Tuesday, May 14, 2024
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Serie B di Calcio- Il Palermo, scopre a Cosenza quanto è dura la testa dei calabresi

Tutto da rifare per i rosanero che le prendono dall’ultima in classifica restituendo orgoglio ed entusiasmo ad una squadra dimostratasi più viva che mai


di Benvenuto Caminiti per il Quotidiano l’Italiano

COSENZA – Quando meno te l’aspetti, il Palermo butta via le virtù mostrate nell’ultimo mese e mette in  mostra i suoi antichi vizi: in soli novanta minuti (o cento, recuperi compresi), il Palermo denuncia le sue gravissime lacune difensive e “regala” la vittoria a un Cosenza meno attrezzato tecnicamente del Palermo ma più determinato e più cattivo.

E, come al solito, sono gli ex di turno a castigare il Palermo: nel primo tempo Rispoli (mai visto così pimpante nelle ultime sue due stagioni tra Benevento e Lecce e nemmeno in questo inizio di campionato a Cosenza) che, sulla sua fascia prediletta, la destra,  sembra tornato il “trattore” di una volta. E’ lui che affonda i colpi e costringe Devetak a sputare sangue per contenerlo; è lui adf arretrare quando serve sua area e a ripartire come un treno per crossare dal fondo come sa(peva) fare bene ai tempi belli della sua carriera; è lui che, cinque minuti dopo il vantaggio del Palermo, crossa dal fondo e trova il piccolo sgusciante Florenzi, libero come un uccello in cielo,  a colpire al volo in perfetta coordinazione e siglare il gol del pareggio cosentino.

E l’altro ex è Marson, il portiere, uno che nella “primavera” del Palermo si era distinto come un talento raro e che poi, invece, si era perso nelle rtetrovie della categorie medio basse del nostro calcio. L’ho ritrovato oggi al “Gigi Merulla, impeccabile per novanta minuti e, allo scoccare dell’ultimo gong, capace, con un tuffo felino, di deviare in angolo il rigore di Brunori.

L’implacabile legge dell’ex anche stavolta ha emesso il suo verdetto. Che non concede neanche le attenuanti generiche ad un Palermo generoso e brillante dalla cintola in su ma molto lacunoso (eufemismo) in fase difensiva, reparto nel quale non saprei chi salvare e, quindi, non salvo nessuno: a cominciare da Pigliacelli, che oggi è sembrato incerto sia nelle uscite che tra i pali: solo il primo, il bellissimo sinistro radente di Florenzi, era imparabile, Per gli altri due, invece, avrebbe potuto e dovuto fare di più. Per proseguire con Mateju, che sembrava ormai aver trovato posizione e condizione ideali e invece è sembrato subito in difficoltà col suo avversario diretto, tant’è che si è fatto subito ammonire. Per finire con Marconi, l’ “eroe” di sette giorni fa col Parma, oggi, invece, lento e macchinoso e, come gli capita quando ha la luna di traverso, falloso oltre i limiti (ammonito anche lui, ed essendo in diffida, alla prossima col Venezia, non sarà della partita). Beh, con un  pizzico di buona volontà salvo Nedelcearu, puntuale sulle palle alte e sull’uomo,  disponibile anche in fase di ripartenza ma anche lui fuori posizione in occasione del gol del 2-1 rossoblù.

Insomma, un sabato bestiale, che era pur cominciato bene: Cosenza aggressivo perché disperato e Palermo che lo attende a metà strada per ripartire con i guizzi veloci di Di Mariano (soprattutto) sulla sinistra e il duo Segre-Valente, sulla destra.

Ed è di contropiede, infatti, che il Palermo colpisce e lo fa con un’azione bellissima, avviata da un lancio verticale di Gomes, che pesca nel semicerchio dell’area di rigore avversaria Di Mariano, che detta di prima un assist delizioso per Brunori, che fulmina, anticipandolo  d’un soffio, Marson.

E’ il 41’ della partita e sembra, malgrado la veemenza, soprattutto fisica, del Cosenza, che il Palermo la partita l’abbia in pugno, anche perché Brunori segna proprio un istante dopo l’ingresso sugli spalti dei tifosi rosanero nella Curva Nord del “Merulla”. Tifosi che erano stati tenuti fino a quel momento fuori dai cancelli dello stadio: se non  è buon segno questo, ditemi voi cos’altro può essere.

