Serie C Girone C – Il Palermo batte il Latina e si schiera in pole position sin dalla prima di campionato
Prima Floriano (32’) e in pieno recupero (92’) Soleri, ma non è stata per niente facile. Anzi, una vera battaglia contro una squadra, quella dell’ex tutt’altro che dimenticato Di Donato, ben messa in campo, che si gioca la partita a viso aperto sin dal primo minuto.
di Benvenuto Caminiti (Corrispondenza da Palermo) Quotidiano l’Italiano
E la prima è andata: vittoria di rigore( doppio) , prima Floriano (32’) e in pieno recupero (92’) Soleri, ma non è stata per niente facile. Anzi, una vera battaglia contro una squadra, quella dell’ex tutt’altro che dimenticato Di Donato, ben messa in campo, che si gioca la partita a viso aperto sin dal primo minuto. E che continua farlo anche dopo il primo rigore, “regalato” da uno svarione d Marcucci, che litiga col pallone e lo… consegna all’arrembante Brunori, che non si fa pregare, entra in area e davanti ha solo Alonzi, ma non ha il tempo di calciare perché Marcucci lo falcia da dietro. L’arbitro, il mediocre Angeluccci da Foligno, proprio non può esimersi dal fare il suo dovere: fischia il penalty ed espelle, come da regolamento Marcucci.
1-0 per il Palermo e, all’apparenza, strada spianata per una bella, facile, franca vittoria.
E invece i ragazzi di Di Donato (alla lettura della formazione laziale i fischi degli oltre diecimila sugli spalti salivano fino in cielo ma si sono tramutati d’incanto in calorosi applausi alla pronuncia del suo nome) hanno reagito come se nulla fosse cambiato: né lo schieramento delle forze in campo, né il risultato. E per i restanti dieci minuti all’intervallo sembrava che in dieci fosse rimasto il Palermo. Abbiamo subito riconosciuto nell’atteggiamento spavaldo dei nerazzurri l’anima forte del loro allenatore, che nei suoi quattro anni di milizia rosanero si fece amare dalla Curva proprio per il suo carattere indomito, quel suo battagliare in ogni zolla del campo.
Ma, per quanto l’affermasse Nils Liedholm, che da sempre considero il primo vero “genio” del calcio visto dalla panchina, non è vero che in dieci si gioca meglio perché, alla lunga, l’uomo in meno pesa sulle gambe degli altri, per i quali la partita diventa sempre più difficile.
Così è stato, infatti, nella ripresa anche perché tra il 10’ e il 20’ Filippi ha prima sostituito l’ottimo ma calante Floriano con il suo alter ego Fella e poi Brunori con Soleri: cambi tempestivi e, per ciò, preziosi, che hanno ridato slancio alla manovra, idee e manovre più veloci e ficcanti per cercare (e trovare) il gol del raddoppio che avrebbe chiuso a chiave partita e risultato. Ma il Latina… non la pensava così perché, sia pure in dieci, reagiva ad ogni attacco con coraggio, ogni nerazzurro correva per due e sputava l’anima su ogni contrasto uscendone spesso vincitore. Al punto che, in un paio di occasioni meritava il pareggio e se non c’è riuscito è solo perché una volta ha sventato miracolosamente Pelagotti, e l’altra Jefferson, liberato da uno svarione difensivo rosanero, a porta praticamente spalancata (davanti aveva solo le braccia larghe di un Pelagotti in disperata uscita) ha colpito il palo. Era la mezzora e quel campanello di allarme ha dato la sveglia al Palermo, che attaccava sì furiosamente ma sprecava l’ultimo passaggio e il tiro decisivo. Insomma, la partita restava sospesa sul filo fragile e (spesso solo) illusorio del vantaggio minimo … Se non che entrava ancora più in ballo la Curva Nord, pur priva dei suoi ultras. E la sua VOCE arrivava fin dentro il campo… Gol sfiorati di un niente (un paio, dopo bellissime trame, da Almici e Dall’Oglio) e Latina ormai allo stremo delle forze, così all’ennesimo affondo di un vitalissimo Soleri, De Santis lo metteva giù e l’arbitro non poteva che indicare il discetto degli undici metri. Dove si presentava lo stesso Soleri, che trasformava con olimpica sicurezza. Era il 47’ e il recupero era agli sgoccioli. E il risultato finalmente blindato.
Vittoria per quanto difficile e combattuta pienamente meritata: così è la serie C, categoria nella quale i nomi e la tecnica valgono molto meno della corsa e del cuore.
Un peccato grave è non poter più ritrovare gli spalti di ieri finché la Sicilia resterà in zona gialla.
Due note prima di chiudere: migliori in campo De Rose, capitano ribattezzato (e sempre invocato dai suoi cori) “Ciccio”, Floriano, Giron, Soleri e Pelagotti. E poi, come ha lasciato intendere nella sua conferenza prepartita Filippi, urge un rinforzo di sostanza in difesa. E la società pare averlo già accontentato con Crescenzi dal Como.
E infine, un plauso a chi ha ideato e realizzato la nuova maglia del Palermo: ne ho viste centinaia nei miei settant’anni di tifo rosanero ma quella di ieri è così bella, divisa a metà nei suoi due colori, una rosa, l’altra nera, come la gioia e il dolore, metafora sempiterna della vita.
Benvenuto Caminiti
Palermo-Latina 2-0: 33′ rig. Floriano, 94′ rig. Soleri
IL TABELLINO
PALERMO (3-4-2-1): Pelagotti; Doda, Lancini, Peretti; Almici (89′ Marong), Luperini, De Rose, Giron; Floriano (55′ Fella), Dall’Oglio (89′ Odjer); Brunori (67′ Soleri). A disp.: Massolo, Misseri, Mauthe, Toure, Silipo. All. Filippi.
LATINA (4-3-3): Alonzi; Teraschi, Esposito (42′ Giorgini), De Santis, Nicolao (53′ Atiagli); Tessiore, Spinozzi (53′ Sane), Marcucci; Di Livio, Carletti (53′ Jefferson), Mascia (35′ Ricci). A disp.: Cardinali, Pastore, Di Mino. All. Di Donato.
ARBITRO: Angelucci di Foligno (Torresan-Piazzini).
MARCATORI: 33′ rig. Floriano, 94′ rig. Soleri
NOTE: ammoniti Spinozzi, Doda. Espulso al 32′ Marcucci (Lat) per fallo su chiara occasione da gol. Spettatori circa 6.100.
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