà ricordato con una serie di manifestazioni da Torino a Verona, da Milano a Napoli, da Roma a L’Aquila. Rimane un po’ di amarezza per la mancata presenza del “tour” nell’estremo sud della “Penisola”.

Il video di una delle più belle canzoni di Piero Ciampi: “Te lo faccio vedere chi sono io”

Comments


Lascia un commento