Invece bastano cinque minuti perché Rispoli affondi sulla fascia con le sue falcate  ampie e vigorose, alzi la testa per planare lo sguardo sull’area di rigore del Palermo, dove  far spiovere un pallone d’oro. Quello dell’1-1 cosentino, come già detto, su shoot al volo di Florenzi.

La ripresa vede un Cosenza ancora più aggressivo e determinato; Viali, arrivato da pochi giorni sulla panchina calabrese,  effettua una mossa che ne esalta l’intuito strategico: sposta di fascia Florenzi, perché dia una mano in fase difensiva a Rispoli contro il forte veloce e mai domo Di Mariano (ancora una volta il migliore in  campo) e inserisce forze fresche. Che marchiano subito il territorio, avanzando il baricentro e cercando la vittoria ora col palleggio ma soprattutto con le folate sulle fasce di Rispoli e i lanci lunghi in area di rigore rosanero. Ed è l’ennesimo cross dal fondo che trova Rigione saltare  più in alto di Crivello (affossandolo) e mettere in rete da due passi. Un 2-1 che fa male al cuore dei settecento tifosi del Palermio, che non si fermano un attimo nel loro indomabile furore rosanero. E infatti, il Palermo reagisce come una belva ferita e si riversa nell’area cosentina, e trova l’ennesimo corner, che batte  come sempre Valente: palla che spiove e tocca di testa Nedelcaru, come un assist al bacio per Brunori: sempre di testa il bomber rosanero sigla il 2-2. Non sono passati che un paio di minuti dal vatìntaggio di Rigione.

Tutto fatto?

Macché. Il Cosenza vuole i tre punti ma li vuole anche il Palermo, solo che il Palermo ha una difesa di pastafrolla e il Cosenza… pure, ma digrigna i denti e spazza via… E, intanto, va all’attacco, disperatamente e, sull’ennesimo cross, stavolta dalla sinistra, di D’Urso, la difesa rosa sembra una cartolina illustrata di belle statuine: Larrivey tiocca dfi testa da due metri e sigla così il 3-2.

 Manca più di mezzora al 90’ e la partita promette ancora scintille ed emozioni a go-go. Corini cambia mezza squadra: entrano prima Vido, Daric e poi Damiani e Floriano. La partita ora la fa solo il Palermo, che cerca il pari, che meriterebbe ma il tempo scorre e il Cosenza si sta giocando mezza salvezza.

Ed eccola l’occasione del 3-3, che nasce dal Var, che rileva un tocco di mano sull’ennesimo corner di Valente e colpo di testa di Vido. E’ il 90’ e c’è Brunori sul dischetto, solo che, prima di batterlo, passano almeno tre minuti tra intervento Var e verifica diretta sul monitor dell’arbitro Gualtieri di Asti. Insomma, sto cercando di “perdonare” al mio capitano un errore fatale, il primo dal dischetto. Marson si allunga e devia in angolo.

Stavolta, per davvero, fine dei giochi e Palermo che porta a casa solo rimpianti e veleni mentre il Cosenza – Rispoli in testa – festeggia come avesse conquistato i tre punti della salvezza. 

Tifosi rosanero al Marulla

IL TABELLINO

COSENZA (4-3-2-1): Marson; Rispoli (37′ Camigliano), Rigione, Meroni, Martino; Florenzi (84′ Kornvig), Voca, Calò (76′ Venturi); D’Urso (65′ Brescianini), Merola (76′ Brignola); Larrivey. A disp.: Matosevic, Vaisanen, Panico, Vallocchia, Zilli, Nasti, Butic. All. Viali.

PALERMO (4-3-3): Pigliacelli; Mateju, Nedelcearu, Marconi (70′ Vido), Devetak (29′ Crivello); Segre (70′ Saric), Gomes (81′ Floriano), Broh (81′ Damiani); Valente, Brunori, Di Mariano. A disp.: Massolo, Grotta, Pierozzi, Accardi, Bettella, Sala, Soleri. All. Corini.

ARBITRO: Gualtieri di Asti (Di Monte-Macaddino).

MARCATORI: 41′, 59′ Brunori, 45’+1 Florenzi, 56′ Rigione, 63′ Larrivey

NOTE: Ammoniti: Mateju, Devetak, Marconi (P), Martino, Florenzi, Calò, Rigione (C). Al 90′ Marson para un calcio di rigore a Brunori.

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