Sunday, June 16, 2024
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Riformismo Sinistro

L’Italia avrà un nord mitteleuropeo ed un sud nordafricano, con un centro in precario equilibrio tra i due; mafia, camorra e ‘ndrangheta, conquistato il governo regionale, contribuiranno ancor  di più al PIL criminale; tutto ciò come risultato dell’eterogenesi dei fini praticato dai sinistri della sinistra e malversato dai destri della destra.


L’Opinione di Francesco Chiucchiurlotto dalla Redazione Politica per il Quotidiano l’Italiano

VITERBO La Senatrice Liliana Segre ha svolto un intervento al Senato sul premierato che è mirabile sia per le argomentazioni, che per la chiarezza dell’esposizione:

  • è proprio necessario mettere mano a ben 5 artt. della Costituzione per rafforzare il potere esecutivo, mentre è da anni in sofferenza e marginalizzazione quello legislativo?
  • costituire una stabilità fittizia con un abnorme premio di maggioranza?
  • riformare la Costituzione senza una intesa ampia a discutere tutti in modo “elevato”?
  • introdurre l’elezione diretta del premier, impropria di un sistema parlamentare?
  • in violazione, poi, dell’art.48 di essa, sul principio dell’uguaglianza del voto, con il rischio che una maggioranza assoluta elegga un proprio Presidente della Repubblica e gli altri organismi di garanzia, trasformando di fatto la Repubblica in una democratura?
  • non si potevano conseguire elementi di stabilità adottando sistemi già collaudati e sperimentati in Europa?
  • ma tutte le Costituzioni non sono nate per evitare di cadere in regimi autocratici?

Ora senza eccessivi allarmismi e semplificazioni tranchant, non va dimenticato che nella Tesi n°1 del manifesto dell’ULIVO, e nel testo di Cesare Salvi nella Commissione Bicamerale voluta da D’Alema nel 1997, venivano avanzate anche ipotesi di premierato semipresidenziale, perché il tema principale era allora la governabilità ed il rafforzamento dell’esecutivo, del riformismo istituzionale di craxiana memoria.

Dopo i fallimenti delle Bicamerali di Aldo Bozzi nel 1983/85 e quella di De Mita/Iotti nel 1993/94, anche quella di D’Alema 1997/98, fallisce, come del resto i referendum costituzionali confermativi del 2006 di Berlusconi e del 2016 di Renzi.

Ma mentre sul rafforzamento dell’esecutivo, voluto anche a sinistra, si oppose la volontà popolare, l’autonomia differenziata prevista dalla modifica dell’art.116 della Costituzione nella riforma del 2001, risultò,  prima dall’elaborazione del governo D’Alema dimissionario nel dicembre 1999, poi da quello di Giuliano Amato, approvata dal Parlamento.

L’autonomia differenziata invece si attua in un modo semplificato: si prevede una intesa tra lo Stato ed una Regione interessata all’attribuzione di ulteriori materie tra quelle previste dall’art.117, sentiti gli enti locali interessati, che viene approvata con legge a maggioranza assoluta dei componenti delle Camere.

La sinistra dell’epoca era ancora all’inseguimento della LEGA NORD di Bossi, secondo la famosa definizione di D’Alema, di “costola della sinistra”, e si confermò la iattura che senza una trattazione “elevata” come ricorda Liliana Segre, l’uso strumentalmente politico della Costituzione “genera mostri!”.

L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA può fare delle Regioni che ne approfitteranno (indovinate quali) degli Staterelli dispendiosi ed inefficienti, ma soprattutto “ diverse” le une dalle altre, accentuandone i difetti, come le vicende del COVID 19 hanno mostrato.

L’unità nazionale tanto cara alla Meloni si spacchetterà in opzioni istituzionali basate sui privilegi acquisiti o da acquisire; la secessione di Bossi, diventata la devoluzione di Calderoli, sarà l’autonomia di Salvini sulla quale costruire nuove fortune elettorali.

L’Italia avrà un nord mitteleuropeo ed un sud nordafricano, con un centro in precario equilibrio tra i due; mafia, camorra e ‘ndrangheta, conquistato il governo regionale, contribuiranno ancor  di più al PIL criminale; tutto ciò come risultato dell’eterogenesi dei fini praticato dai sinistri della sinistra e malversato dai destri della destra.

La  sinistra, duole dirlo, ha poi proseguito con la legge Delrio, scassando Province e Comuni ed nei governi successivi, ignorando le problematiche delle aree interne e montane a rischio spopolamento. Gli Italiani, c’è da sperare, sapranno ancora una volta rifiutare velleità ed avventure che fanno del riformismo un “peggiorismo” inaccettabile.

Francesco Chiucchiurlotto*

*Francesco Chiucchiurlotto, laureato in Giurisprudenza. È stato Sindaco del Comune di Castiglione in Teverina (Viterbo) – Consigliere Nazionale dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia A.N.C.I.

Il segretario (o la segretaria) del PD Elly Schlein

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