Ponte San Pietro, Bergamo. Ragazza si tuffa nelle acque del Brembo per salvare un giovane perché gli “angeli” non è vero che non esistono
Ci sia consentito di chiamare la ragazza “Angelo” ma anche “Speranza”, speranza perché gesti di questo genere ci inducono a considerare che non tutto il mondo è insensibile ed egoista.
di Romano Scaramuzzino per il Quotidiano l’Italiano
BERGAMO – Non ha al momento un nome la ragazza che oggi, lunedì 5 settembre, verso le ore 16.50, mentre transitava per via Roma, strada sita a Ponte San Pietro, comune di Bergamo, non ha esitato nel tuffarsi nelle acque del fiume Brembo, per aiutare un ragazzo in evidente stato di difficoltà.
Anche di lui non conosciamo le generalità, sappiamo l’età: 26 anni. Il ragazzo che, per motivi ancora d’accertare, era caduto in quelle acque stava per affogare se non fosse stato per l’intervento generoso e coraggioso della ragazza.
Nel mentre quest’ultima si apprestava a soccorrere il giovane, i passanti, che erano presenti alla scena, hanno prontamente chiamato il 112. Dalla postazione di Dalmine (BG) sono arrivati i vigili del fuoco e la squadra SAF (Speleo Alpino Fluviale) di Bergamo che hanno soccorso i due.
Il ventiseienne è stato assegnato alle garantite cure del 118.
Abbiamo detto all’inizio di questo resoconto di cronaca che non conosciamo i nomi dei due.
Ci sia consentito di chiamare la ragazza “Angelo” ma anche “Speranza”, speranza perché gesti di questo genere ci inducono a considerare che non tutto il mondo è insensibile ed egoista.
Il ragazzo lo chiameremo “Prossimo”. Perché al di là delle teorie non puo’ esistere un’umanità senza fatti concreti. E aiutare il nostro prossimo, in chiaro pericolo, avendo amato anche noi, è un comandamento che non vogliamo ignorare.
Romano Scaramuzzino
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